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Nel 2013 i prezzi delle case nelle grandi città sono scesi dell'8%

Se nel 2014 si spera in una - seppur lieve - ripresa del mattone, il 2013 è stato un anno difficile. Rispetto al 2012, i prezzi delle case nelle grandi città italiane sono diminuiti dell'8% e le compravendite sono scese del 9,2%, per un totale di 403.124 transazioni. A dirlo l'ufficio studi di gabetti, secondo il quale l'anno in corso potrebbe segnare un cambiamento di rotta

A rendere più fiduciosi ci sarebbe il consolidamento della ripresa della domanda di mutui da parte delle famiglie, a partire dal secondo semestre del 2013, e il riallineamento dei prezzi. Entrambi fattori nodali per uscire dalla crisi che in questi anni ha duramente colpito il settore immobiliare

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mauro
25 Marzo 2014, 19:31

Il consolidamento della domanda dei mutui è legato mani e piedi alla fiducia nella ripresa di questo paese.
Visto che la fiducia è sotto zero, è sufficiente per questo guardare qualsiasi programma in cui viene data voce alla gente, non credo che ci sarà alcuna ripresa del mattone, né quest'anno, né per i prossimi anni.
Semplicemente si è chiusa l'epoca del mattone visto come salvadanaio delle famiglie nel modo peggiore immaginabile: l'entrata di un periodo in cui il mattone, oltre ad avere tutt'oggi un prezzo totalmente al di fuori di ogni logica, è diventato un impedimento nei confronti delle regole che impone la società per vivere in essa

g.dessena
30 Marzo 2014, 8:38

Condivido in parte i concetti di cubalibre:

1- il valore degli immobili deve scendere ancora fino a raggiungere le quotazioni pre euro, questo permetterebbe di aumentare le compravendite non come avvenne nel 2006 ma riporterebbe il mercato immobiliare ad una percentuale fisiologica.

2- non credo che sia chiusa l'epoca del mattone, conosco gli italiani perché anche io sono tale , noi il mattone c'è lo abbiamo in pancia come si dice in Toscana, gli italiani stravedono per la casa, capaci di indebitarsi per una vita intera e se ne avessero tre di vite continuerebbero ad oltranza e questo siamo capaci di farlo solo noi, in nessun altro paese nel mondo avviene una cosa simile, non a caso la maggior percentuale al mondo di proprietari di immobili sono italiani.

By Giorgio

Sono d'accordo con te quando parli di una quotazione pre-euro, anche se, secondo me bisognerebbe scendere anche al di sotto di questa, visto e considerato che il risparmiatore medio con 200 milioni di lire = 103.000 euro al 1 gennaio 2002, prima di tale data poteva ritenere di avere un discreto capitale, mentre oggi, a distanza di 12 anni, con grande probabilità non ha neanche più i 103.000 euro causa aumento del costo della vita, non adeguamento del salario etc etc.
In Toscana so con certezza che le case non costano come a Roma quindi c'è sicuramente un maggior interesse nell'investire in una casa in una regione dove le cose funzionano in modo nettamente migliore rispetto alla città emblema della "grande schifezza"
Aggiungo infine che io distinguerei tra italiani dai 40 anni in su e italiani poco più che adolescenti che hanno già avuto esperienze di viaggio in paesi esteri e hanno maturato una seppur piccola esperienza nel mondo dello studio e del lavoro. Ebbene visto l'abisso esistente tra l'Italia e gli altri paesi civili, dubito fortemente che esista qualche giovane pazzo convinto di volersi indebitare per comprare una casa in un paese che non gli offre neanche la possibilità di sopravvivere

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