Sarà capitato a tutti prima o poi di dirigersi alla cassa di un negozio per pagare il proprio acquisto, convinti che si possa farlo utilizzando la propria carta di credito, e di trovarsi di fronte al rifiuto del negoziante. Questo accade perché l’accettazione della moneta elettronica obbliga il commerciante a pagare una commissione alla banca. Non stupisce, dunque, che numerosi negozianti preferiscano il denaro contante, piuttosto che accettare strumenti di pagamento elettronici come carte di credito e bancomat. Tenendo conto della situazione, la corte di giustizia ha, quindi, deciso d’intervenire per dire basta a questo meccanismo, che rischia di ostacolare la diffusione della moneta elettronica
Per capire meglio la vicenda, bisogna fare un salto indietro nel 2007, quando con la decisione del 19 dicembre 2007 l’ue ha dichiarato contrarie al diritto della concorrenza le commissioni interbancarie multilaterali applicate nell’ambito del circuito di pagamento mastercard. Con tale decisione, la commissione ue imponeva a mastercard e alle due società che la rappresentano (mastercard europe e mastercard international inc.) l’abolizione delle commissioni entro sei mesi a decorrere dalla sentenza, pena un’ammenda pari al 3,5% del fatturato mondiale giornaliero. Mastercard si è, però, rifiutata di obbedire e ha fatto ricorso al tribunale europeo per chiedere l'annullamento della decisione. Alcune banche, come banco santander, sa, royal bank of scotland plc, hsbc bank plc, bank of scotland plc, lloyds tsb bank plc, mbna europe bank ltd, si sono unite alla “crociata” di mastercard, sostenendo come, di fatto, la mancanza dell’introito legato alle commissioni avrebbe spinto i clienti verso altri tipi di carte di pagamento e messo in discussione la sopravvivenza del sistema mastercard
La sentenza del tribunale europeo ha, però, dato torto a mastercard e confermato le motivazioni addotte dalla commissione. Come si legge nella sentenza, la corte di giustizia europea ritiene, infatti, “che sia poco probabile che, in mancanza di commissioni, una porzione significativa di banche cessi o riduca in modo rilevante la sua attività di emissione delle carte mastercard o modifichi le condizioni della loro emissione al punto da indurre i titolari di tali carte a privilegiare altri metodi o carte di pagamento”. Quanto ai metodi utilizzati per fissare l’importo delle commissioni, secondo la corte “da un lato tendono a sopravvalutare i costi sostenuti dagli istituti finanziari in occasione dell’emissione di carte di pagamento e, dall'altro, a valutare in modo inadeguato i vantaggi che gli esercenti traggono da tale modalità di pagamento”
1 Commenti:
In effetti per gli esercenti è diventato un pizzo legalizzato insostenibile
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