La Direttiva europea Right To Repair potrebbe finalmente rendere più accessibili e convenienti le riparazioni. Nell’attesa della sua approvazione definitiva meglio rivolgersi a un Lab Repair Café  
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Molto spesso quando l’aspirapolvere, la lavastoviglie, la macchina da caffè o qualsiasi altro elettrodomestico si rompe, o inizia a funzionare meno bene perché alcune parti sono da sostituire, si preferisce acquistare un elettrodomestico nuovo piuttosto che farlo riparare, soprattutto quando la garanzia legale è scaduta.

In un futuro, non troppo lontano, sarà invece più facile ed economico per tutti far riparare i prodotti invece di eliminarli. A rendere possibile l’accesso a questa possibilità, a tariffe contenute, sono alcune nuove norme europee che devono essere tuttavia ancora approvate in via definitiva:  Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto alcune settimane fa un accordo sulla direttiva proposta dalla Commissione europea che garantisce il diritto alla riparazione (Direttiva Right to Repair, R2R).

L’obiettivo di questo intervento è quello di “ridurre gli sprechi e sostenere il settore delle riparazioni, rendendole più accessibili e convenienti”. La decisione rappresenta un passo avanti nello sforzo di ridurre i rifiuti prolungando la durata di vita dei prodotti.

Ovviamente, una volta approvata, per entrare in vigore, la Direttiva europea dovrà essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Ue ed essere recepita nei Paesi membri tra cui l’Italia.

Diritto alla riparazione, la nuova direttiva UE

Le nuove norme con l’introduzione di un diritto alla riparazione degli elettrodomestici intende in un sol colpo far bene al pianeta, ridurre gli sprechi e aiutare i consumatori a risparmiare abbattendo le spese.

Il punto chiave della Direttiva è costituito dall’introduzione dell’obbligo per i produttori di rendere disponibili le riparazioni disponibili anche dopo la scadenza della garanzia che accompagna l’elettrodomestico.

I consumatori inoltre dovranno essere informati in modo chiari sull’esistenza di quest’obbligo di riparazione a carico del produttore e della possibilità di prendere in prestito un dispositivo mentre il proprio è in riparazione (o di optare, in alternativa, per un nuovo prodotto).

Cosa si intende per diritto alla riparazione?

I produttori dovranno garantire l’accesso online ai prezzi indicativi delle riparazioni. Ma non solo: dovranno rendere disponibili pezzi di ricambio e strumenti a un prezzo che viene definito dal legislatore europeo come “ragionevole”. È stato inoltre raggiunto un accordo che vieta ai produttori di utilizzare clausole contrattuali e tecniche hardware o software per ostacolare le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o prodotti in 3D forniti da riparatori indipendenti.

La piattaforma dell'Unione Europea

Per facilitare il processo di riparazione sarà istituita una piattaforma online europea articolata in sezioni nazionali. Attraverso queste piattaforme, i consumatori di ogni paese della Ue potranno trovare officine di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione guidate dalla comunità, come i cosiddetti “café di riparazione” A seguito del recepimento delle nuove norme, ogni Stato membro dovrà introdurre almeno una misura per promuovere la riparazione, come voucher e fondi dedicati, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno per spazi di riparazione gestiti dalla comunità.

Riparazione fai da te presso i Lab Repair Café

Nell’attesa dell’approvazione in via definitiva della normativa è possibile rivolgersi oltre che ai piccoli artigiani che ancora effettuano riparazioni, a onor del vero sempre più spesso introvabili, anche ai Repair Café presenti in alcune città italiane da diversi anni.

Non si tratta però di vere e proprie officine, bensì di luoghi di incontro e di scambio sul territorio: molto spesso si tratta di punti di aggregazione gestiti da associazioni o cooperative che gestiscono diverse attività con finalità sociali, tra cui i laboratori di riparazione.

I Repair Café sono luoghi in cui i  volontari, tra cui artigiani e professionisti che hanno competenze di tipo tecnico, informatico, e appassionati di bricolage, si mettono a disposizione della comunità per aggiustare diverse tipologie di oggetti: dai complementi di arredo alle biciclette fino agli elettrodomestici di uso comune tra cui frullatori e phon e persino cellulari, pc, e tv.

L'iniziativa, nata nel 2009 in Olanda da un’idea dell'ambientalista Martine Postma, si è gradualmente diffusa in Gran Bretagna, Germania, Francia, e nel 2015 è sbarcata anche nel nostro Paese.

Tanti Lab Repair Café  in tutta Italia

Il primo Lab Repair Café italiano è stato fondato, a Roma, in via Monte Metà: si chiama  “Aggiustotutto” e offre uno spazio sempre disponibile per iniziative e progetti di riparazione, riciclo e riuso. Chi ha un’idea o un progetto di riciclo creativo può mettersi in contatto con i promotori dell’iniziativa utilizzando il canale Telegram. Per poter accedere agli strumenti basta iscriversi all’associazione e partecipare versando una quota di dieci euro ( che permette di acquistare nuovi strumenti utili per le riparazioni).

Via via in tutta la Penisola sono nati diversi gruppi: solo per citare quelli “storici”, a Bologna, in via Turati, dal 2017 è attivo il progetto “Rusko – Riparo Uso Scambio Comunitario”,  mentre a Milano, in via Ettore Ponti, è attivo il Lab Barona Repair Café, iniziativa promossa dall'impresa sociale La Cordata e gestito con il supporto di associazioni e volontari del quartiere. All’interno di questo spazio vengono raccolti in donazione mobili e oggetti per la casa e grazie alla presenza dei volontari vengono riparati quelli in cattivo stato.

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