Dopo il fishing, il vishing, lo smishing e l’sms spoofing, prende piede la tecnica del “bonifico sbagliato”
Commenti: 0
Truffa online
Pixabay

Si allunga l’elenco delle tecniche utilizzate dai malintenzionati per sottrarre denaro dai conti corrente. Per evitarle il primo passo è conoscerle in modo tale da poter diffidare da qualunque richiesta “sospetta” al momento opportuno. In diversi casi di frode riportati nelle ultime settimane nelle pagine di cronaca locale,  il meccanismo utilizzato è quello del finto “alert”: la “vittima” riceve una mail, un sms, un messaggio whatsapp e persino telefonate in cui viene comunicato che, a causa di un tentativo di intrusione sul conto, è opportuno spostare la liquidità su un altro conto corrente ( ovviamente quello indicato dai malintenzionati). Ovviamente il timore di perdere il proprio denaro e il tono d’urgenza con cui si chiede di effettuare il trasferimento di denaro purtroppo avrebbe già indotto in errore molti italiani per somme anche elevate.

La tecnica del finto “alert”

L’ultima tecnica utilizzata consiste in una specie di combinazione tra lo smishing (che consiste in una forma di phishing che utilizza i messaggi di testo fasulli inviati sui telefoni cellulari per richiedere dati personali) e il vishing (un attacco tramite telefono o messaggio vocale).

Dopo un messaggio di allarme (sms spoofing) si viene contattati da un sedicente impiegato della banca che  che dimostra di essere a conoscenza di tutti i dati anagrafici e del numero di conto:  con tono professionale avverte il cliente che il suo conto corrente rischiava di essere svuotato dai ladri. A questo punto lo invita “per sicurezza” a dirottare tutta la giacenza del conto mediante un bonifico intestato alla banca al fine di metterli al sicuro.

Lo stesso schema può essere utilizzato in una versione semplificata anche solo via sms. Si viene allertati tramite messaggio di un sospetto movimento in uscita sul conto indicando l’importo dell’operazione.

L’sms contiene anche un link a una falsa pagina di autenticazione  in cui viene chiesto di inserire i dati di accesso al proprio home banking. Con questa tecnica i truffatori sono in grado di ottenere i dati di autenticazione e di usarli subito per accedere al conto della vittima ed effettuare bonifici.

Gli elementi che traggono in inganno

Il sistema di raggiro delle vittime, che punta all’acquisizione di codici dispositivi e dati personali riservati, si sviluppa inizialmente mediante l’invio di falsi sms, da parte di utenze telefoniche identiche a quelle di noti istituti di credito (spesso proprio quelle della banca di cui si è clienti) o di fornitori di servizi finanziari ( circuiti che gestiscono le carte di debito e di credito). Può accadere anche che come mittente del messaggio non compaia un numero, ma la denominazione di una banca.

I truffatori possono inviare pertanto sms molto simili a quelli che abitualmente si ricevono  dopo aver effettuato un pagamento con carta di credito o di debito ( se si è scelto di utilizzare questo servizio) : l’unica differenza è che contengono un link e la richiesta di inserire dei dati per completare o verificare transazioni già effettuate.

Cliccando sul link ricevuto però si verrà reindirizzati su una pagina web utilizzato dal “phisher” che sarà  così in grado di accedere al conto corrente e di effettuare operazioni dispositive. In molti casi, i malviventi sono addirittura in grado di simulare un malfunzionamento della pagina che non permette la prosecuzione della procedura di accesso ai servizi di home banking: in questi casi bisogna essere ulteriormente prudenti perché la stessa schermata riporta di solito un messaggio scritto che si sarà a breve contattati da un operatore per la risoluzione dei problemi.

Effettivamente, dopo pochi minuti, la vittima riceve una chiamata in apparenza proveniente dal “numero verde” della banca, nel corso della quale il falso operatore  riesce a farsi consegnare i codici di accesso al conto ( inclusi quelli “Otp”) e quelli dispositivi delle operazioni, utilizzandoli per scopi fraudolenti, quali bonifici e pagamenti.

La truffa del bonifico sbagliato

Il meccanismo della truffa del bonifico sbagliato è invece ancora più semplice rispetto alle altre: compare a sorpresa un accredito non dovuto o inatteso sul nostro conto corrente ( ossia non si tratta dello stipendio o di una donazione da parte di amici e parenti).

A quel punto si viene contattati dal truffatore che chiede di restituire tali  somme effettuando un bonifico verso un determinato codice iban ( ossia le coordinate bancarie) per il riaccredito: ma questo iban di destinazione è diverso da quello di provenienza e qui si cela l’inganno.

 Nella maggior parte dei casi quel denaro ha una provenienza illecita e farlo circolare sul conto di un soggetto del tutto ignaro ha l’unico scopo di rendere più complicato risalire al flusso reale di denaro e quindi al destinatario finale. Spesso accade che quelle somme siano state infatti sottratte ad altri risparmiatori attraverso altre operazioni, tra cui, ad esempio, una finte compravendita di un prodotto, di un immobile o attraverso la prenotazione di una casa-vacanze fantasma.

Per rientrare in possesso del denaro, il truffatore contatta il titolare del conto adducendo scuse sul fatto che si tratta di bonifico sbagliato ( perché ha sbagliato magari solo il numero finale…). Chiederà quindi  di girare il denaro su un altro conto corrente. Ma aderire a questa richiesta rappresenta un reato: quando la vittima della truffa originaria farà la denuncia alle forze dell’Ordine chi ha effettuato il bonifico ( su richiesta dell’ignoto truffatore) dovrà dimostrare di non esserne complice.

Ecco perché se viene indicato un beneficiario diverso da quello di provenienza è bene avvertire sia la propria banca, sia le Forze dell’Ordine.

Come comportarsi in caso di truffa?

La polizia ricorda di diffidare sempre quando si presentano simili situazioni, di non fare mai operazioni bancarie o comunque movimentazione di denaro su richieste di terze persone, di non fornire i dati dei propri conti, le credenziali di accesso all’home banking e i codici delle carte di credito e di debito. Al minimo dubbio l’invito è di rivolgersi sempre alle Forze dell’Ordine chiamando il 112.

L’ABI (Associazione Bancaria italiana) ha fornito dei suggerimenti per contrastare i crimini informatici e le truffe e aumentare la sicurezza degli utenti.

In caso di truffa, i consigli da seguire in particolare sono tre, a seconda dei casi: sporgere denuncia alle forze dell’ordine, rinnegando le operazioni finanziarie che sono state illegittimamente effettuate sul proprio conto; in caso di frodi su carte di pagamento, va bloccata all'istante la propria carta, contattando il servizio clienti della propria banca o l’emittente; inviare una raccomandata alla propria banca, illustrando i fatti e allegando sempre copia della querela presentata alle Autorità e di un documento di identità.

L’ABI raccomanda inoltre di monitorare con una certa periodicità i movimenti sul proprio conto corrente e di conservare i codici di accesso ai servizi bancari con cura, così come i codici di sicurezza delle carte di pagamento. Per utilizzare i canali online è opportuno usare sempre password diverse e abbastanza lunghe, caratterizzate da caratteri alfanumerici e caratteri speciali.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Etichette