Spettrale e seducente, nella stessa misura. Entrare nello scenario di un “paese fantasma” è come aprire le porte di un non luogo, sospeso al di sopra del tempo e dello spazio. L’impatto è violento e mansueto, terrificante ma anche rassicurante. È un susseguirsi di contraddizioni, che sembrano legittimarsi a vicenda e che poi finiscono per precipitarti addosso. Tutte insieme. In Italia esistono diversi borghi abbandonati, uno di questi è Tocco Caudio Vecchio, in provincia di Benevento. idealista/news lo ha visitato per raccontarvelo e mostrarvelo con delle suggestive immagini dall’alto realizzate con il drone.
Lo scenario spettrale di un paese fantasma
Per arrivare ai ruderi di Tocco Caudio Vecchio, dalla stazione di Benevento, ci vuole circa una mezz’ora di auto. Dopo aver percorso una strada provinciale e il Fondo Valle Vitulanese, il navigatore ci fa svoltare in una stradina ripida e isolata. Ci siamo solo noi e per arrivare a destinazione si alternano salite e discese di notevoli pendenze, tanto che non adiamo mai oltre la prima marcia. Nulla, però, sembra indicarci che stiamo arrivando sul luogo che stiamo cercando. Abbiamo visto qualche immagine su internet, ma intorno a noi non troviamo riferimenti.

Fino a quando arriviamo a una piazzola, secondo il navigatore del nostro smartphone siamo arrivati. La stradina, però, prosegue. Guardando oltre, più in basso, vediamo un’altra auto parcheggiata e un edificio. Forse è una casa, forse una fattoria o forse entrambe le cose. Ma il navigatore ci dice che siamo arrivati ai ruderi di Tocco Caudio Vecchio, dobbiamo fidarci. C’è una sbarra chiusa. Dopo aver preso il necessario per le riprese, passiamo sotto la sbarra e iniziamo a salire.
Un cane abbaia per qualche secondo, passiamo di fianco a un cancello senza avere idea di cosa ci sia al di là (oltre al cane). Ci fermiamo per un istante, il cane smette di abbaiare. Continuiamo a salire e notiamo dei lampioni che, sicuramente, sono aggiunti di recente dopo qualche lavoro di riqualifica. Così come il lastricato che stiamo calpestando. Con il fiato un po’ corto ci troviamo di fronte a uno spiazzo: le mura di una chiesa ristrutturata, così come il tetto, qualche metro più in là però la vegetazione selvaggia inizia a mostrare tutta la bellezza e la desolazione di un panorama cannibalizzato dall’oblio.

Quel che resta di Tocco Caudio Vecchio è una via, a cui lati si può ancora vedere quel che resta degli edifici distrutti dal terremoto che ha colpito il Sannio e l’Irpinia nel 1980. In mezzo e tutto intorno a questa desolazione c’è il verde. Come se la vegetazione avesse pudore di lasciare manifesti i segni devastatori della natura. Così le facciate distrutte e decadenti sono coperti da piante (ma non sembra il Bosco Verticale) e dai tetti sfondati escono fuori i rami degli alberi che affondano le radici laddove una volta viveva una famiglia.

Il primo impatto con questo scenario è forte, sembra il set di un film post apocalittico. È impossibile immaginar come potesse essere oltre quaranta anni fa. Ci avviciniamo all’entrata del paese vecchio con circospezione, timorosi e indecisi se inoltrarci o meno. Dopo qualche passo la curiosità prende il sopravvento, entriamo persino in alcuni edifici, il più delle volte è impossibile capire se una volta fossero case, botteghe o uffici. Altre volte, si trova qualche indizio, addirittura troviamo una moka.

Poi, tutto d’un tratto, sentiamo un rumore un po’ indefinito. Sembra il verso di un animale. Lo sentiamo di nuovo. Forse è più un lamento. Di sicuro non può essere il vento che passa tre le mura devastate e sposta i rami degli alberi. Ci spaventiamo, restiamo immobili. Non sappiamo cosa sia, ma potrebbe essere pericoloso, torniamo indietro e usciamo in fretta da quel groviglio di rovi e macerie che una volta era la via principale di un antico borgo medievale. Rieccoci nello spiazzale, ci prepariamo per le riprese con il drone. Le immagini sono lo strumento più potente per raccontare Tocco Caudio Vecchio, uno dei paesi fantasma più sconvolgenti d’Italia.

La storia di Tocco Caudio Vecchio
Come si legge anche sul sito del Comune di Tocco Caudio, la storia di questo territorio è sempre stata caratterizzata da una intensa attività sismica. Il borgo fu danneggiato pesantemente da un terremoto già 1293 e, successivamente, da un altro sisma ancor più devastante che, nel 1456, lo rase al suolo. Pur tornando ad essere abitato, perse definitivamente l'importanza che aveva in precedenza in favore di Vitulano. Pesantissimi furono anche i danni che il paese subì con il terremoto del 1688.

Con il passare degli anni si registrarono diversi altri terremoti, come quello del 1930 che provocò danni tali da optare per la costruzione di un nuovo centro abitato. Tuttavia, il vecchio centro di Tocco era ancora in massima parte abitato fino a quando, una serie di movimenti franosi negli anni ‘50 e poi il terremoto del 1962, costrinsero la popolazione a una serie di evacuazioni ed abbattimenti: in tale occasione si ridusse di molto la popolazione rimasta ad abitare sul costone tufaceo. Il paese vecchio fu definitivamente abbandonato in seguito all'ennesimo sisma del 1980.

Nel 2004, sempre secondo quanto riportato sul sito del Comune di Tocco Caudio, “è iniziato l'iter burocratico per un piano di recupero del vecchio centro. Tale progetto prevede in particolare di destinare spazi alla musica, ispirandosi al fatto che il musicista settecentesco Nicola Sala era nativo di Tocco. Negli anni successivi sono stati effettuati i lavori di ristrutturazione della vecchia chiesa parrocchiale di San Vincenzo”.
La redazione di idealista/news ha contattato telefonicamente il sindaco di Tocco Caudio, Gennaro Caporaso, il quale ha declinato l’invito a concedere un’intervista, affermando: “Non abbiamo intenzione di fare niente per il momento”.

Il mercato immobiliare della zona
Oltre alla parte vecchia che è rimasta abbandonata dopo il terremoto del Sannio e dell’Irpinia del 1980, ovviamente, c’è anche la parte nuova e abitata di Tocco Caudio. Attualmente, su idealista sono pubblicati annunci per casa in vendita e in affitto nel paese. Tuttavia, la base dati è troppo esigua per costruire una media dei prezzi e dei canoni al mq.
Più in generale, però, secondo l’indice dei prezzi delle case di idealista rilevato a settembre 2024, nella provincia di Benevento il costo medio al mq per acquistare un immobile residenziale è di 838 euro/mq, in calo del 4% rispetto a 12 mesi fa. Al contrario, gli affitti sono aumentati mediamente del 16,6%, attestandosi a una media di 6,5 euro/mq.
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