In caso di lutto di un parente stretto può diventare problematico gestirne l’eredità, spesso in caso di assenza di atti testamentari. Ecco perché è fondamentale sapere come muoversi anche in un momento così triste e delicato come quello della perdita di un caro. Infatti, non si diventa automaticamente beneficiari dei beni del defunto in quanto parenti in linea diretta, sono necessari una serie di adempimenti burocratici e fiscali per poter diventare intestatari dei beni in modo legittimo, ma soprattutto impugnabile. In particolare, bisogna comprendere come muoversi nel caso in cui la persona cara abbia lasciato un immobile in eredità, in molti casi con molteplici beneficiari. Ecco, quindi, che risulta necessario comprendere quale sia il percorso legale da intraprendere e soprattutto i costi e le dichiarazioni che ne risultano essere componenti essenziali. Per avere un’idea chiara abbiamo riassunto i punti salienti per la successione in caso di morte di un genitore.
Cos'è la dichiarazione di successione
La dichiarazione di successione serve a stabilire con precisione la composizione e il valore di ciò che rientra nei termini della successione stessa, tra cui le tasse da pagare. Ad esempio, senza questa dichiarazione, presentata da un Caf o da un notaio, non è possibile vendere un immobile ricevuto in eredità.
Come funziona la successione degli immobili
Per diventare eredi di un immobile, la dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso presso l’Agenzia dell’Entrate da uno dei soggetti chiamati all’eredità, o dai loro rappresentanti legali. Dopo una serie di accertamenti, l’Agenzia delle Entrate richiederà il pagamento dell’imposta di successione, che verrà calcolata su aliquote variabili in base al livello di parentela e alle quote ereditarie.
Il primo passo da fare per ricevere in eredità un immobile è l’accettazione di eredità, che può essere espressa, dichiarando in maniera esplicita la volontà di ereditare l’immobile, o tacita, con la quale si accetta l’eredità senza redigere alcun documento formale. Per tutela del futuro proprietario, i notai trascrivono l’accettazione nei Pubblici Registri, passaggio per i quali occorrono il certificato di morte e l’atto di successione.
Come comportarsi quando muore un genitore nel caso di possesso di beni immobiliari
Per la successione in caso di morte di un genitore relativa a beni immobiliari, la procedura è esattamente quella indicata precedentemente. Sarà necessario presentare la dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso e dichiarare l’accettazione di eredità. Si metterà in moto il processo burocratico che porterà gli eredi della successione (in questo caso i figli) a diventare proprietari dell’immobile.
Da quando si è proprietari di un immobile ereditato
Si diventa ufficialmente proprietari di un immobile ereditato quando viene regolarmente presentata la dichiarazione di successione presso l'Agenzia delle Entrate. Questo deve avvenire, come abbiamo detto in precedenza, entro e non oltre 12 mesi dal decesso del genitore.
Una volta divenuti proprietari si potrà disporre dell’immobile come più si desidera, ad esempio vendendolo o affittandolo, sempre in accordo con altri eventuali proprietari dello stesso immobile nel caso di più beneficiari dell'eredità immobiliare nella successione.
La divisione dell'eredità quando manca il testamento
In caso di mancato testamento da parte del defunto, l’eredità sarà divisa tra gli eredi legittimi secondo i seguenti parametri:
- Se il defunto ha dei discendenti, questi concorrono solo con il coniuge, escludendo gli ascendenti
- In assenza di discendenti, il coniuge concorrerà con gli ascendenti
Se uno degli eredi rifiuta di accettare l’eredità, allora l’eredità sarà reindirizzata ai suoi discendenti in caso di rappresentazione. In assenza di quest’ultima la sua quota verrà ripartita tra gli altri beneficiari. In allegato la tabella con le ripartizioni del patrimonio spettanti agli eredi del defunto:
Eredi legittimi | Quote del patrimonio spettanti |
Solo il coniuge | Tutto |
Il coniuge e un figlio | Metà a testa |
Il coniuge e due figli | 1/3 al coniuge e 2/3 ai due figli |
Il coniuge e più di due figli | 1/3 al coniuge e 2/3 a tutti i figli |
Solo il coniuge, fratelli e sorelle | 2/3 al coniuge e 1/3 ai fratelli e sorelle |
Solo il coniuge, fratelli, sorelle e genitori | 2/3 al coniuge, 1/3 altri (ai genitori almeno ¼) |
Solo un figlio | Tutto |
Solo più figli | Tutto suddiviso in parti uguali |
Solo un genitore | Tutto |
Solo due genitori | Metà a testa |
Solo genitori, fratelli e sorelle | Suddiviso in parti uguali (ai genitori almeno ½) |
Solo fratelli e sorelle | Tutto, suddiviso in parti uguali |
Solo i nonni | A metà tra nonni paterni e materni |
Solo bisnonni o altri ascendenti | Tutto a chi ha il grado di parentela più vicino |
Solo altri parenti | Entro il sesto grado al parente più vicino che esclude gli altri |
Costi
Per il passaggio di successione in caso di morte di un genitore sono presenti costi calcolati su aliquote e franchigie ben precise e variabili secondo il grado di parentela con il defunto:
- 4% sul valore complessivo netto che eccede la quota 1 milione di euro per i trasferimenti al coniuge o a parenti in linea diretta
- 6% sul complessivo netto eccedente i 100 mila euro per ciascun beneficiario per trasferimenti in favore di fratelli o sorelle
- 6% sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di franchigia, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado o affini in linea collaterale fino al terzo
- 8% sul valore complessivo netto trasferito a favore di tutti gli altri soggetti, senza nessuna franchigia
In aggiunta a questi costi va calcolato il costo notarile dell’atto di successione.
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