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Brexit, quali documenti servono ora per entrare in Gran Bretagna?
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Fino ad oggi per andare in Gran Bretagna era sufficiente presentare la carta d’identità all’ingresso. Con la Brexit però le cose potrebbero cambiare. Quali saranno i documenti da presentare?

Con l’approvazione della Brexit, recarsi nel Regno Unito per studio, lavoro, svago, potrebbe diventare molto più complicato. Se infatti, con la Gran Bretagna nell’Unione Europea, era sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio, dopo la dipartita del Regno potrebbe volerci il passaporto, proprio come se ci si dovesse recare dall’altro lato del mondo. La speranza è che la Gran Bretagna, come già la Svizzera, stipuli accordi bilaterali con i vari Paesi per agevolare l’ingresso delle persone entro i confini nazionali. Nel regno di Elisabetta II infatti si concentrano innumerevoli attività economiche con diramazioni in tutta Europa, nonché il turismo di tutto il mondo (Londra resta una delle mete preferite nel mondo e in Europa in particolare), quindi introdurre complicazioni all’ingresso potrebbe non essere una buona idea.

In assenza di informazioni contrarie, comunque, possiamo ipotizzare che il passaporto sarà necessario, così come una sorta di Esta, l’Electronic System for Travel Authorization statunitense, che fornisce a coloro che aspirano varcare la soglia degli Stati Uniti un modulo da compilare sulle proprie intenzioni durante il viaggio, onde sincerarsi (anche se farlo con un modulo è piuttosto bizzarro) di non avere a che fare con persone dalle velleità terroristiche o criminali. Occorrerà poi munirsi di passaporto e carta di identità elettronica, ma con molta probabilità verrà studiato un sistema di profilazione digitale, per evitare gli ingressi con documenti falsificati.

Quando entreranno in vigore queste modifiche? Al momento ancora non si sa. Le ultime notizie ci dicono che la Brexit è fissata per il 31 gennaio 2020, ma è lecito pensare che, dopo tanti rinvii, ce ne possa essere un altro. Anche perché nel frattempo (il prossimo 12 dicembre) ci saranno le elezioni per il rinnovo della Camera dei Comuni, che potrebbero in qualche modo influenzare le cose.

Una volta avviata la Brexit, nei piani del premier Boris Johnson, ci dovrebbe essere un periodo di tolleranza che si concluderà però il 1 gennaio 2021, quando la chiusura delle frontiere diverrà operativa a tutti gli effetti. A partire da quella data, per vederle aprire davanti a sé, bisognerà chiedere un’autorizzazione via web almeno tre giorni prima di partire (appunto, su modello dell’Esta americano), per ottenere un visto elettronico della durata di tre mesi. Per permanenze più lunghe si dovrà richiedere un visto di lavoro o di altro tipo. Fermo restando che le autorità britanniche potrebbero decidere di negare l’accesso a propria discrezione, in particolare a persone con precedenti penali.

Insomma, non una bella prospettiva per le tante persone che si recavano a Londra per un weekend mordi e fuggi, o per frequenti trasferte di lavoro. Le code ai controlli si prospettano bibliche e le limitazioni al limite del medievale. Chi desidera vedere Londra in libertà, quindi, è bene che lo faccia presto, in questi brevi giorni natalizi; altrimenti, meglio iniziare le pratiche per la documentazione necessaria e prepararsi ad essere molto pazienti.

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