L'Unione degli Universitari è delusa dalla nuova proposta per regolamentare gli affitti brevi. In una nota, il sindacato studentesco parla di goccia che fa traboccare il vaso e fa sapere che "la nuova bozza preparata dal Ministero del Turismo è totalmente insufficiente. Non solo New York, ma in moltissime città del mondo si introducono forti limitazioni sugli affitti brevi, restringendo il numero massimo di notti. In Italia, invece, si pensa soltanto ad un obbligo di affittare le stanze per un minimo di due notti, soltanto nei centri storici delle città metropolitane. Non ci accontentiamo di una misura spot che non risolve nulla".
L'UDU dunque accusa il Governo e procede verso una mobilitazione nazionale, anticipata già nei giorni scorsi: "Noi universitari siamo pronti alla mobilitazione. Il Governo ha tradito le aspettative degli studenti che hanno protestato in tenda, non affrontando la crisi abitativa. Prima il disastro sul PNRR, ora un nuovo passo falso sugli affitti brevi che sottraggono migliaia di abitazioni alle locazioni ordinarie. Per farci ascoltare, ci stiamo preparando per nuove iniziative di protesta in tutta Italia che annunceremo a breve".
"L'estate sta finendo, come cantava una vecchia canzone. Sono passati oltre tre mesi dalla mobilitazione studentesca per protestare contro i costi folli degli alloggi universitari ma dal governo su questo fronte non arriva ancora alcuna risposta. Nel frattempo gli affitti continuano ad aumentare: siamo arrivati a un +40% rispetto al 2019, con picchi estremi nelle grandi città. A Milano è ormai impossibile trovare una stanza a meno di 600, ma i rincari sono diffusi ovunque da Nord a Sud. Che fine hanno fatto le promesse del governo che solo a maggio aveva promesso di affrontare il tema della crisi abitativa e degli alloggi universitari?". Così il capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera Antonio Caso.
"Nell'ultima rata del PNRR sono stati decurtati oltre 500 milioni proprio per la costruzione di nuovi studentati e vedremo se e come saranno recuperati, e le ultime proposte sugli affitti brevi rappresentano un pannicello tiepido che non risolverà praticamente nulla. Anzi, grida ancora vendetta il taglio al fondo di copertura delle spese di locazione dei fuori sede, che con il governo Conte era stato finanziato con 15 milioni e che Giorgia Meloni ha portato a 4. Su questo tema ci faremo sentire in maniera forte e vigorosa come già fatto nei mesi scorsi, quando grazie a una mozione a mia prima firma abbiamo imposto al governo di venire in Parlamento a dare delle risposte su questo fronte che però ancora oggi evidentemente latitano. Sosterremo convintamente la mobilitazione degli studenti universitari perché la crisi abitativa sta picconando il diritto allo studio di un'intera generazione e l'immobilismo del governo non è più tollerabile".
"Mentre lo stato di New York adotta provvedimenti di 'stampo sovietico' per combattere la turistificazione e la gentrificazione delle città, il governo italiano affronta solo parzialmente un problema che dovrebbe coinvolgere il mercato della locazione nel suo complesso, la fiscalità, le dinamiche connesse alla destinazione d'uso degli immobili in ambito condominiale e il conseguente contenzioso". Così in una nota i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet e Uniat commentano il disegno di legge Santanché per gli affitti turistici.
"Il provvedimento che viene proposto dal Ministero del Turismo - scrivono - non contribuisce a risolvere i problemi della condizione abitativa che è stata notevolmente aggravata dall'utilizzo degli immobili per le locazioni brevi e tuttavia, in quanto teso a colmare la mancanza di una regolamentazione quadro di livello nazionale, costituisce un primo segnale di inversione di tendenza. Auspichiamo si tratti dell'inizio di un percorso che ci auguriamo continuerà in direzione di un vero contrasto alla gentrificazione e di un rilancio di politiche dell'abitare fondate su una maggiore valorizzazione del ruolo dei Comuni".
"Con il pesante limite di questa premessa dobbiamo riconoscere che, a seguito degli incontri svolti con la Ministro Santanché, le misure di natura fiscale e di sicurezza degli alloggi proposte dalle organizzazioni sindacali degli inquilini sono state accolte. Degna di rilevanza è anche la costituzione di una banca dati nazionale, che, se correttamente utilizzata, potrà confermare o smentire se il processo di espulsione delle famiglie dai centri urbani è un tema che effettivamente merita maggiore attenzione nel nostro paese", aggiungono i sindacati degli inquilini.
"Rimane una occasione persa - concludono - non aver fornito ai sindaci strumenti più idonei per regolamentare una offerta turistica che non sia completamente a scapito della residenzialità e per arginare i processi di inaccettabile trasformazione delle modalità di utilizzo degli immobili destinati alla locazione".
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