Installare dei pannelli solari su un immobile o su un campo agricolo è un buon investimento per abbattere la spesa dell’elettricità o dell’acqua calda o per creare valore con la produzione di energia pulita. Ma è importante ricordare che impianti fotovoltaici e Imu vanno a braccetto: se è vero che gli impianti domestici, con una potenza inferiore a 3 kW e non integrati, non determinano l'obbligo di versare l’imposta, quelli di grandi dimensioni e fissati stabilmente al suolo sono ritenuti a tutti gli effetti dei beni immobili, per i quali è necessario mettere mano al portafoglio.
Impianto fotovoltaico paga Imu?
Nel momento in cui si vengono a configurare determinate condizioni è necessario pagare l’Imu sull’impianto fotovoltaico. A condizionare il versamento o meno dell’imposta sono principalmente sua la tipologia - che può essere a terra o integrato -, la dimensione e la sua classificazione catastale.
Volendo sintetizzare al massimo, ci possiamo trovare davanti a due differenti situazioni: la prima è costituita dagli impianti a terra. Stiamo parlando di vere e proprie centrali fotovoltaiche, per le quali è necessario pagare l’Imu. La seconda situazionale è costituita dagli impianti integrati sugli edifici (sia quelli residenziali che quelli industriali):
- quando l’impianto è al servizio dell’abitazione o dell’edificio con una potenza non eccessiva, non determina dei cambiamenti alla rendita catastale tale da comportare l'obbligo di versare l'imposta.
- Quando invece l’impianto è di grandi dimensioni e impatta in modo significativo sulla rendita catastale, l’impianto fotovoltaico potrebbe essere soggetto all’Imu.
Cosa succede se non dichiaro l'impianto fotovoltaico
Dimenticarsi di dichiarare un impianto fotovoltaico, almeno in Italia, porta all'irrogazione di una serie di sanzioni amministrative e fiscali. A determinare le conseguenze a cui si rischia di andare incontro sono gli adempimenti omessi.
Le sanzioni amministrative e pecuniarie
Installare un impianto fotovoltaico senza aver ottenuto le necessarie autorizzazioni edilizie lo rende, in modo automatico, abusivo. Questo comporta una serie di sanzioni, che, nei casi più gravi, si possono trasformare in un sequestro dell’impianto. Ma non solo, si corre il rischio:
- di ricevere delle multe specifiche, che possono variare da 60 a 360 euro per ogni kW di potenza dell'impianto;
- di avere problemi con il GSE: per un impianto fotovoltaico non registrato o senza le dovute certificazioni il gestore dei Servizi Energetici non riconoscerà alcun tipo di incentivo, contributo e non permetterà di accedere a tariffe incentivanti (come può essere lo Scambio sul Posto);
- di violare le norme in vigore sulle accise: la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica è sottoposta ad una serie di normative fiscali specifiche. Nel caso in cui l’impianto fotovoltaico non dovesse essere dichiarato comporta l’irrogazione di una serie di sanzioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per le violazioni in questa materia.
Quli sono le conseguenze catastali e fiscali
Quando l’impianto fotovoltaico supera una determinata soglia - generalmente 3 kW - o nel momento in cui determina un aumento della rendita catastale dell’immobile del 15% deve essere obbligatoriamente accatastato. Non procedere in questo senso porta all’elevazione di una serie di sanzioni amministrative.
Altro importante fattore da tenere a mente sono le detrazioni fiscali, che si perdono ne caso in cui non si dovesse trasmette la comunicazione all'Enea sui lavori svolti entro 90 giorni dalla loro ultimazione: è un obbligo previsto per poter beneficiare dei bonus edilizi.
A quale categoria catastale appartiene l’impianto
La categoria catastale di un impianto fotovoltaico è condizionata dalle sue dimensioni, dalla destinazione d’uso e dalla sua integrazione con l’edificio. In altre parole non è prevista un’unica categoria fissa e, quando si vengono a configurare particolari situazioni, è necessario procedere con un accatastamento autonomo.
A fornire le indicazioni su come ci si debba comportare è stata l’Agenzia delle Entrate attraverso la circolare n. 36/E del 19 dicembre 2013.
Impianti domestici pertinenziali
Quando gli impianti fotovoltaici sono installati su un edificio residenziale o su un’area di pertinenza sono considerati, generalmente, come una pertinenza dell’unità immobiliare principale. Non c’è alcun obbligo di accatastamento autonomo, ma costituiscono un bene mobile o una parte integrante dell’immobile esistente: la presenza deve essere indicata all’interno della planimetria aggiornata, attraverso una linea tratteggiata sulla copertura. Non è necessario creare un nuovo subalterno.
In questo caso può scattare l’obbligo di variare la rendita catastale dell’immobile, ma solo quando l’impianto dovesse incrementare in modo significativo la sua redditività: questo avviene quando si generano delle potenze elevate, che vanno oltre i 6 kW.
Impianti a terra o di grandi dimensioni
Il discorso ovviamente inizia a cambiare leggermente quando l’impianto fotovoltaico costituisce una vera e propria unità immobiliare produttiva autonoma: stiamo pensando, per esempio, a dei parchi fotovoltaici che vengono realizzati su delle aree dedicate o quelli che hanno una potenza elevata, che per questo devono essere accatastati in modo separato.
In questo caso è necessario fare riferimento a due diverse categorie catastali:
- la D/1 (Opifici), quando ci si riferisce a degli impianti a terra o sono al servizio di un fondo agricolo;
- la D/10 (Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole) quando ci si riferisca ad un bene strumentale per un’attività agricola.
Il diritto di superficie
Nel caso in cui l'impianto fotovoltaico sia stato realizzato su un diritto di superficie, l’Imu deve essere versata dal titolare del diritto di superficie e si applica all’impianto stesso, il quale, a questo punto, viene considerato un bene immobile a sé stante. L'imposta non deve essere versata dal proprietario del terreno.
L'accertamento Imu su un impianto fotovoltaico
Nella maggior parte dei casi gli avvisi di accertamento Imu riguardano delle situazioni nelle quali l’impianto avrebbe dovuto essere stato accatastato in modo autonomo o quando la sua presenza incrementa la rendita catastale, ma in realtà questo non è avvenuto. I controlli scattano nel momento in cui il Comune rileva una mancata o errata dichiarazione dell’immobile, che determinata un’evasione dell’imposta dovuta.
Cosa fare in caso di accertamento
Nel momento in cui un contribuente dovesse ricevere un avviso di accertamento Imu su un impianto fotovoltaico deve:
- controllare che l’atto sia corretto: si deve verificare a quali anni si riferisce l’accertamento e che siano state applicate le corrette norme catastali e fiscali;
- verificare l’accatastamento: è necessario controllare che l’impianto sia stato accatastato in modo corretto e se la rendita dell’immobile principale sia stata aggiornata seguendo le indicazioni contenute nella circolare 36/E/2013 dell'Agenzia delle Entrate;
- nel caso in cui si dovesse ritenere l'avviso di accertamento illegittimo, è possibile presentare ricorso.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account