Il decreto crescita è intervenuto anche in tema di pensioni anticipate. Vediamo chi potrà usufruire dello scivolo di 5 anni previsto per i lavoratori più anziani.
L’obiettivo dichiarato del provvedimento è quello di incentivare il turnover nelle grandi aziende. Lo scivolo di 5 anni per le pensioni anticipate, infatti, riguarda i lavoratori delle aziende con più di mille dipendenti e con riorganizzazioni in atto. Queste imprese, con le novità inserite dal decreto crescita, potranno licenziare i lavoratori più anziani, offrendo loro uno scivolo di 5 anni (la precedente versione della norma prevedeva 7).
I requisiti per le pensioni anticipate
Il decreto crescita introduce la possibilità di accedere alla pensione anticipata ai lavoratori a cui non manchino più di 60 mesi (5 anni, per l’appunto) dal maturare il diritto alla pensione di vecchiaia e che abbiano già maturato il requisito minimo contributivo.
L’indennità, infatti, sarà commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Lo scivolo viene pagato dall’azienda e potrà essere concesso anche ricorrendo ai fondi di solidarietà bilaterali, se già costituiti o in corso di costituzione, senza dover modificare i rispettivi statuti.
Contratto di espansione
Lo scivolo di 5 anni per le pensioni anticipate fa parte nel nuovo contratto di espansione che sostituisce quello di solidarietà espansiva per le grandi imprese, ovvero quelle con un oltre mille dipendenti e che intendono avviare processi di rinnovamento tecnologico, reindustrializzazione e riorganizzazione.
La misura verrà introdotta in via sperimentale per il 2019 e il 2020. È prevista anche la possibilità di ridurre l’orario per gli altri dipendenti e, di conseguenza, assumere nuovi lavoratori.
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