Commenti: 0
aste immobiliari
GTRES

Il mercato delle aste immobiliari in Italia ha ricominciato a muoversi. Il Centro Studi RINA Prime, che ha analizzato i dati, sottolinea come, dopo un 2024 di flessione, i primi sei mesi del 2025 registrino numeri in crescita: dal 1° gennaio al 30 giugno sono stati pubblicati 54.673 immobili all’asta, per un valore complessivo di base d’asta di 8,48 miliardi di euro, ben più dei 7,36 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

Questa inversione di tendenza arrivi dopo due anni di calo: 59.816 lotti nel primo semestre 2023, scesi a 50.794 nel 2024 e ora risaliti sopra quota 54 mila. «L’incremento è significativo e riflette la riattivazione dell’attività amministrativa, probabilmente favorita dal PNRR e dal consolidamento dei processi digitali nel procurement pubblico», osserva Massimiliano Miceli, Responsabile del Centro Studi.

Le regioni protagoniste

Come spesso accade, la mappa delle aste immobiliari italiane è tutt’altro che uniforme. Lombardia, Sicilia, Marche, Lazio e Toscana da sole rappresentano circa la metà delle pubblicazioni. La Lombardia mantiene il suo primato storico con il 14,49% delle aste nazionali, seguita dalla Sicilia con il 10,83%. Sorprende invece la crescita delle Marche, salite all’8,46% e passate dalla quinta alla terza posizione. Il Lazio, all’8,03%, scivola al quarto posto, mentre la Toscana si ferma al 7,8%. In calo anche la Campania, ora sesta, pur conservando la stessa quota del 7,15%.

Procedure e categorie di beni

Quasi tre quarti degli immobili all’asta provengono da esecuzioni immobiliari (74,56%), ovvero pignoramenti seguiti da vendita coattiva. Le procedure concorsuali – fallimenti, concordati preventivi, liquidazioni – coprono il 21,55%, mentre le cause civili e altre procedure si fermano al 3,89%.

Quanto alla tipologia, il residenziale resta il cuore del mercato con il 52% delle pubblicazioni, seguito da terreni (13,48%) e autorimesse (11,77%). Uffici, negozi e laboratori rappresentano il 10,89%, mentre capannoni e siti produttivi si fermano al 3,23%. Hotel e cantieri in costruzione, insieme, sfiorano appena l’1,7%.

Cosa è successo nel 2024

Guardando alle aggiudicazioni dell’anno scorso, su 53.767 lotti messi all’asta, 21.112 hanno trovato un acquirente: il 43,82%. Il tempo medio per arrivare alla vendita è di circa 5 anni. Il valore complessivo delle offerte minime presentate supera 1,78 miliardi di euro.

A questi si aggiungono 5.599 lotti la cui procedura è stata estinta o sospesa, pari al 10,41% del totale, per un valore di 683,5 milioni di euro: nella maggior parte dei casi, la sospensione è dovuta a un accordo tra le parti.

Il residenziale si conferma il segmento più appetibile: 50% di aggiudicazioni, con tempi medi di 4 anni e mezzo. Terreni e altre categorie, invece, faticano a superare il 30%, con tempi che in alcuni casi – come i terreni – superano i 7 anni.

Le differenze geografiche sono marcate: nel Nord-Est il 63% degli immobili residenziali viene aggiudicato, contro appena il 36,2% delle Isole. Milano eccelle, con oltre il 75% di residenze aggiudicate in poco più di tre anni; Roma si ferma al 61% e cinque anni di attesa.

Il “caso Lazio”

Proprio il Lazio rappresenta un’anomalia strutturale. Nel 2024 la provincia di Roma, con 4.224.000 abitanti, ha contato 3.902 lotti all’asta – circa uno ogni 1.080 abitanti. La provincia di Milano, con 3.247.000 abitanti, ne ha avuti appena 1.416, pari a uno ogni 2.290 abitanti.

La spiegazione va cercata nella struttura del mercato immobiliare romano: qui la quota di compravendite finanziate con mutuo è altissima, 58,7% nel primo trimestre 2025, la più elevata tra le grandi città italiane. Questo è favorito dall’alta concentrazione di dipendenti pubblici a tempo indeterminato (63% nei capoluoghi), che facilita l’accesso al credito ma espone anche a un maggior rischio di insolvenza in caso di crisi personali o economiche.

Il risultato è un volume elevato di esecuzioni immobiliari, con tempi medi di aggiudicazione più lunghi: cinque anni contro i poco più di tre di Milano. La combinazione di alto indebitamento, mercato vivace e lentezza procedurale rende il Lazio un osservato speciale nel panorama nazionale.

Il bilancio di metà 2025, dunque, restituisce l’immagine di un mercato in movimento, trainato da innovazione e riforme, ma segnato da forti differenze territoriali. Lombardia e Sicilia restano i poli principali, le Marche sorprendono, mentre il Lazio continua a rappresentare un laboratorio unico, dove opportunità e criticità convivono.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account