L’utilizzo del condizionatore in estate consente di contrastare il caldo efficacemente tanto che si preferisce tenerlo acceso per varie ore nel corso della giornata. Tuttavia, l’uso di questo elettrodomestico, soprattutto se lo si tiene acceso ininterrottamente, non è esente da rischi riguardanti la sicurezza delle persone che si trovino nelle vicinanze e nell’immobile stesso.
Infatti, sono stati segnalati casi nei quali l’apparecchio sia scoppiato. Ecco, quindi perché il condizionatore può prendere fuoco e come prevenire e proteggersi da eventi di questo tipo.
Perché il condizionatore può scoppiare
Il condizionatore può andare a fuoco quando si verifica il fenomeno conosciuto come “effetto diesel”. In base agli incidenti che si sono osservati e che hanno riguardato gli apparecchi di casa e delle attività commerciali, eventuali malfunionamenti possono rendere infiammabile la miscela che si forma all’interno dell’impianto tra aria e gas refrigerante.
Nel momento in cui il gas viene pressato all’interno del compressore può verificarsi lo scoppio e l’ulteriore incendio che causa danni all’abitazione e mette in pericolo la vita di chi si trovi nelle vicinanze. A tal proposito, risulta importante fare il vuoto al condizionatore, che consiste nella procedura che consente nell'eliminare l'aria e l'umidità presente nei circuiti interni dell'impianto.
Dove non si può mettere il condizionatore
Tuttavia, ci si chiede come possa entrare nel circuito l’aria che poi causa lo scoppio. Per descrivere questa eventualità, si individuano due cause principali, ovvero:
- che ci sia stato un errore umano durante l’installazione o nelle fasi di manutenzione dell’impianto, quando si provvede alla ricarica del gas;
- che si sia verificata una perdita o si sia formata una microfessura causate dall’usura, dalla corrosione o dal danneggiamento del circuito.
Perdite e microfessure possono essere prevenute installando il condizionatore in punti dell’immobile dove non siano presenti nelle vicinanze gas infiammabili o fonti di calore. Situazioni di questo tipo, infatti, potrebbero arrecare danni alle parti dell’impianto e provocare lo scoppio del condizionatore.
Cosa succede se il condizionatore rimane acceso di notte
Anche l’utilizzo che si fa del condizionatore può essere causa di scoppi e incidenti. In particolare, tenere l’impianto di condizionamento acceso a ciclo continuo fa crescere il rischio di corto circuito. Di notte, quindi, il rischio che un incendio parta dallo split del condizionatore acceso è reale ed evidente.
È pertanto consigliabile evitare che il condizionatore rimanga acceso per molte ore durante la giornata e di notte, soprattutto se non si è in casa e non si ha la possibilità di verificare che il funzionamento dell’impianto non presenti alcun inconveniente. Un utilizzo corretto dell’impianto potrebbe consistere nel tenerlo acceso durante le ore più calde della giornata e di spegnerlo di sera.
Tuttavia buone pratiche e rischi che il condizionatore possa prendere fuoco dipendono essenzialmente da come si riesca a gestire il caldo, ma anche dalla regolarità della manutenzione, dall’affidarsi a tecnici competenti e qualificati e dal tipo di gas presente nell’impianto.
Il gas del condizionatore è infiammabile?
Riguardo a quest’ultimo aspetto è da sottolineare che i condizionatori utilizzano gas variabili, non uguali per tutti gli impianti. In linea generale, vige il divieto di utilizzo di gas infiammabili come sottolineato anche nella circolare numero 9833 dei Vigili del Fuoco, datata 22 luglio 2020.
Il documento aggiorna le norme contenute nel decreto ministeriale del 10 marzo 2020 e contiene le buone pratiche per prevenire che il condizionatore possa prendere fuoco.
Si consente di impiegare gas A1 o A2L, classificati come leggermente infiammabili e meno pericolosi di altri. Per esempio, l’R32 rientra tra i gas A2L che non annulla del tutto il rischio ma lo riduce rispetto ad altri gas come l’R290 (propano), l’R600 (butano) o l’R454.
Si può reperire una classificazione completa dei gas consultando la norma EN 378, recante “Sistemi di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti di sicurezza e ambientali”.
Cosa succede se il condizionatore perde il gas
L’ulteriore aspetto che può essere causa di incendi dell'impianto è quello dell’errore umano che si verifichi nelle fasi di installazione e di manutenzione del condizionatore, in particolare quando si provvede alla ricarica del gas. Anche per operazioni di questo tipo, la prevenzione risulta decisiva.
La prima raccomandazione è quella di affidarsi solo a tecnici qualificati in grado di conoscere le cause per le quali il condizionatore può scoppiare. Infatti, un errore nel montaggio o una manutenzione non effettuata a regola d’arte possono essere causa di perdita di gas refrigerante o di immissione di aria nel circuito, andando ad alimentare pericolose conseguenze.
Cosa fare se si sente odore di gas?
Il tecnico abilitato deve accorgersi se il condizionatore perde gas refrigerante. Anche una piccola perdita può alimentare un accumulo di gas infiammabile e aumentare il rischio di scoppio. Il tecnico può fornire dei consigli a chi utilizza l’impianto di come accorgersi se il condizionatore perde del gas.
Durante il normale utilizzo dell’impianto e nel caso in cui si senta odore di gas o si sospetti una perdita è bene spegnere il condizionatore immediatamente e staccare l'alimentazione elettrica. Pure in questo caso, occorre chiamare il tecnico specializzato evitando di fare diagnosi e riparazioni da soli.
Quali controlli effettuare sul condizionatore
Anche il compressore deve essere controllato accuratamente dal tecnico. Infatti, guasti e surriscaldamenti non fanno altro che far aumentare il rischio di incendi. Infine, una delle regole basilari per chi possiede un condizionatore è quella di pulire regolarmente i filtri.
Anche per questa operazione è necessario affidarsi a tecnici qualificati che provvedano a liberare l’impianto da possibili intasamenti che comporterebbero il surriscaldamento o il malfunzionamento del condizionatore, aumentando il pericolo di guasti.
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