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Un effetto domino che coinvolge anche il settore del mattone, a tutti i livelli e segmenti. Il centro studi sulle esecuzioni immobiliari, infatti, lancia l’allarme e stima in un miliardo di euro il danno economico per le aste giudiziarie saltate per il coronavirus.

Il danno economico, secondo le stime dell’ Osservatorio T6, è calcolabile, per un solo mese, in circa un miliardo di euro, oltre alle spese accessorie di rinnovo degli adempimenti pubblicitari e gestionali che, approssimativamente, aggiungono ulteriori 10 milioni di costi.

Per il presidente dell’associazione, Stefano Scopigli “nonostante l’Osservatorio T6 sia tradizionalmente attento ai tempi di gestione delle esecuzioni immobiliari, ritiene decisamente necessario che si giunga a una sospensione generale degli esperimenti d’asta, per almeno trenta giorni, con una decisione che coinvolga tutti i tribunali italiani”.

Certamente il ritardo delle aggiudicazioni porterà importanti ripercussioni sui business plan predisposti dalle società creditrici ma, secondo l’Osservatorio T6, questo potrà essere ampiamente compensato dalla mancata riduzione dei valori di aggiudicazione.

Preoccupa ulteriormente, per le notizie che giungono dai vari tribunali, la riduzione o la sospensione delle attività, per quanto riguarda l’avvio degli atti nelle esecuzioni immobiliari: è ipotizzabile un forte ritardo nell’attività dei CTU per le stime, le circa 3.500 udienze di fissazione delle vendite ( ex art. 569 cpc) potranno subire un rinvio di circa 120 giorni e tutti gli adempimenti susseguenti.

Difficile calcolare il danno economico per banche e servicer, ma sicuramente il danno sarà importante. L’effetto negativo si riverserà sicuramente anche sull’andamento delle GACS (Garanzie cartolarizzazione  sofferenze), già sotto la lente di Banca d’Italia durante questo mese. Si tratta, quindi, di un danno sistemico che necessita di un intervento di sostegno legislativo, cosi come si sta prevedendo per tutti gli altri settori produttivi italiani.

Nell’era delle aste telematiche, non ancora adottate in tutti i Tribunali, si comprende, finalmente, che l’asta è soltanto la finalizzazione di un lungo lavoro preliminare legato alle visite degli immobili ed alla gestione delle custodie e ad altri adempimenti di cancelleria non meno importanti. Il diffondersi dell’allarme rende quindi difficile un sereno svolgimento della fase preliminare all’asta.

Il rischio, per le parti in causa, debitori e creditori, è quello di arrivare ad aste deserte: per effetto delle ordinanze, che prevedono automatici esperimenti successivi, si rischierebbe un ribasso del 25% per la successiva asta.

 
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1 Commenti:

Mediterranea Real Estate
10 Marzo 2020, 19:26

Probabilmente sarà così come si legge nell'articolo visti gli sproporzionati costi che raggiungono le spese per ogni esecuzione. Che le banche ne possano soffrire ho qualche dubbio visto che queste vendono i crediti per recuperare liquidità, forse potrebbero soffrirne gli speculatori, ma questo fa parte del gioco, di sicuro però non ne soffriranno i debitori che si vedono aggiungere un po' di tempo per cercare di recuperare un po' di denaro e pagare, uscendo da questo girone infernale, dove tutti gli attori cercano di spremere il più possibile i malcapitati! Ma perchè le banche invece di vendere i crediti in sofferenza a terzi, a quattro soldi, non propongono ciò ai malcapitati, alleviandoli e risparmiando un bel po' di soldi e di tempo?

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