
La quota finale per le spese del riscaldamento non fa riferimento solo al consumo volontario ma anche a quello involontario che si riferisce alla dispersione dalle reti di distribuzione dell'impianto di riscaldamento centralizzato.
Nello specifico, la Uni 10200 suddivide 2 categorie di consumo energetico: con consumo volontario del riscaldamento si comprende l’effettivo consumo del riscaldamento, ciò che è segnato nei contabilizzatori dell'unità immobiliare. Invece, il consumo involontario invece, rappresenta l'energia termica che non è stata direttamente e volontariamente utilizzata dal soggetto, ma ciò che si disperde dalle reti di distribuzione dell'impianto di riscaldamento centralizzato, ma non solo, anche ciò che è disperso attraverso il raffrescamento e dall'acqua calda sanitaria.
Cosa sono i consumi involontari del riscaldamento? La quota involontaria
Dall’entrata in vigore del D.Lgs 102/2014, ciò che è compreso nella quota involontaria sono i consumi necessari per mantenere a temperatura l’acqua presente nelle colonne montanti e nelle tubazioni dell’impianto, fino al punto in cui si diramano nei singoli alloggi. L’importo per questi consumi è diviso in base ai nuovi millesimi redatti dal termotecnico in fase di progettazione. La quota dei consumi involontari è variabile in media tra un 20 ed un 30% delle spese vive sostenute per l’energia elettrica a servizio della centrale termica e combustibile.
Cosa sono i consumi volontari del riscaldamento? La quota volontaria
I consumi volontari, nonché la quota volontaria, sono suddivisi in base al consumo reale del riscaldamento, vale a dire ciò che è segnato nei contabilizzatori dell’unità immobiliare. La spesa può variare dall’ 80 al 70% della spesa sostenuta per energia elettrica e combustibile. La divisione tra consumi volontari e involontari è necessaria per la gestione delle spese energetiche e dell’impatto ambientale. Difatti, migliorando l’efficienza energetica dell’abitazione, è possibile ottenere importanti riduzioni sulle spese di riscaldamento.

Gestione ottimale dei consumi volontari
Per ciò che riguarda la gestione ottimale dei consumi volontari, il segreto risiede pratiche quotidiane atte al risparmio energetico. Queste contengono l’impostazione di una temperatura dell’abitazione ragionevole che, generalmente, è compreso tra i 19°C e i 21°C , in cui il miglioramento dell’isolamento della casa gioca un ruolo fondamentale; e l’impiego di programmatori per controllare l’attivazione del sistema di riscaldamento solo quando è effettivamente necessario.
Come si calcola il consumo involontario del riscaldamento?
Il calcolo dei consumi involontari, che è necessario per stabilire come dividere equamente le spese relative all’impianto di riscaldamento centralizzato tra i condomini, può essere eseguito attraverso 2 metodologie: calcolo analitico e calcolo semplificato.
- Calcolo analitico: considera un’analisi specifica delle dispersioni termiche nell’impianto di riscaldamento centralizzato. Le perdite delle colonne montanti e delle tubazioni sono stabilite con un calcolo termotecnico completo. Questa metodologia richiede, di solito, l’intervento di un professionista qualificato e idoneo a valutare con precisione le perdite di calore in base alle caratteristiche specifiche dell’impianto, alle dimensioni dell’edificio e ad altri parametri tecnici. Ottenuti i dati precisi sulle dispersioni termiche, è attuabile il calcolo preciso del consumo involontario complessivo. Il conteggio è eseguito seguendo l’appendice A della UNI TS 11300.
- Calcolo semplificato: si può impiegare nel caso in cui non sia possibile effettuare una valutazione specifica delle dispersioni termiche o in casi in cui si desidera una stima approssimativa dei consumi Questa metodologia si basa su un valore prestabilito, il coefficiente, che tiene conto della tipologia dell’impianto di riscaldamento. Questo valore è moltiplicato per il fabbisogno ideale di energia termica utile dell’edificio. Pur non essendo un calcolo preciso rispetto all’approccio analitico, fornisce comunque una stima apprezzabile dei consumi involontari e può essere valevole quando si necessita di una valutazione più rapida e meno dettagliata.
È bene specificare che, i regolamenti condominiali possono prevedere disposizioni apposite per la suddivisione delle spese dei consumi involontari e la giurisprudenza ritiene valide queste previsioni nel momento in cui il regolamento condominiale è stato approvato all’unanimità da tutti i proprietari.
Consumo involontario acqua calda sanitaria
La soluzione più pratica, valida ed equa, per la ripartizione dell’acqua calda sanitaria, è l'installazione di un contatore di calore che registra i consumi generali. Dopo questa divisione dei costi generali, l'assemblea condominiale dovrà decidere come vuole ripartire in base ai consumi. Quella indicata dalla norma tecnica UNI 10200 è un calcolo che obbliga la ripartizione dei costi fissi in base ai fabbisogni per l'ACS delle diverse unità immobiliari, che non sono appunto equivalenti a come quelli del riscaldamento. Invece, un’altra opzione più semplice, che spesso scelgono i condomini, è quella di ripartire il 30%/50% secondo una tabella millesimale basata ad esempio sui m² utili delle abitazioni, e ciò che resta in base ai consumi registrati dai contatori per l’acqua.

Strategie per ridurre i consumi involontari
Per ridurre i consumi involontari, è necessario adottare delle pratiche per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione. Queste possono includere gli interventi di riqualificazione energetica, come ad esempio il miglioramento dell’isolamento termico di pareti, soffitti, pavimenti e l’installazione di nuovi infissi ad alta efficienza. Altre tattiche per abbattere i consumi involontari includono: l’installazione di sistemi di riscaldamento più moderni ed efficaci, l’utilizzo di termostati intelligenti per migliorare la regolazione del calore e l’impiego di sistemi di recupero del calore.
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