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FIRE, relax
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Chi non ha sognato almeno una volta nella vita di smettere di lavorare vivendo di rendita quando si è ancora giovani per godersi il meglio della vita? Una cosa meravigliosa, ma bisogna potersela permettere. Eppure non è necessario essere nati milionari: con grande forza di volontà, capacità di risparmio e un’attenta pianificazione finanziaria si può aderire al movimento FIRE. Ecco come fare.

Cos’è il movimento FIRE

Il movimento FIRE è uno stile di vita che consiste nel realizzare quanto sintetizzato appunto nell’acronimo. FI sta per Financial Independence; RE, per Retire Early. In breve: raggiungi l’indipendenza finanziaria e smetti di lavorare per vivere di rendita.

Va detto che questa filosofia richiede senza dubbio un grande sforzo, di volontà ed economico, ma non predica il vivere nel lusso, né l’essere necessariamente dei super ricchi. Al contrario, si tratta di uno stile di vita molto frugale e fortemente pianificato, focalizzato sull’obbiettivo finale che è quello di non passare la vita lavorando, ma viverla fino a che si è in tempo.

Come diventare economicamente indipendente

L’idea nasce negli anni ’90 con l’uscita del libro “O la Borsa o la vita”  di Vicki Robin e Joe Dominguez, e si diffonde globalmente dopo il 2011, con il blog dell’ingegnere software canadese Peter Adeney detto “Mr. Money Mustache“, in cui si racconta la storia di come è riuscito ad andare in pensione a 30 anni.

Il passo fondamentale è quello dell’indipendenza economica, che si realizza da un lato riducendo all’osso le spese (concetto che va a braccetto con quello di downshifting), dall’altro accumulando fonti di rendita passiva che le coprano, e che consentano di mettere da parte quanti più risparmi possibili, anche fino al 70 per cento del proprio stipendio. Con una attenta pianificazione finanziaria, dopo un certo numero di anni si può essere certi che i propri risparmi genereranno rendite passive sufficienti per coprire le spese, liberandoci dal bisogno di dover incassare uno stipendio mensile.

Un modo per raggiungere questo, secondo il movimento FIRE, è la regola del 4  per cento.

La regola del 4 per cento

La regola del 4 per cento è la formula che consente di diventare economicamente indipendenti e vivere di rendita. In un mondo ideale tale regola dice che per viver di rendita occorre investire 25 volte le proprie spese annuali in asset che generino reddito, possibilmente sotto forma di un portafoglio ben bilanciato. Questo significa da un lato avere una grande capacità di risparmio, dall’altro una grande capacità di gestione dello stesso (o la disponibilità di un buon consulente che ci aiuti in questo senso).

Ovviamente si tratta di un modello: non tutte le persone sono uguali e possono applicarlo allo stesso modo. Occorre infatti tenere conto dell’età da cui si inizia a risparmiare, delle spese effettive annuali e della capacità di risparmio, che va di pari passo con il reddito percepito. Più sono basse le spese, più è alta la capacità di risparmio e più tempo si ha a disposizione, più si riuscirà a sfruttare gli investimenti – e la rivalutazione degli stessi nel tempo grazie all’interesse composito – e più sarà alta la probabilità di raggiungere presto l’indipendenza economica e iniziare a godersi la vita.

Vivere di rendita

Vivere di rendita, secondo il principio FIRE, non significa poi vivere nel lusso sfrenato, perché una volta che ci si è creati un reddito passivo occorre evidentemente restare nei suoi limiti se non si vuole erodere il capitale accumulato. Il rovescio della medaglia di una situazione che potrebbe sembrare una prigione è che, non dovendo lavorare, si libera una quantità enorme di tempo da investire esattamente come si vuole (anche in attività redditizie che vadano ad integrare la rendita); che è poi il senso del “retire early”, ovvero non vivere solo per lavorare ma, finché si è in tempo, fare anche un po’ ciò che ci va di fare.

Quanti soldi servono per vivere di rendita

Materialmente, applicando la regola del 4 per cento, quanti soldi servono per vivere di rendita? Dipende da quali spese di prevede di avere. A titolo di esempio, se, una volta smesso di lavorare, si prevedono spese per 30 mila euro annue, servirà accumulare 25 volte tanto, ovvero 750 mila euro, da investire per generare il reddito passivo che copra le spese. Cosa che diventa sostenibile se, appunto, di anno in anno non si ritira più del 4 per cento del proprio capitale, che intanto continua ad essere investito e a generare interessi.

Va da sé che il tasso di rendita deve restare costante se non essere in crescita rispetto a quanto pianificato, e che le spese non devono mai eccedere quanto preventivato, per evitare scossoni nel modello. Ecco perché una solida educazione finanziaria è necessaria per questo passo.

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