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Iva, irpef, irap e tasse. Ecco la riforma federalista

Sarà l'iva la vera ricchezza delle regioni italiane con il federalismo fiscale. Le regioni avranno le mani libere sull'addizionale irpef, sull'irap. Ma a costo di una pressione fiscale invariata. Ecco cosa ci aspetta da qui al 2018, quando il federalismo potrà dirsi compiuto

All'iva il compito di finanziare la spesa sanitaria, con una partecipazione che fino al 2013 continuerà ad essere del 44,7%. L'iva ammonterà allo 0,9% fino al 2011, mentre dal 2012 crescerà in misura tale da compensare il taglio ai trasferimenti statali alle regioni e la cancellazione dell'addizionale sulla benzina

L'irpef, invece, avrà una parte fissa e una manovrabile dai governatori e potrà cambiare dello 0,5% entro il 2013, per arrivare all'1,1% nel 2014, tranne che per le classi di reddito più basse, e al 2,1% dal 2015 in poi. Ma la leva sull'addizionale irpef resterà invariata per i governatori che avranno ridotto l'irap per quella data

Per quanto riguarda l'irap, l'ipotesi zero potrà realizzarsi solo nei territori che taglieranno le spese

Che fine ha fatto il mix che doveva contenere più irpef e meno iva? accantonata, ma sembra che sopravviverà l'idea di razionalizzare l'esistente, tracciare le spese regionali e stimolare la competizione virtuosa tra le regioni, almeno secondo il governo

È certo che dal 2012 scompariranno gli assegni che lo stato e le regioni versano alle province. In cambio gli enti riceveranno una quota dal bollo auto e una dell'accisa benzina. Mentre dal 2013 cesseranno anche i trasferimenti regionali ai comuni. E qui si aspetta il federalismo comunale e la storia della cedolare secca per capire qualcosa di più

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