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Il 2022 ha registrato un calo delle nuove iscrizioni di procedure esecutive immobiliari: dopo il leggero segno in positivo del 2021, la situazione è tornata ai livelli del 2020, il cosiddetto annus horribilis per i Tribunali. Questi i dati ufficiali elaborati in anteprima da Reviva, azienda specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari. Ma come mai calano le aste immobiliari e dove se ne effettuano di più? Vediamolo insieme.

Meno aste immobiliari in Italia, ecco perché

La situazione presente, fatta di alti tassi di interesse e minore capacità di acquisto, può essere probabilmente tra le cause del rallentamento del collocamento in asta degli immobili in possesso di investitori in Npl, banche e altri enti fornitori di servizi di credito. Ecco perché secondo Reviva è importante affidarsi a player in grado di vivacizzare le aste immobiliari.

“Abbiamo rilevato che 35.028 lotti (circa il 28% del totale dei lotti in asta del 2022) sono in asta ad un prezzo pari o inferiore a 20.000 euro, di cui 6.080 sono lotti unici nella procedura esecutiva, ossia procedure con un singolo immobile, - analizza  Giulio Licenza, Co-Founder & CBDO di Reviva. - Un dato piuttosto allarmante, pensando agli elevati costi di una nuova procedura esecutiva, con il rischio tangibile di non riuscire a portarla a termine, arrivando ad un prezzo che non permette nemmeno la copertura delle spese legali, causando così l’estinzione della procedura per antieconomicità”.

Aste immobiliari in Italia, i numeri

Reviva ha elaborato i dati del Ministero della Giustizia, calcolando che le nuove esecuzioni immobiliari iscritte sono 32.995, con un calo dell’8,6% sull’anno precedente. Nel corso degli ultimi 5 anni, le iscrizioni sono diminuite del 50% circa, anche a causa del calo dei nuovi default. Sembra, invece, essersi stabilizzato il livello di produttività dei singoli tribunali: infatti, le pratiche definite nel 2022 sono ancora superiori a 66.000.

Il clearance rate, il rapporto tra procedimenti iscritti e procedimenti definiti nell’anno, è ancora superiore a 2: ciò significa che si chiudono, quindi, il doppio dei procedimenti iscritti nell’anno. Questo risultato ha inoltre consentito un’ulteriore riduzione dei procedimenti pendenti (le pratiche arretrate), che risultano inferiori ai 140.000 rispetto agli oltre 171.000 del 2021. Diversa è la prospettiva per gli anni a venire, in quanto sulla base delle analisi degli operatori di mercato, lo stock di NPE tornerà a salire, già dal 2022, portando così, con una latenza di 12/24 mesi, un nuovo aumento delle iscrizioni di nuove procedure esecutive.

In quali città italiane ci sono più aste immobiliari

Tutte le grandi città italiane registrano un calo di aste immobiliari: fra queste è Napoli che capeggia la classifica, con una riduzione di circa il 18%. Segue Venezia con oltre l’11% e Milano che fa registrare un meno 12%. Soltanto in 33 tribunali si registra un leggero aumento di iscrizioni, con le punte massime a Caltanissetta (+47) e Teramo (+46%).

Per quanto riguarda l’aumento di produttività, invece, da segnalare l’exploit del Tribunale di Benevento, che ha definito 516 pratiche in più rispetto all’anno precedente con un clearance rate del 5,72. Seguono Latina e Perugia, con incrementi altrettanto significativi, confermando la tendenza in positivo di tutti i tribunali del Sud, che erano gravati di un maggior arretrato di pratiche pendenti.

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