Se l’affittuario non paga il canone ma è in custodia cautelare in casa, è possibile richiedere lo sfratto dell’inquilino agli arresti domiciliari? Vediamolo insieme.
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Claudia Mastrorilli
Claudia Mastrorilli (Collaboratore di idealista news)

Quando si decide di affittare la propria casa, sorgono molteplici interrogativi in ordine a diverse questioni e, tra queste, ci sono le incertezze legate alla possibilità di ottenere lo sfratto dell'inquilino agli arresti domiciliari, una situazione complessa ma non rara.

In tale circostanza si confrontano due interessi specifici. Da un lato, c'è il diritto del proprietario di liberare l'immobile per il quale l'affittuario non sta adempiendo regolarmente agli obblighi contrattuali. Dall'altro lato, c'è la considerazione delle norme penali e il fatto che l'affittuario è soggetto a una misura alternativa alla detenzione in carcere, come già accennato.

In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza e riportare le informazioni fondamentali relative all'arresto domiciliare, di capire se il soggetto inadempiente e contemporaneamente sottoposto alla custodia cautelare può essere sfrattato dalla casa in affitto, in quali circostanze e come procedere.

Arresti domiciliari: regole per i conviventi

Prima di capire se è possibile e come procedere con lo sfratto di un inquilino agli arresti domiciliari, è necessario fare chiarezza su tale condizione e le norme da seguire per i conviventi. Gli arresti domiciliari rappresentano una misura cautelare adottata dal giudice ogni volta che si ritiene necessario limitare la libertà personale di un individuo sospettato di aver commesso un grave reato.

Per essere più precisi, questa restrizione impone all'indagato di rimanere a casa o in un luogo di residenza privata senza possibilità di uscire. Il giudice può applicare gli arresti domiciliari solo se sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico del soggetto o se c'è un concreto pericolo che, se lasciato in libertà, possa fuggire, inquinare le prove o commettere nuovi reati.

Va sottolineato che gli arresti domiciliari sono una misura cautelare e non richiedono che la persona sia stata condannata in via definitiva (a differenza della detenzione domiciliare che prevede lo sconto della pena nell’abitazione).

Questi arresti comportano l'obbligo di rimanere in casa, a meno che non si ottenga il permesso dal giudice. Se una persona non possiede una casa propria, può indicare qualsiasi luogo di residenza privata, come una casa in affitto o l'appartamento dei familiari, previa autorizzazione del legittimo proprietario. I soggetti, secondo l’art. 284 del Codice di procedura penale possono anche scontare gli arresti domiciliari in un luogo pubblico di cura o assistenza, o in una casa-famiglia protetta.

Per quanto riguarda le persone che coabitano con il soggetto agli arresti domiciliari, il giudice non può impedire loro di avere contatti. A tal riguardo, il giudice può tuttavia imporre limiti o divieti alla comunicazione con persone diverse da quelle con cui il soggetto agli arresti convive. Inoltre, non è consentito ricevere visite da amici e parenti al di fuori delle persone che coabitano con l’indagato o forniscono assistenza nella stessa abitazione.

Chi è agli arresti domiciliari può uscire di casa?

Quando una persona è agli arresti domiciliari, le norme stabiliscono che il soggetto non possa assolutamente allontanarsi dalla propria abitazione o dagli altri luoghi autorizzati.

Tuttavia, il giudice può consentire all'indagato di assentarsi temporaneamente durante il giorno per soddisfarenecessità vitali, se necessarie per il sostentamento, o per svolgere un'attività lavorativa in situazioni di estrema indigenza.

Cosa succede se non ti trovano a casa ai domiciliari?

È importante sapere che il Pubblico Ministero o la polizia giudiziaria hanno il diritto di controllare in qualsiasi momento l'osservanza delle prescrizioni imposte, compiendo verifiche a casa per garantire il rispetto della misura cautelare.

Secondo quanto sancito dall’art. 385 del Codice penale, il soggetto che evade dal luogo in cui si trova ristretto, che sia un carcere o la sua abitazione in caso di detenzione domiciliare o arresti domiciliari, è soggetta a una pena di reclusione compresa tra uno e tre anni (o anche di più in determinati casi ritenuti gravi). Per cui, in questo caso, potrebbe configurarsi il reato di evasione.

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Si può ospitare una persona agli arresti domiciliari?

È consentito ad un soggetto ospitare una persona agli arresti domiciliari? La risposta è tendenzialmente , e lo stesso vale per il locatario che vive in una casa in affitto.

È altrettanto legale affittare la propria casa a una persona in regime di arresti o detenzione domiciliare, ad esempio se il soggetto è ai domiciliari senza residenza, ma diventa conduttore di un appartamento in affitto. Ma cosa accade se tale inquilino diventa moroso o occupa la proprietà anche in presenza di un contratto di affitto giunto al termine? È possibile procedere con lo sfratto o è necessario attendere la fine della misura cautelare?


Ad ogni modo, è bene sapere che, in via preventiva, esiste uno strumento utile al proprietario di casa per proteggersi dalla morosità indipendentemente che si tratti di un soggetto agli arresti domiciliari o meno. Più nello specifico, si tratta della Banca Dati di Morosità Immobiliare (BDMI), un elenco di inquilini morosi consultabile dal proprietario di casa ancor prima di stipulare l’accordo, in modo da tutelarsi dai conduttori inadempienti.

Sfratto dell’inquilino agli arresti domiciliari: è possibile?

Per capire come ottenere lo sfratto dell’inquilino agli arresti domiciliari in attesa di processo è necessario guardare alla giurisprudenza. La risposta a questa domanda, infatti, è stata fornita dal Tribunale di Napoli con ordinanza del 30 marzo 2018, che afferma che la scelta del luogo per scontare la misura cautelare non può impedire l'esecuzione dello sfratto. In altre parole, la persona agli arresti domiciliari non può usare questa circostanza come giustificazione per evitare di liberare l'immobile qualora vi siano i presupposti per una convalida di sfratto.

Nell'ordinanza appena citata, il giudice sottolinea che l’arresto domiciliare richiede la disponibilità diretta da parte del condannato o indiretta da parte dei familiari di un luogo legittimo dove alloggiare. In mancanza di tali requisiti, la misura degli arresti domiciliari non è eseguibile. Se il detenuto non è in grado di indicare un altro luogo idoneo per scontare la pena, ci sono numerosi casi in cui gli arresti domiciliari vengono negati e viene applicata la ben più grave misura della custodia cautelare in carcere.

In linea con la giurisprudenza, quindi, l'esistenza di misure cautelari come gli arresti domiciliari o la detenzione domiciliare non impedisce lo sfratto dell'immobile. Alla luce di ciò, gli arresti domiciliari non rientrano nei casi in cui lo sfratto non può essere eseguito.

Dunque, nel conflitto tra il desiderio del locatore di ottenere lo sfratto e l'obbligo del conduttore di rispettare gli arresti domiciliari presso la residenza indicata dal giudice penale, prevale generalmente il diritto del proprietario di recuperare la sua proprietà.

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In casi simili, dunque, la persona agli arresti domiciliari senza residenza o alloggio legittimo dovrà trovare una nuova sistemazione, indicando al giudice il nuovo luogo dove sconterà gli arresti domiciliari. Questo sembra essere confermato anche dall'Art. 284 del Codice di procedura penale, che stabilisce che gli arresti domiciliari non possono essere eseguiti presso un immobile occupato abusivamente.

Quando non si può sfrattare l’inquilino senza contratto?

Indipendentemente che si tratti di inquilino agli arresti domiciliari o meno, la procedura di sfratto da parte del proprietario di casa non può mai essere avviata quando non vi è contratto. Pertanto, in assenza di un accordo di locazione debitamente registrato, e nella circostanza in cui vi sia comunque un rapporto tra parti (cioè tra affittuario e locatario proprietario) irregolare o non dichiarato, non è possibile sfrattare l’inquilino.

Liberazione dell’immobile 

È dunque possibile inviare la notifica di sfratto alla persona detenuta in casa (o meglio al soggetto agli arresti domiciliari in abitazione affittata) in caso di morosità o finita locazione. Cosa si fa per arrivare alla liberazione dell’immobile? In questi casi, ci si trova a due decisioni emesse da giudici con competenze diverse:

  • il giudice civile, per l'appunto, convalida lo sfratto;
  • il giudice penale autorizza gli arresti domiciliari nell’appartamento oggetto dello sfratto.

In questa sede è necessario informare il giudice penale dell'approvazione dello sfratto e richiedere la modifica del luogo in cui il soggetto dovrà trascorrere il periodo previsto agli arresti domiciliari.

Nel caso in cui il locatario inadempiente si rifiuti di liberare la proprietà scelta per gli arresti entro il periodo stabilito dal giudice civile, l'Ufficiale Giudiziario può arrivare a procedere con lo sfratto esecutivo, eventualmente coinvolgendo le forze dell'ordine.

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