Il governo continua a cercare la quadratura definitiva sulla riforma fiscale 2022. Dopo le modifiche dell’ultima ora degli emendamenti, ecco le principali novità della riforma del Fisco in tema di regime forfettario, Irpef, Irap, Catasto, cashback e non solo.
Le ultime novità sulla riforma fiscale 2022
Dallo scivolo di due anni per la flat tax del regime forfettario fino al taglio delle aliquote Irpef, sono diverse le novità della riforma fiscale. E si passa anche dal principio di equità orizzontale alla priorità per società di persone, studi associati e società fra professionisti per il graduale superamento dell’Irap.
Nel testo della riforma fiscale è presente anche una clausola di salvaguardia per escludere una aumento della pressione fiscale, oltre a sanzioni più soft sugli errori. Sono solo alcune delle novità nelle riformulazioni degli emendamenti alla delega fiscale inviati dal Mef ai gruppi di maggioranza.
Regime forfettario
Uno dei temi più dibattuti, in sede alla maggioranza, è quello che riguarda la flat tax. Nel dettaglio, la riforma fiscale 2022 dovrebbe intervenire sulla soglia del regime forfettario per le partite Iva (tassazione agevolata tra il 5 e il 15% per chi accumula ricavi al di sotto dei 65mila euro).
Attualmente, è previsto che le partite Iva che superano i 65mila euro di ricavi escano dal regime forfettario per passare al regime ordinario di tassazione. Tuttavia, il governo sembrerebbe orientato a modificare questa situazione. Con la riforma fiscale 2022, infatti, chi supera i 65mila euro dovrebbe avere altri due anni di imposte agevolate (probabilmente di poco superiori al 15%) prima di entrare nel regime di tassazione ordinaria.
Irpef
Inoltre, secondo le ultime notizie, la riforma fiscale 2022 dovrebbe contenere novità anche in merito alla riduzione delle aliquote Irpef, introdotte dalla legge di bilancio 2022:
- fino a 15.000 euro, 23%;
- oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25%;
- oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%;
- oltre 50.000 euro, 43%.
Tuttavia, la riforma fiscale dovrebbe ridurre ulteriormente gli scaglioni, passando quindi da quattro a tre: 23%, 33% e 43%.
Cashback
Altra importante novità della riforma fiscale dovrebbe essere quella del nuovo cashback, introdotto per recuperare le spese detraibili con l’accredito diretto sul conto corrente, senza attendere la detrazione in dichiarazione dei redditi.
Ma cosa vuol dire? Sostanzialmente, ogni volta che si comprano dei farmaci (a cui dal 2023 si dovrebbero aggiungere anche le spese sanitarie, dalle visite alle prestazioni) sarà possibile scegliere come usufruire della detrazione del 19%: incassarla direttamente tramite l’applicazione IoApp oppure aspettare la dichiarazione dei redditi successiva.
Catasto
Il tanto dibattuto articolo 6 del testo della riforma fiscale non cambia, prevede la modifica del sistema di rilevazione catastale degli immobili, un provvedimento pensato per facilitare il lavoro dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni per individuare e classificare correttamente gli immobili, con l’obiettivo di fare emergere quelli “fantasma”, non regolari e sconosciuti al Fisco.
L’impianto introdotto dalla riforma fiscale sarà poi completato da una norma che espliciterà i principi e i criteri da seguire per integrare le informazioni presenti nel catasto dei fabbricati, che dovrà essere disponibile dal 1º gennaio 2026 (valore patrimoniale e rendita attualizzata dell’immobile, rilevata in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico). La riforma non dovrebbe prevedere aumenti delle tasse.
Irap
Altro tema centrale per la riforma fiscale è il graduale superamento dell’Irap, un obiettivo da raggiungere governo tramite decreti legislativi emanati dal governo Draghi in un secondo momento. È un tema, questo, che riguarda direttamente le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.
Nelle intenzioni del governo Draghi, le misure contenute nel testo della riforma fiscale, hanno l’obiettivo di garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario, come previsto originariamente dalla riforma del Fisco.
Nel dettaglio, nel testo si legge che i gettiti debbano essere in misura equivalente per le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario e per quelle sottoposte a piani di rientro che, in base alla legislazione vigente, comportano l’applicazione, anche automatica, di aliquote Irap a maggiori di quelle minime.
Stop all'aumento delle tasse
Nell'articolo 10 del testo della riforma fiscale è inserita una specifica clausola che esplicia l'impossibilità di far scattare un aumento delle tasse: “Dall’attuazione delle deleghe non deve derivare un incremento della pressione tributaria rispetto a quella derivante dall’applicazione della legislazione vigente”.
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