La pianta del frutto del drago, o pitaya, può crescere anche in Italia, ma solo in condizioni climatiche controllate.
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frutti del drago
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Il frutto del drago è sempre più presente in Italia. Coltivazione esotica, richiede alcuni climi idonei. Tuttavia, in zona mediterranea, è comunque possibile coltivare i frutti del drago. Anche se i frutti non saranno grandi e succosi come gli originali d’importazione, la pianta può crescere con successo. Basta, infatti, solo garantirle luce, calore e drenaggio. Scopri, allora, tutto quello che c’è da sapere su questa pianta.

Dove si può coltivare il frutto del drago in Italia?

In natura la pitaya cresce in aree tropicali e subtropicali, su terreni ben drenati, con estati calde e inverni miti. Non sopporta le gelate: temperature prossime a 0 °C possono danneggiare i tessuti, mentre il freddo prolungato sotto i 5–7 °C rallenta drasticamente la crescita. L’ideale per coltivare frutti del drago è un intervallo termico tra 18 e 32 °C, con pieno sole o penombra luminosa nelle ore più torride e un’umidità non eccessiva.

In Italia la coltivazione in piena terra è indicata soprattutto nelle zone costiere del Sud e delle Isole, dove gli inverni sono miti e il rischio di gelate è basso. Nel Centro e nel Nord si può ottenere successo in vaso o in serra, sfruttando microclimi particolarmente riparati, o addossando le coltivazioni a pareti esposte a sud.

frutti del drago
J.hagelüken, CC BY-SA 4.0 Wikimedia commons

La pitaya si può coltivare anche in vaso?

Nonostante la sua altezza possa raggiungere i 6-12 metri, la pitaya può essere coltivata anche in vaso e, in molte regioni italiane, è la soluzione migliore. Coltivare frutti del drago in vaso permette di controllare gli aspetti relativi al drenaggio, alla nutrizione e soprattutto tenere sott’occhio la temperatura, spostando la pianta in serra o in casa.

frutti del drago
Lindomar peter manthay, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

Scelta del vaso e del substrato

Un buon punto di partenza è dato anche dal vaso adatto e dal terriccio scelto. La pitaya ha radici poco profonde ma vigorose e necessita di spazio per ancorarsi e nutrirsi. Le caratteristiche del vaso potrebbero essere queste:

  • Volume minimo di 30–40 litri per pianta adulta.
  • Vaso profondo 35–45 cm, robusto e con ampi fori di drenaggio.
  • Strato di drenaggio sul fondo con 3–5 cm di pomice o lapillo
  • Substrato fatto dal 40–50% di materiali inerti come pomice, perlite o lapillo, 30–40% terriccio universale di qualità, 10–20% sabbia grossolana.
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Brocken Inaglory, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

Tutoraggio, potatura e gestione

La pianta del frutto del drago cresce come una rampicante: va guidata su un sostegno centrale e poi lasciata ricadere, tecnica che stimola fiori e frutti. In particolare, dovrai:

  • Inserire un tutore centrale alto 1,8–2,0 m con una traversa o un piccolo “ombrello” in cima.
  • Condurre un solo fusto verticale fino alla sommità.
  • Fare una potatura annuale a fine inverno: eliminando rami deboli o intrecciati, la chioma si mantiere ariosa.
  • Rinvasare ogni 1–2 anni a fine inverno, aumentando il volume del 20–30%.
  • Le irrigazioni dovrebbero essere moderate: bagna a fondo e poi lascia asciugare il primo terzo di substrato.
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Quanto ci mette il frutto del drago a crescere

I tempi di crescita e fruttificazione variano in base alla provenienza della pianta (talea o seme), al clima, alla luce e alla gestione della pianta. In condizioni ottimali, una pitaya da talea può teoricamente fruttificare già dal secondo anno.

In Italia la stagione utile per la fruttificazione e la coltivazione va da fine primavera a inizio autunno. Le fioriture sono notturne e possono arrivare in più ondate tra giugno e settembre. Dopo l’allegagione, il frutto matura in 4–7 settimane. 

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