Gli atti giuridici pubblici e privati sono sempre tassati. Da questa regola generale non sono esenti quelli che coinvolgono le compravendite immobiliari. L’obolo, in questo caso, deve essere versato al momento in cui si trasmette la documentazione all’Agenzia delle Entrate. L’imposta di registro prima casa è regolamentata dal Dpr n. 131/1986 ed è un obbligo fiscale introdotto per conferire validità legale all’operazione oltre a far in modo che un determinato contratto abbia certezza legale. Oltre alle compravendite, in ambito strettamente immobiliare, l’imposta di registro deve essere versata anche per i contratti di affitto.
Quanto costa l'imposta di registro prima casa
Come ha espressamente chiarito l’Agenzia delle Entrate l’imposta di registro ha uno scopo ben preciso: deve essere versata per conservare traccia di alcuni atti e far in modo che abbiano certezza giuridica. È una tassa indiretta, che deve essere applicata sugli acquisti ma è alternativa all’Iva: è dovuta nel momento in cui vengono effettuate delle transazioni tra privati.
La cifra, che deve essere versata, varia tra il 2 ed il 9% del valore dell’immobile, a seconda che si tratti della prima o della seconda casa. La situazione inizia ad essere un po’ diversa nel momento in cui si dovesse decidere di acquistare direttamente da un’impresa costruttrice, che abbia costruito un fabbricato da meno di cinque anni: nell’eventualità che si dovesse venire a realizzare questa situazione, è necessario mettere in conto il versamento di un importo fisso pari a 200 euro. Successivamente sarà necessario calcolare l’Iva in percentuali diverse a seconda delle circostanze in cui ci si dovesse trovare.
Agevolazione acquisto prima casa, di cosa si tratta
Grazie alle agevolazioni per l’acquisto della prima casa è possibile versare le imposte ridotte sull’atto di acquisto nel momento in cui si è in possesso di determinate condizioni.
Molto semplicemente l’agevolazione permette di versare l’imposta di registro del 2% - invece che il classico 9% - sul valore catastale dell’immobile. Potranno essere versate in formato ridotto anche le imposte catastale e ipotecaria, previste nella misura fissa di 50 euro.
Nel caso in cui il venditore dovesse essere un’impresa soggetta ad Iva, questa è al 4% invece che al 10%. Le imposte di registro, catastale e ipotecaria, però, salgono e si attestano a 200 euro ciascuna.
Come si calcola il 2% prima casa
L’imposta di registro è al 2%: ma su che cosa si calcola questa percentuale? Si deve applicare al prezzo di vendita a cui viene valutato l'immobile o alla rendita catastale dell’immobile oggetto dell’operazione: quest’ultima dovrà essere moltiplicata per un coefficiente pari a 115,5.
È bene ricordare che la rendita catastale è il valore che viene attribuito ad un immobile a fini fiscali. Tutti i fabbricati in grado di generare un reddito ne hanno uno ed è condizionato:
- dalla categoria catastale di appartenenza;
- dalla metratura;
- dalla tariffa d’estimo che viene assegnata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Un esempio pratico
Proviamo a fare un esempio pratico, in modo da comprendere come funziona il calcolo dell’imposta di registro. Poniamo il caso in cui si stia acquista una prima casa e l’immobile abbia una valutazione pari a 140.000 euro e una rendita catastale pari a 1.200:
- facendo partire l'operazione dal prezzo di vendita, è necessario calcolare il 2% di 140.000 euro. L'importo da pagare è pari a: 2.800 euro;
- se invece si prende in considerazione la rendita catastale i calcoli sono i seguenti: si deve ricavare il 2% da 1.200 moltiplicato per 115,5. In questo caso l'importo da pagare è pari a: 2.772 euro.
In questa sede abbiamo riportato un esempio puramente dimostrativo, il quale, però, ci fa comprendere come si risparmi calcolando l’imposta di registro sulla rendita catastale.
L’importo minimo da versare
È necessario ricordare, infine, che quando le compravendite coinvolgono dei privati, l’imposta di registro non può mai essere inferiore a 1.000 euro.
Se i calcoli basati sulla quotazione di mercato o sulla rendita catastale dovessero portare ad un cifra inferiore, il versamento deve essere sempre arrotondato al minimo previsto dalla legge.
Quando è stata introdotta la rendita catastale
Introdotta nel nostro ordinamento solo a partire dal 2006, la stima calcolata sulla rendita catastale costituisce quello che viene denominato come il sistema prezzo valore. Attraverso questo sistema di calcolo si riesce a garantire una maggiore equità nel momento in cui si effettuano i prelievi fiscali: non vengono presi in considerazione i prezzi pattuiti nelle compravendite.
Quando si paga l'imposta di registro al 2%?
L’imposta di registro deve essere pagata per gli atti pubblici o autenticati, come sono, appunto, le compravendite, per le quali è necessaria la presenza di un notaio. L’obolo deve essere versato una sola volta e direttamente al professionista che ha redatto e depositerà il rogito, il quale, a sua volta, lo girerà all’Erario rispettando le scadenze previste dalla normativa in vigore.
Quando si deve versare l’imposta di registro per un contratto di affitto, invece, è possibile scegliere se versarla anno per anno o una solta volta coprendo tutta la sua durata. In questo caso è necessario versare il 2% del canone di locazione tenendo conto degli aumenti Istat che devono essere applicati periodicamente. Il versamento deve essere effettuato con un Modello F24.
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