Chiedere l’aspettativa non retribuita sul lavoro è un’opzione possibile. Non serve rivolgersi all’Inps, può essere concessa per motivi familiari o malattia. Scopriamo di più.
Non tutti conoscono questa opzione che permette al lavoratore di prendersi una pausa dal lavoro rinunciando però alla retribuzione (da qui la differenza sostanziale con l'aspettativa retribuita). Rinunciando allo stipendio, quindi, è possibile prendersi un’aspettativa dal lavoro con la garanzia di conservare il posto. Il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore in aspettativa non retribuita per non aver portato a termine le sue mansioni, perché quel licenziamento sarebbe illegittimo e quindi impugnabile.
La legge specifica che l’aspettativa non retribuita può richiesta dal lavoratore per gravi motivi familiari (riguardanti il coniuge, il partner di un’unione civile, i genitori, i figli anche adottivi, i fratelli, le sorelle, i suoceri, i parenti o gli affini entro il terzo grado che siano portatori di gravi handicap).
Ma come chiedere l’aspettativa non retribuita? Stando al contratto collettivo di riferimento, e presentando la documentazione che attesti i gravi motivi. Nel settore del terziario-commercio, il datore di lavoro è tenuto a fornire una risposta al lavoratore entro 10 giorni (3 in situazioni d’urgenza), e il dipendente può chiedere un’aspettativa non retribuita per gravi motivi familiari della durata massima di 2 anni, continuativi o frazionati, nell’arco dell’intera vita lavorativa.
Tuttavia, l’aspettativa non retribuita non è necessariamente legata a un grave motivo familiare. Ad esempio, se si è dipendenti dell’azienda da più di cinque anni, è possibile richiederla per esigenze formative. In questo caso, la durata massima dell’aspettativa è di 11 mesi nell’arco dell’intera vita lavorativa.
L’aspettativa non retribuita può essere concessa anche per il ricongiungimento familiare, se il coniuge presta servizio all’estero e il lavoratore non può essere lì trasferito dall’azienda (non esiste una durata massima, ma il provvedimento può essere revocato in qualsiasi momento per ragioni di servizio) e per quei motivi personali che non sono inquadrati dalla legge ma sono contenuti nella maggior parte dei contratti collettivi nazionali di lavoro. In genere, la durata è di 12 mesi nell’arco dell’intera vita lavorativa.
Per chiedere l’aspettativa non retribuita non serve rivolgersi all’Inps, va richiesta direttamente al proprio datore di lavoro e compilare l’apposito modulo reperibile online. L’azienda è tenuta a rispondere in forma scritta, fornendo le sue motivazioni in caso di diniego.
Ovviamente non è possibile richiedere un’aspettativa non retribuita per altro lavoro: questo, se si lavora nel settore privato. I dipendenti pubblici possono invece richiederla (per una durata massima di un anno) per svolgere un’attività in proprio.
È infine necessario chiarire che l’aspettativa accordata può essere revocata per ragioni di servizio se è stata concessa per motivi familiari, oppure se il motivo della sua richiesta viene a meno: il decesso del familiare per le cui cure ci si è dovuti assentare, il divorzio dal coniuge per cui si è richiesto il ricongiungimento familiare.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account