A fine 2023 il settore del turismo ha registrato un tasso di default del 4,1% per le società di capitali, stabile rispetto al periodo precedente, anche se tra i più alti, confermandosi uno dei settori più rischiosi visto che il tasso medio per le società di capitali italiane è il 2,6%. Per la fine del 2024, il tasso di default è stimato da Crif Ratings in ulteriore crescita, con un incremento di circa 1,2/1,3 punti percentuali rispetto al 2023, a riprova del persistere di elementi di fragilità.
Le prospettive tengono conto di un contesto di instabilità a livello globale, su cui continuano a pesare i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente, tassi di interesse ancora su livelli elevati sebbene in leggera diminuzione, nonché le incertezze in termini di traiettoria politica ed economica in Cina e le elezioni Usa.
Le analisi effettuate da Crif, sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie Eurisc, mostrano come nel primo trimestre del 2024 gli importi dei finanziamenti erogati alle società di capitali del settore del Turismo siano in lieve diminuzione (-1,4%) rispetto al pari periodo dell'anno precedente, anche se il calo è minore rispetto a quanto registrato dalla totalità delle Società di capitali italiane (-3,6%). Sulle dinamiche delle erogazioni verso il settore agisce il permanere di tassi di interesse su livelli elevati, i cui primi segnali di riduzione si sono osservati solo a giugno 2024 (-25 punti base da parte della Bce).
Nel mese di giugno i pagatori puntuali in Italia rappresentano il 39,9% del totale, mentre i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo raggiungono il 9,5%. Rispetto al dato medio italiano, il Turismo registra meno pagatori puntuali (20%) e un maggior numero di pagatori con grave ritardo (17,4%). Va tenuto presente come il settore sia caratterizzato da tematiche di stagionalità che impattano sulle performance.
All'interno del comparto turistico, maggiori criticità sono evidenziate da Ristoranti e Bar che presentano pagamenti puntuali solo nel 17,7% dei casi (contro circa il 28,7% rilevato su Agenzie di viaggio e Alberghi) e ritardi superiori ai 30 giorni nel 19,4% dei casi (percentuale più che doppia rispetto a quella osservata su Agenzie di viaggio e Alberghi).
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