Pubblicato il Sondaggio Congiunturale sul Mercato delle Abitazioni di Banca d'Italia
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Sondaggio Congiunturale Abitazioni
GTRES

Gli agenti immobiliari prevedono segnali di rialzo sui prezzi di vendita delle case. Lo dice Banca d’Italia, che ha pubblicato il Sondaggio Congiunturale sul Mercato delle Abitazioni. Vediamo insieme quali sono le previsioni immobiliari per il 2022

Agenti immobiliari ottimisti sui prezzi delle case

Tra i 1.425 agenti immobiliari intervistati nel Sondaggio dal 27 settembre al 22 ottobre 2021, si sono rafforzati i segnali di pressioni al rialzo sui prezzi di vendita delle case, nel III trimestre rispetto al precedente, sia nel proprio mercato che in quello nazionale. Anche le attese di crescita delle quotazioni nel trimestre in corso sono divenute prevalenti rispetto alle aspettative di un calo dei listini.

Il saldo fra giudizi di aumento e riduzione delle quotazioni immobiliari nel III trimestre è divenuto positivo (a 0,6 punti percentuali, da -3,3 nell’indagine precedente), per la prima volta dall’inizio della rilevazione nel 2009. Tuttavia, la quota degli agenti che esprimono valutazioni di stabilità dei prezzi di vendita si conferma nettamente prevalente e pressoché stabile rispetto alla precedente indagine (al 67,2%).

Le previsioni 2022 degli agenti immobiliari sul mercato delle case in Italia
Banca d'Italia

L’effetto Superbonus 110 sul mercato delle case in Italia

Poco più di un terzo degli agenti ritiene che l’introduzione del superbonus 110% abbia avuto un’influenza positiva sulla domanda di abitazioni nel corso dell’ultimo anno. Tra questi, il 63,9% asserisce che lo stimolo sia stato più accentuato per le abitazioni indipendenti. Al contempo, questa misura fiscale non avrebbe particolari impatti nell’orientare la domanda a seconda della dimensione dell’abitazione e della sua collocazione urbana o non urbana. Si è consolidata la percezione degli agenti che l’epidemia induca nel complesso un’espansione nella domanda di abitazioni, con un impatto almeno fino alla metà del 2022.

Le previsioni 2022 degli agenti immobiliari sul mercato delle case in Italia
Banca d'Italia

Vendere casa con agenzia immobiliare, come è andato il 2021

La percentuale di agenzie immobiliari che hanno venduto almeno una casa nel III trimestre è scesa all’82,4% (da 85,8% nel II); di esse, il 78,6% ha venduto solo abitazioni preesistenti. Anche il saldo tra i giudizi di aumento e riduzione dei potenziali acquirenti, fortemente cresciuto nel II trimestre, si è riportato sui livelli di inizio anno (a 3,0 punti percentuali, da 11,7), con un peggioramento diffuso alle aree sia urbane sia non urbane.

Agenti immobiliari, nuovi incarichi a vendere

Il saldo negativo fra la percentuale di agenti immobiliari che segnalano un aumento di nuovi incarichi a vendere e quella di chi ne indica una flessione si è ampliato (a -27,8 punti percentuali, da -23,6 nella scorsa rilevazione), sia nelle città sia nelle aree non urbane. La quota di agenzie che riportano una diminuzione degli incarichi da evadere continua a superare quella di coloro che ne segnalano un incremento, sebbene in misura meno accentuata rispetto all’indagine precedente (-25,3 punti percentuali, da -28,4).

Vendita di case a sconto, quanto si paga in meno

Lo sconto medio sui prezzi di vendita delle case rispetto alle richieste iniziali del venditore è tornato ad aumentare lievemente (al 9,7%, dal 9,3% nel II trimestre). Il divario fra prezzi offerti e domandati resta la causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere

Oltre la metà degli agenti continua a indicare proposte di acquisto ritenute troppo basse dai venditori (53,5%) e prezzi giudicati troppo elevati dai compratori (50,6%), come le cause prevalenti di estinzione dell’incarico a vendere.

Comprare casa con un mutuo, quanto è difficile?

La difficoltà di accedere a un mutuo per comprare casa è segnalata sempre meno dagli agenti immobiliari come causa principale dell’estinzione dell’incarico a vendere (al 21,3%, da 23,2% nella scorsa indagine, la quarta diminuzione consecutiva).

Il 71,3% delle compravendite è stato finanziato con mutuo ipotecario (dal 69,6% nel II trimestre); il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è pressoché stabile, al 77,8%.

Le previsioni 2022 degli agenti immobiliari sul mercato delle case in Italia
Banca d'Italia

Case in affitto, canoni ancora in calo

Gli agenti immobiliari nell’80 per cento dei casi hanno dato case in affitto; in questo caso la quota di coloro che segnala un aumento dei canoni è inferiore a quella di chi ne segnala un calo (nel III trimestre), ma il gap si riduce dalla precedente rilevazione (-6,3 punti percentuali, da -20,2). Nelle aree non urbane il saldo, tornato positivo nella rilevazione precedente, si è invece ulteriormente ampliato (10,9 punti percentuali, da 3,9).

Si alzano invece le attese sui canoni di locazione nel trimestre in corso: la quota degli agenti che prefigura un aumento dei canoni si è portata al 14,7% (dall’11,7%), quella di chi se ne attende una riduzione al 9% (dall’11,1%) e il saldo è maggiore nelle aree non urbane.

Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore ha continuato a diminuire, portandosi al 3,2% (dal 3,8%). Il divario tra la quota di agenzie che hanno riportato incarichi a locare in crescita nel III trimestre e la percentuale di quelle che ne hanno segnalato una diminuzione è divenuto ancor più negativo (-25,2 punti percentuali, da -21,8).

Le previsioni degli agenti immobiliari sul mercato delle case

Le previsioni degli agenti immobiliari sulle condizioni del proprio mercato di riferimento nel IV trimestre sono migliorate, con un saldo tra aspettative favorevoli e di peggioramento tornato positivo per la prima volta dall’inizio del 2020 (2,7 punti percentuali, da -2,2 nell’indagine precedente) e le prospettive si confermano in prevalenza positive anche su un orizzonte biennale.

Si è attenuato il saldo negativo tra le attese di aumento e diminuzione dei nuovi incarichi a vendere nel trimestre in corso (-6,9, da -13,8); nello stesso orizzonte anche le attese sui prezzi di vendita hanno continuato a migliorare, con un saldo fra aumento e diminuzione divenuto positivo per la prima volta dall’inizio della rilevazione nel 2009 (5,3, da -1,0).

Anche relativamente al mercato nazionale si è ampliato il saldo tra aspettative positive e negative da parte degli agenti immobiliari circa l’andamento del mercato immobiliare nazionale nel IV trimestre (a 4 punti percentuali, da 0,3). Su un orizzonte di due anni il saldo è rimasto pressoché stabile, a 33,1 punti.

Previsioni 2022 sulla domanda e offerta di case in vendita

Tra gli agenti immobiliari si amplia la differenza tra la quota di coloro che ritengono che l’epidemia induca nel complesso un’espansione nella domanda di abitazioni e quella di chi si attende un impatto negativo (a 35 punti percentuali da 29,5). L’impatto della pandemia sulla domanda di abitazioni si estenderebbe almeno fino alla metà del 2022 per oltre il 70% degli agenti che si attendono effetti di stimolo alla domanda (dal 64,2%).

Le opinioni riguardo i riflessi dell’epidemia sull’offerta di abitazioni si confermano bilanciate: l’offerta di abitazioni starebbe aumentando per effetto della pandemia per il 35,2% degli agenti, diminuendo per il 35,6%. È nuovamente diminuita la percentuale di agenzie che si attendono effetti al ribasso sui prezzi di vendita (al 30,4% dal 34,8% nella precedente rilevazione), divenendo inferiore alla quota di chi ne prefigura effetti al rialzo, cresciuta al 31,5% dal 29,6% e tra costoro circa l’80% ritiene che questi perdureranno almeno fino a metà del 2022.

Aspettative sui canoni di locazione delle case nel 2022

È salita infine la quota degli agenti immobiliari che si attende una maggiore domanda di locazioni per effetto dell’epidemia (al 41,4%, dal 36,9% nella precedente rilevazione) e specularmente è diminuita quella di chi ne prefigura riflessi negativi (al 24,1%, dal 31,4%). Le percentuali di agenti che si attendono pressioni al rialzo ovvero al ribasso sui canoni di locazione derivanti dall’epidemia sono divenute bilanciate (entrambe circa al 23%), mentre nella precedente rilevazione prevalevano nettamente le attese di ribasso.

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