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In alcuni casi l’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) riconosce ai lavoratori autonomi un contributo economico mensile per il sostegno dei familiari a carico. Di norma, gli assegni al nucleo familiare (Anf) sono riconosciuti ai lavoratori dipendenti.

I lavoratori autonomi ai quali l’Inps riconosce un contributo economico mensile per il sostegno dei familiari a carico sono i coltivatori diretti (o anche coloni e mezzadri), i piccoli coltivatori diretti e i titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti compresi).

Gli importi degli assegni familiari per i lavoratori autonomi sono più bassi di quelli degli assegni al nucleo familiare dei lavoratori dipendenti. Ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri spettano 8,18 euro mensili per ogni familiare a carico; ai pensionati iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi spettano 10,21 euro; ai piccoli coltivatori diretti sono riconosciuti 1,21 euro per ogni genitore a carico o equiparati.

L’aiuto economico è riconosciuto solamente quando il nucleo familiare si trova al di sotto di una determinata soglia di reddito, variabile a seconda del numero dei componenti. Per una famiglia formata da due persone il reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione è di 19.222,07 euro. Si sale rispettivamente a 24.711,85 euro, 29.515,81 euro, 34.319,82 euro e 38.896,38 euro fino ad arrivare a 43.472,19 euro per i nuclei familiari composti da 7 o più persone.

Per averne diritto è necessario che il familiare per cui si richiede sia considerato a carico, ciò significa che questo non deve avere un reddito superiore a 707,54 euro (nel caso del coniuge, del genitore e di ciascun figlio) o di 1.238,19 euro (per due genitori o equiparati).

Nel caso dei figli e dei nipoti bisogna rispettare anche un requisito anagrafico, poiché gli assegni familiari spettano solo nel caso in cui questi abbiano meno di 18 anni. Si possono richiedere anche per i figli di età inferiore a 21 anni (ma solo se apprendisti o studenti) o di 26 anni (se studenti universitari non fuori corso). Non è richiesto alcun requisito anagrafico, invece, per figli e nipoti a carico che risultano inabili al lavoro.

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