Ecco cosa è emerso dal sondaggio dell’Anammi
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Furti
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Sembra traballare la sicurezza in condominio. Un sondaggio dell’Anammi (Associazione nazional-europea amministratori d’immobili), effettuato tra gli oltre 13mila iscritti, ha evidenziato che il 70% dei professionisti associati è spesso chiamato a gestire, anche psicologicamente, episodi di violenza, fisica o verbale, tra i suoi amministrati. I reati più diffusi sono soprattutto furti, danni all'immobilescritte sui muri e minacce.

L’indagine ha evidenziato che per oltre il 70% degli intervistati, almeno una volta nei condomìni amministrati si è verificato un episodio di violenza, fisica o verbale; oltre il 20% degli intervistati afferma che “ci sente meno al sicuro”. Più di un terzo dei soci Anammi ha ammesso che molto dipende dal quartiere interessato o addirittura dal tipo di condominio.

Giuseppe Bica, presidente dell’Associazione, ha spiegato: “L’indagine sottolinea la maggiore insicurezza percepita dagli italiani che vivono in condominio, un fenomeno che crea notevoli problemi di gestione ai nostri soci, come suggerisce la stessa indagine. Non a caso, negli ultimi anni l’Associazione, nei suoi corsi di formazione, ha incrementato la parte relativa alla psicologia condominiale, in un’ottica di prevenzione”.

I reati in condominio

Il sondaggio condotto dall’Anammi ha rilevato che nel 50% dei casi i reati riguardano i furti, nel 25,8% dei casi i danni all’immobile, nel 21,78% dei casi le scritte sui muri e nel 3,56% dei casi le aggressioni. Un numero, quest’ultimo ridotto, ma di certo rilevante.

Secondo quanto sottolineato da Bica, “il furto, anche se riguarda un’abitazione privata, ha una conseguenza naturale: i condòmini chiedono più sicurezza. Anche gli atti di vandalismo, come un vetro rotto o una scritta sul muro, suscitano giustamente forti timori e la percezione che non sei più al sicuro. In cerca di protezione, si chiede aiuto all’amministratore, anche dal punto di vista psicologico, a conferma che oggi bisogna essere terapeuti, per così dire, dei propri amministrati”.

L’indagine ha poi evidenziato quali sono le soluzioni che si cerca di adottare per fronteggiare i possibili furti o danni all’immobile. Il 69,8% degli amministratori indica l’obbligo di chiusura del portone, il 60% vi aggiunge la migliore illuminazione, il 34,67% l’installazione delle telecamere di sorveglianza, il 27% indica l’allarme, il 24,4% la polizza assicurativa e il 4,89% il servizio di guardiania e portierato. A tal proposito, Bica ha spiegato: “Può sorprendere, ma la soluzione che si è rivelata più efficace è l’obbligo di chiusura del portone. In realtà, tenere chiuso l’ingresso è spesso un ottimo sistema per evitare visite indesiderate”. 

Il sondaggio ha infine mostrato che non sono solo i condòmini vittime di episodi spiacevoli, anche gli amministratori di condominio sperimentano brutte avventure. Nello specifico, il 68% afferma di non avere mai avuto problemi, ma quasi il 15% racconta di essere stato oggetto di aggressioni o minacce più di una volta, mentre per il 16% “si è verificato di rado”. La reazione, nella maggioranza dei casi, è consistita nel fare finta di nulla, mentre il 32% ha denunciato, il 14,22% ha persino rinunciato all’incarico.

Bica ha sottolineato: “Il nostro è un mestiere complicato, il condominio è lo specchio della nostra società, anche nei suoi lati più oscuri. Accanto al fenomeno delle liti, quello degli episodi a sfondo penale deve essere motivo di riflessione per le nostre istituzioni”. Secondo il 38,67% degli amministratori di Anammi occorre maggiore controllo del territorio, per il 37,33% sarebbero necessari incentivi all’adozione di misure di sicurezza e il 22% chiederebbe alle istituzioni sanzioni più severe.
 

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