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Le donne, la casa, la città. Il 27° Forum di Scenari Immobiliari ha visto questo come tema centrale della ricerca “W City: le donne, la loro città, la loro casa” redatta in collaborazione con Gabetti Property Solutions. L’Ad di Gabetti Roberto Busso e Francesca Zirnstein, DG di Scenari Immobiliari, ne hanno parlato a idealista/news.

Quello che le donne vogliono (a casa)

“La scelta di approfondire una tematica come quella delle donne e delle città in cui abitano – dichiara Roberto Busso, amministratore delegato di Gabetti Property Solutions, -non è per noi casuale. Da diverso tempo abbiamo compreso che il futuro del real estate sta nel capire, e se possibile nell’anticipare, quelli che sono i desideri e le necessità di chi cerca casa”.

E a cercare casa sono soprattutto le donne. “Le donne – spiega Busso, - hanno un fortissimo potere decisionale su tutto il nucleo familiare e sulla scelta della casa stessa, del quartiere, della città. Ma non solo, pensiamo a come è cambiata la società moderna: oggigiorno i single, soprattutto in certi quartieri, sono più delle famiglie. La donna è più esigente e attenta ai particolari di un uomo: la casa di una donna che vive sola risponde a canoni totalmente diversi rispetto a quelli di un uomo single”.

Cosa vogliono quindi le donne nella propria casa? “Vogliono sicurezza per se stesse e per i figli. Ad esempio vogliono stanze più grandi per i bambini, o una finestra che dia sul cortile per poterli tenere d’occhio: cosa che modifica anche la progettazione della casa. Vogliono poi scale più comode per poter trasportare la spesa; elettrodomestici gestibili da remoto; colori che cambiano a seconda dell’età dei figli e spazi variabili e ben utilizzabili a seconda della loro presenza”.

Donne e smart city, Milano in cima alla classifica

Allargando lo sguardo alla città, il rapporto con l’ambiente che circonda le donne è molto complesso. Da un lato la città è considerata un’alleata per la propria realizzazione, dall’altro è ricca di limiti da superare. In questo Milano si rivela la metropoli più woman friendly mentre Roma è poco attenta alle tematiche femminili e Torino fatica a sostenere il contemporaneo stile di vita delle donne, spingendole a considerare altri luoghi.

“Abbiamo realizzato una ricerca nazionale - afferma Francesca Zirnstein, Direttore Generale Scenari Immobiliari, - per conoscere il punto di vista delle donne sulla città, evidenziare le esigenze femminili del vivere contemporaneo a partire dalla dimensione urbana e di quartiere, fino a raccontare le peculiarità della abitazione, indagando come le città e le case sostengono i cambiamenti culturali in atto, anche relativamente ai temi di inclusione e sicurezza”.

Molte le evidenze emerse, in genere positive. “Le donne italiane considerano la città come propria alleata, nonostante le evidenti difficoltà, e trovano però difficili e limitanti i rapporti che intrattengono in casa e sul lavoro. La diversità territoriale è evidente: se Milano si avvicina a ciò che può considerarsi una “smart city”, Roma e Torino vedono la donna in atteggiamento più tradizionale e legato alla casa, che diventa il luogo in cui gestiscono ciò che al di fuori delle mura domestiche non riescono a realizzare”.

Nel rapporto tra la città e la donna, Milano può essere considerata woman friendly e ciò dipende non solo dalla capacità del luogo urbano di adeguarsi ma anche dalla capacità delle donne di fare lo stesso. La popolazione femminile vive molto più tempo fuori casa rispetto al passato, si sente parte della polis, vi partecipa e ritiene i temi della sicurezza, delle infrastrutture di trasporti e servizi, necessari per conciliare al meglio lavoro, famiglia, aspirazioni personali. Se questo è evidente la città, in questo caso l’area metropolitana milanese, è considerata adatta alla vita femminile.

Il legame fra lo spazio urbano e la donna a Roma è fatto di luci ma anche di molte ombre. Le romane evidenziano le difficoltà del vivere quotidiano e restituiscono quindi il ritratto di una Capitale bellissima, però poco attenta alle tematiche femminili. Tutti i problemi che la città non riesce a risolvere vengono mitigati all’interno delle mura domestiche. Le cittadine rivelano infatti un atteggiamento più tradizionale nei confronti dell’abitazione, con una scarsa propensione a spostamenti e con la tendenza a prediligere lo stesso quartiere nel caso di trasferimento.

Torino, città operaia, terra di immigrazione, fatica oggi a trattenere chi l’ha scelta in passato. Lo stile immutato e fiero, che caratterizza il forte senso di identità e appartenenza, la fa apprezzare da chi ci è nato e oggi continua a viverci,ne ama i luoghi classici e i servizi offerti. Al contempo però, questa condizione di immobilismo, che fatica a sostenere il contemporaneo stile di vita delle donne, spinge a considerare altri luoghi.

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