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Diritti e doveri bagnanti
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Con il grande esodo estivo, e l’affollamento di molte spiagge, anche la vacanza meglio organizzata rischia di essere messa a dura prova da alcuni piccoli inconvenienti. Per uscirne indenni, e possibilmente continuare a godersi il meritato relax, non serve litigare con i vicini di ombrellone, quanto piuttosto conoscere e far valere i propri diritti. Anche in spiaggia. Ecco alcune dritte (dall’accesso al mare, al cibo in spiaggia, dai giochi sulla battigia fino agli amici a quattro zampe), tratte dalla guida scaricabile gratuitamente “Diritti in spiaggia: le risposte alle domande più frequenti“ elaborata dall’Unione Consumatori.

Accesso al mare da stabilimenti balneari

La spiaggia è un bene pubblico e quindi l’accesso deve essere sempre libero e gratuito. Infatti, la legge n. 296 del 2006 prevede che, anche nel caso in cui una parte di spiaggia sia data in concessione agli stabilimenti balneari, e quindi a soggetti privati, il gestore non può impedirne l’accesso, né chiedere un pagamento per il raggiungimento della battigia, anche ai fini della balneazione.

Alcuni gestori invece si ostinano a chiedere un pagamento per consentire l’accesso ai bagnanti che vogliono raggiungere la riva o semplicemente transitare. Si tratta però di un vero e proprio abuso che non tiene conto del fatto che la spiaggia è un bene pubblico e appartiene al demanio anche se è data in concessione agli stabilimenti balneari.

L’accesso al mare rientra tra i principali diritti dei consumatori. Se si usufruisce invece dei servizi messi a disposizioni del lido, come per esempio ombrellone, sdraio, docce e cabina, è invece normale e corretto che il gestore pretenda il pagamento.

Cosa fare nel caso in cui il gestore vieti l’ingresso alla spiaggia

Se il proprietario di uno stabilimento o di un lido balneare si rifiuta di farvi accedere alla spiaggia occorre contattare la Capitaneria di Porto o chiamare i Vigili Urbani e chiedere di intervenire sul posto per fare un verbale. Il suggerimento dell’Unione Consumatori è quello di “conservare” la prova del rifiuto, fotografando cartelli o filmando il negato permesso ad accedere o la richiesta di un pagamento per entrare.

I due riferimenti normativi per far valere le proprie ragioni sono due: oltre all’articolo 11 della legge n. 217 del 2011 che prevede “il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione“, la legge n. 296 del 2006 stabilisce “l’obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione“.

Cosa si può fare sulla battiggia

A scanso di equivoci è bene precisare che la battigia, per la legge, è quella parte della spiaggia che va dal punto dove si infrangono le onde ai primi 5 metri del bagnasciuga (3 metri per le spiagge di ampiezza inferiore a 20 metri).

Sulla battigia è consentito il transito delle persone, ma non si può occupare la sabbia con il telo mare, con la sdraio o con altri oggetti personali (neppure il gestore del lido balneare può occupare questo spazio con le sue attrezzature).

Come sottolinea l’Unione Consumatori “non è possibile occupare la battigia perché la legge n. 217 del 2011 prevede che i 5 metri antistanti il bagnasciuga (3 per le spiagge di ampiezza inferiore a 20 metri), debbano essere lasciati sempre e comunque liberi”. Tale spazio deve rimanere a disposizione per i mezzi di soccorso. Il divieto vale per tutti, anche se si paga l’ingresso. Il potere di controllo non spetta al bagnino, ma alla Capitaneria di Porto.

Spiagge su prenotazione, è legale?

In alcune spiagge libere l’accesso è consentito solo su prenotazione. Si tratta di una pratica lecita: per alcune tipologie (ad esempio quelle considerate “riserve naturali”) è possibile che gli accessi siano limitati, per tutelare l’ambiente marino e contrastare l’erosione del litorale. È il Comune a stabilire le procedure di ingresso, gli orari di permanenza e il numero massimo di persone che possono accedervi giornalmente

Pagamenti elettronici, consumazioni e fumo

Non sempre è possibile accedere al lido solo per bere un caffè: più in generale è il gestore a stabilire le regole per l’accesso al bar che in alcuni casi è aperto al pubblico, mentre in altri è riservato alla clientela.

Per quanto riguarda i pagamenti elettronici, come tutti gli esercenti, anche lo stabilimento/lido è tenuto ad accettarli ( sia con carta di credito o bancomat) salvo i casi di oggettiva impossibilità tecnica (assenza di linea).

La legge vieta esplicitamente il fumo in luoghi al chiuso aperti al pubblico ma non esiste un divieto per il fumo all’aperto. Di conseguenza anche fumare al mare è consentito. Vi sono però numerose amministrazioni locali che stanno approvando delle leggi per vietare il fumo anche in spiaggia. Un’eventuale regola di questo tipo è comunque sempre ben segnalata attraverso cartelli e indicazioni. È invece sempre vietato abbandonare mozziconi di sigaretta in spiaggia.

Spiagge libere: campi sportivi improvvisati e ombrelloni

Lasciare l’ombrellone in spiaggia assicurandosi così il posto migliore il giorno successivo è una comodità a cui molti non vogliono rinunciare tuttavia, si tratta di un’occupazione illegale del demanio pubblico. Sulla spiaggia libera, infatti, non si possono lasciare oggetti come materassini, lettini o ombrelloni per un tempo prolungato. Pena il sequestro degli oggetti da parte delle forze di polizia.

Con lo stesso principio per cui è illegale lasciare l’ombrellone in spiaggia per tutta la notte non è neanche consentito tenere in piedi le installazioni di campi sportivi (da beach volley o da beach soccer ad esempio). È consentito creare dei campi, ad esempio montando una rete da beach volley o creando delle porte da calcio, ma lo si può fare a patto che, una volta utilizzate, vengano smontate e il luogo venga riportato nelle condizioni iniziali.

Lasciare queste installazioni per un tempo superiore rispetto a quello di gioco è anche in questo caso un’occupazione di suolo pubblico e quindi illegale. A questa regola si può derogare in caso di autorizzazione del Comune di competenza, autorizzazione che, ad esempio, hanno gli stabilimenti balneari che offrono questo genere di strutture ai loro ospiti.

Non esiste infatti una normativa nazionale  a cui far riferimento per le partite in spiaggia con gli amici, ma a seconda della località in cui ci si trova potrebbe esserci un divieto specifico. È sempre bene quindi informarsi su eventuali divieti imposti in questo senso dalla Capitaneria di Porto o dal Comune. In ogni caso è sempre bene utilizzare il buon senso evitando di arrecare danno o disturbo agli altri bagnanti.

Cosa dice la legge sui cani in spiaggia?

Per quanto riguarda i cani non esiste una legge regolamenta l’accesso alle spiagge libere e alle acque demaniali, pertanto, in assenza di espliciti divieti regionali, comunali o delle autorità marittime valgono le regole generali per i luoghi pubblici che prevedono che possano girare se sono tenuti al guinzaglio o se hanno la museruola.

Il titolare della concessione su una spiaggia può vietare l’accesso agli animali nel proprio stabilimento balneare o, al contrario, può chiedere al Comune un’autorizzazione a consentirne la presenza. Sono sempre esclusi dalle limitazioni di accesso i cani di salvataggio e i cani guida per non vedenti.

Pranzo al sacco in spiaggia: sì, ma con buon senso

Mangiare è un’attività sempre consentita purché si rispetti l’ambiente in cui ci si trova. Non è infatti in alcun modo vietato mangiare in spiaggia alcun genere di alimenti. È invece severamente vietato lasciare in spiaggia oggetti di plastica come piatti ecc…che possono inquinare l’ambiente marino.

Discorso simile è quello che riguarda il portare cibo in uno stabilimento: il titolare dello stabilimento ha infatti una concessione che vale per lo spazio assegnatogli ma non ha un monopolio sulla ristorazione.

È sempre quindi consentito portare il proprio cibo in spiaggia. Questo vale anche se si è clienti di uno stabilimento (indipendentemente dal fatto che abbia o meno un servizio ristorante). Tuttavia, è importante rispettare il decoro del lido e gli utenti, evitando ad esempio borse frigo eccessivamente ingombranti o di allestire “tavolate” sui lettini.

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