Le previsioni di Nomisma sui dati delle compravendite residenziali
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san michele in bosco
Qbert88, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

I dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate confermano la vitalità del comparto residenziale, che nel secondo trimestre 2025 registra un incremento dell’8,1% nelle compravendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che ricalca le previsioni di Nomisma e che consolida il trend di ripresa avviato nel 2024 dopo il crollo del 2023. Tuttavia, gli analisti avvertono: la fase espansiva sembra aver già raggiunto il proprio apice e il mercato potrebbe avviarsi verso una progressiva decelerazione, complice la stabilizzazione attesa dei tassi di interesse e l’andamento dei mutui.

Scenario macroeconomico: tra geopolitica e inflazione

Le prospettive del settore si collocano in un contesto internazionale fragile. Le tensioni geopolitiche, i conflitti ancora aperti e l’inasprimento delle barriere commerciali pesano sull’economia italiana, riducendo le stime di crescita e alimentando pressioni inflazionistiche. A questo si somma l’indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie, con effetti diretti sulla capacità di spesa immobiliare. Se da un lato l’offerta abitativa resta limitata, nonostante il calo dei tassi e l’allentamento dei criteri bancari sui mutui, dall’altro la domanda potenziale continua a crescere, sostenuta da bisogni strutturali accumulati nel tempo.

Locazioni: incremento moderato e tensione nei grandi centri

Parallelamente al comparto compravendite, il mercato delle locazioni segna un aumento dell’1,5% nei nuovi contratti, trainato quasi esclusivamente dai comuni caratterizzati da forte pressione abitativa. La tendenza evidenzia un fabbisogno crescente, mentre l’offerta rimane rigida, alimentando spinte al rialzo sui canoni.

Le previsioni di Nomisma: fiducia con cautela

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma, il secondo semestre 2025 si apre con maggiore incertezza. Nel segmento corporate gli investitori si mostrano più selettivi, concentrandosi su comparti in grado di garantire redditività stabile: infrastrutture digitali, logistica, residenziale in formula rent to buy e alloggi per studenti.
Diversa la situazione negli uffici: gli immobili di fascia alta, in linea con i criteri ESG e collocati in aree centrali, continueranno a registrare buone performance, con bassi tassi di sfitto e canoni in crescita. Al contrario, gli spazi meno qualificati rischiano di perdere attrattività, con conseguente calo della domanda e contrazione dei canoni.

Residenziale in primo piano, retail più prudente

Gli operatori intervistati da Nomisma segnalano un clima di fiducia positivo per il settore residenziale, seppur con una maggiore prudenza rispetto al 2024. Il saldo delle opinioni rimane favorevole sia per compravendite che per locazioni, ma con un ridimensionamento che riflette l’impatto delle incertezze macroeconomiche e la perdita di capacità di spesa delle famiglie. La domanda abitativa appare ancora in crescita, soprattutto in affitto, mentre l’offerta continua a ridursi.
Il comparto non residenziale (uffici e retail), invece, resta più debole: domanda limitata, offerta abbondante e difficoltà di assorbimento negli immobili periferici o non aggiornati alle nuove esigenze funzionali.

Le prospettive secondo Nomisma

Per Elena Molignoni, responsabile dell’Osservatorio Nomisma, il mercato immobiliare resta fortemente segmentato, con profonde differenze territoriali e tipologiche. Si prevede un aumento degli acquisti di prime case, a fronte di un calo nelle nuove abitazioni, complice la contrazione strutturale dell’attività edilizia. Più che sulla nuova costruzione, il settore sembra puntare sulla valorizzazione del patrimonio esistente, con la riqualificazione residenziale destinata a prevalere come trend dominante.

 

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