Commenti: 0
Contratto di locazione ad uso transitorio
canva.com

Quando si ha bisogno di un immobile per un periodo di tempo limitato, si ricorre al cosiddetto “contratto di locazione transitorio”. Scopriamo cos’è, come si compila e cosa prevede la normativa in merito al canone d’affitto e alla proroga dell'accordo.

Il contratto di locazione transitorio è una tipologia di contratto di affitto ad uso abitativo. È una forma contrattuale che permette al conduttore di godere dell’immobile messo a disposizione dal locatore per un breve periodo di tempo, in cambio di un corrispettivo in denaro. Scopriamo quali sono le caratteristiche principali di questa soluzione contrattuale.

Contratto transitorio: significato del termine e tipologie

Quando si è chiamati a scegliere uno tra i modelli di contratto di affitto da compilare, sottoscrivere e registrare, è possibile optare per il contratto di locazione ad uso transitorio, la soluzione ideale per tutte le persone che hanno bisogno di trascorrere un periodo di tempo relativamente breve presso un’abitazione. Questo particolare contratto di affitto è disciplinato dalla legge n. 431/1998.

In generale, la locazione transitoria, che si concretizza nell’affitto di un immobile adibito alla civile abitazione, ha una durata massima di 18 mesi. Per registrare un contratto di locazione ad uso transitorio, il conduttore o il locatore devono comunicare all’Agenzia delle Entrate l’esigenza giustificatrice della locazione di natura temporanea, cioè la motivazione comprovata da valida documentazione per la quale la durata della locazione è temporalmente limitata.

Tra i requisiti per un contratto transitorio a norma, la presenza dell’esigenza di locazione temporanea è il più importante. Le esigenze giustificatrici al di fuori della validità del contratto sono quelle relative a fini turistici: infatti, questo contratto di affitto è pensato per coloro che hanno esigenze abitative particolari dovute, ad esempio, a motivi di lavoro o studio.

Per quanto riguarda il tema della stipula di un contratto di locazione transitorio e la residenza, in molti si chiedono se quest’ultima può essere spostata nel Comune in cui si trova l’immobile preso in affitto. Considerato che la residenza è da intendersi come il luogo in cui si ha dimora abituale, la risposta è affermativa.

È bene sapere che esistono più varianti di questa forma contrattuale, come ad esempio il contratto transitorio ad uso commerciale e il contratto transitorio per studenti. Il contratto transitorio ad uso commerciale è un accordo tramite il quale viene concesso un immobile per attività commerciali, professionali, artigianali e industriali per un periodo inferiore rispetto ai canonici 6 anni previsti dai contratti di locazione commerciale ordinari. Il contratto transitorio per studenti, invece, è pensato per coloro che hanno necessità di spostarsi dal proprio Comune di residenza per motivi di studio. Ha durata minima 6 mesi e massima di 3 anni, con rinnovo automatico alla prima scadenza.

Come registrare un contratto di locazione transitorio e documentazione da allegare

Il contratto di locazione ad uso transitorio deve essere redatto obbligatoriamente in forma scritta dal locatore e dal conduttore, pena nullità assoluta o relativa, secondo il modello RLI, ovvero il modello ministeriale per il contratto di locazione transitorio e per ogni altra tipologia di contratto per cui si richiede la registrazione o la risoluzione. Come registrare un contratto di locazione transitorio? Rivolgendosi presso uno sportello dell’Agenzia delle Entrate oppure per via telematica attraverso il sito ufficiale. I costi per un contratto d’affitto transitorio corrispondono, in fase di registrazione, al 2% del canone e non sono inferiori a 67 euro.

Per quanto riguarda la documentazione da allegare in caso di contratto di locazione transitorio, nell’atto è necessario indicare le generalità delle parti, l’accurata descrizione dell’immobile, l’esatto importo del canone di affitto e la modalità di pagamento, la durata del contratto transitorio e la clausola in cui il conduttore dichiara di aver ricevuto l’attestazione di prestazione energetica (APE) da parte del conduttore. Al contratto deve essere allegata anche la ragione transitoria della locazione.

Per quanto riguarda il canone d’affitto, è possibile distinguere tra:

  • contratto transitorio a canone libero: in questo caso, i contraenti decidono liberamente e consensualmente come gestire le clausole del contratto relative al canone;
  • contratto transitorio a canone concordato: in questo caso, invece, locatore e conduttore sono tenuti a rispettare le direttive ministeriali e i vincoli prestabiliti dalla legge.

Il canone del contratto di locazione ad uso transitorio è generalmente oggetto di libera pattuizione, ma le città con alta tensione abitativa richiedono un contratto a canone concordato.

Contratto transitorio: durata e rinnovo

La durata di un contratto transitorio è di minimo 1 mese. La legge impone questo limite soprattutto per tutelare le esigenze dell’inquilino. Qual è, invece, la durata massima di un contratto transitorio? La durata massima è fissata a 18 mesi.

Per quanto riguarda, invece, il rinnovo di un contratto transitorio, una volta scaduto l’accordo, è possibile stipularne uno nuovo, sempre di natura transitoria. Affinché ciò sia possibile, però, è necessario che perdurino le esigenze transitorie e che esse vengano confermate dal conduttore e opportunamente comunicate all’altra parte con raccomandata a/r, prima della scadenza del contratto.

Se il conduttore non rispetta la procedura prevista per il rinnovo del contratto transitorio, ma continua comunque a godere dell’immobile, il contratto stesso diventa soggetto alla disciplina ordinaria, trasformandosi in un contratto 4+4.

Potrebbe anche interessarti

Quante tasse si pagano su un affitto transitorio?

Il contratto di affitto ad uso transitorio, come le altre tipologie di contratto, è soggetto a tassazione IRPEF. Tuttavia, è possibile applicare all’accordo il regime fiscale della cedolare secca al 21% e ottenere l’esenzione da una serie di pagamenti.

Quanto può durare un contratto di locazione transitorio?

La durata di un contratto transitorio è di minimo 1 mese, mentre la durata massima è di 18 mesi.

Cosa succede alla scadenza del contratto transitorio?

Non è previsto alcun rinnovo del contratto transitorio in forma tacita. Per questo motivo, al termine della locazione, il contratto è da considerarsi concluso.

Cosa vuol dire contratto transitorio con cedolare secca?

Quando si parla di contratto ad uso transitorio con cedolare secca, si fa riferimento ad un tipo di contratto di affitto che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva al regime ordinario IRPEF e alle imposte di bollo e registro. L’aliquota della cedolare secca è del 21% sul canone annuo e garantisce l’invariabilità del costo del canone di affitto.

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Pubblicità