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Con le liberalizzazioni 900 euro di risparmio l'anno a famiglia

Al primo posto Rimini, al secondo Ferrara, al terzo Aosta, al quinto Treviso. Sono queste le città d'Italia in cui è più cara la spesa alimentare secondo un'indagine de il sole 24 ore che prende in analini un paniere di 20 prodotti base nel carrello degli italiani. Nel 2010 la medaglia della città meno cara va a Potenza che spodesta Napoli. In genere c'è una linea che divide il nord (più caro per la spesa) e il sud (dove si moltiplicano le offerte). Eccezioni a parte

A Rimini in media una famiglia spende in un anno 4.151 euro, mentre a Potenza, per gli stessi venti prodotti deve sborsare 2.929 euro. Così il capoluogo romagnolo di conferma per il secondo anno consecutivo la città del caro vita, mentre il capoluogo lucano spodesta Napoli, che l'anno passato si era dimostrata la città più conveniente

In 60 capoluoghi di provincia fare la spesa può essere molto diverso, nonostante il boom dell'inflazione abbia influito su tutti. Ma al sud in momenti di crisi si sono raddoppiate le offerte, mentre al nord, nella maggior parte dei casi la crisi ha chiesto lo scontrino

La frontiera dei prezzi passa tra Grosseto e Ascoli Piceno, in una manciata di chilometri cambia la geografia dei prezzi minimi per la spesa alimentare. Se si considerano le varie combinazioni di prezzi, però a vincere è Lodi, dove la spesa minima arriva a 1.829 euro

La città più cara per chi punta al low cost è forlì, dove il paniere minimo costa più di 3 mila euro

Stando ai prezzi massimi raggiungibili, a vincere è Milano: si possono arrivare a spendere anche 7.044 euro l'anno. Anche la forbice dei prezzi romani non è da meno di quella di Milano: tra il prezzo minimo e quello massimo c'è una differenza di 176%

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