Dal calcio all'economia gli italiani hanno la tendenza a esprimersi su tutto, con dimostrazioni di grande esperienza e perizia. Massimiliano podestà di realpodestate ci presenta un quadro ironico della situazione per quanto riguarda il mondo dell'immobiliare
Le opinioni
In un momento tanto complesso, come quello che da anni attraversa ormai il mercato immobiliare italiano, il tema delle valutazioni immobiliari riesce sempre ad attirare l'attenzione e le opinioni più disparate. Preliminarmente credo sia doveroso ammettere un fenomeno che caratterizza fortemente noi italiani: in qualsiasi situazioni ci si trovi, ci sono più esperti che dati reali disponibili; maggiore è la gravità, tanti più esperti si manifestano
Accade così che sui forum, nei blog ed anche in riviste e quotidiani blasonati si leggano sempre più spesso pareri generosamente dispensati sulla base di "intuizioni personali", "sentiment di mercato", "sondaggi" ed altre fonti di discutibile affidabilità
Curioso quello che successivamente si verifica: i suddetti pareri "autorevoli" vengono ripresi da altri mezzi di comunicazione, aumentandone l'eco e, paradossalmente, l'affidabilità stessa (se lo scrivono in tanti, sarà vero!)
L'impatto che tutto questo ha sul mercato immobiliare è devastante
La previsioni
Quando nel 2007/08, insieme ad alcuni colleghi (non molti in effetti), cominciavamo a documentare ai venditori che i prezzi delle case non potevano continuare a salire in eterno e che l'unica risposta sensata al già evidente calo drastico delle compravendite era la riduzione del prezzo, onde anticipare il mercato per portarlo a proprio vantaggio, evitando la situazione di stallo in cui ora ci troviamo, ci sentivamo puntualmente rispondere che i prezzi delle case in Italia non sarebbero mai scesi
Questo perché qualche "esperto" prima di noi aveva parlato o scritto, senza alcun titolo né competenza per farlo, insinuando convinzioni pericolose, illusioni deleterie
Ci spiace dover ammettere che molti di questi soggetti erano (ed incredibilmente sono tuttora) agenti immobiliari, o almeno si presentavano come tali, interessati unicamente a riempire la propria vetrina con decine e decine di case, forse convinti che aumentando l'offerta sarebbero cresciute le possibilità di vendere qualcosa
Ad essi si affiancavano alcuni "prestigiosi analisti", pronti a predire e poi a procrastinare, con uguale disinvoltura, il momento della ripresa del mercato
Se a tutto ciò aggiungiamo l'immancabile "vicino di casa che 5 anni prima ha venduto in meno di un mese ad un prezzo esorbitante" ed il noto attaccamento alla casa dei nostri connazionali la frittata è fatta: si cristallizza nella mente di chi vuole o deve vendere il proprio immobile, la convinzione di possedere qualcosa di unico per avere il quale è pronta la fila di acquirenti che si daranno battaglia a colpi di offerte!
La realtà
La realtà si è palesata ancora una volta nei dati ufficiali, divulgati dall'agenzia del territorio, relativi alle compravendite nel 2011: 598.000 unità, contro le 845.000 del 2006 (circa il 30% in meno), pari circa al volume del 1996!
È fin troppo ovvio che il dato nazionale rischia però di prestarsi a pessime interpretazioni se trasferito alle varie località, si nota infatti come alcuni capoluoghi abbiano registrato leggeri incrementi rispetto al 2010, contrariamente ai comuni più piccoli che mostrano invece una diminuzione delle transazioni (vedi i dati immobiliari dei capoluoghi)
Esistono poi realtà come Roma, che da sola totalizza pressoché lo stesso numero di compravendite di Milano, Torino e Firenze messe insieme, per la quale andrebbero effettuate analisi specifiche di zona e microzona, onde evitare che il meccanismo perverso della media delle medie finisca per distorcere i dati reali
Quello che però manca al prezioso e puntuale rapporto dell'agenzia del territorio è il dato che nei paesi anglosassoni viene chiamato di inventory: quanti immobili sono in vendita ora?
Riteniamo infatti che un'analisi assoluta del venduto che non tenga conto del magazzino farebbe inorridire qualsiasi imprenditore intento a valutare la solidità della propria azienda o a pianificare la stagione successiva
Usando proprio quel metodo inaffidabile che abbiamo criticato nel primo paragrafo, siamo certi del fatto che tutti avranno notato l'abbondanza di offerta, anche in zone solitamente avare di opportunità di acquisti immobiliari
I mutui
Un fattore determinante per la conclusione di molte trattative è la concessione dei mutui.
I dati sono preoccupanti, l'erogazione risulta ancora in calo in termini di atti stipulati, di volume e di importo singolo medio
Basti pensare al totale erogato che nel biennio 2006/2007 viaggiava sui 63mld e nel 2011 si assesta a poco più di 34mld
In aumento invece la durata ed il tasso di interesse applicato, malgrado la bce abbia mantenuto il costo del denaro ai minimi storici
È inevitabile che la continua diminuzione di credito per l'acquisto della casa contribuisca a frenare il mercato immobiliare fin dall'inizio della suo ruota naturale: impedendo alle giovani coppie di acquistare il primo tetto, alle famiglie che crescono di trasferirsi in immobili più grandi e così via
I prezzi
Difficile l'analisi dell'andamento dei prezzi in Italia per una serie di fattori tra i quali:
- Mancanza di un'unità di misura condivisa e trasparente. I prezzi registrati dall'agenzia del territorio si riferiscono, ad esempio, alla metratura lorda che raramente viene però riportata negli atti di compravendita. Verrebbe da pensare dunque che si tratti di prezzi applicati a metrature dedotte o, peggio ancora, riferite dai soggetti interpellati (ricordiamo che, per quanto concerne l'osservatorio del mercato immobiliare dell'agenzia del territorio, soltanto il 38,3% dei dati sono desunti dagli atti notarili di compravendita)
- Mancanza di un database storico liberamente consultabile di zone e microzone (quello dell'agenzia del territorio, ad esempio, fornisce dati riferiti al massimo ai 2 anni precedenti l'ultima rilevazione). I dati diffusi e consultabili a ritroso sono soltanto nazionali o di macroaree (nord, centro, sud)
Ciononostante, limitandoci ad analizzare i soli numeri in nostro possesso, dobbiamo rilevare un sostanziale immobilismo generalizzato dei prezzi in Italia che, a nostro avviso, giustifica il calo costante del numero di compravendite. Se ad esso affianchiamo un'inflazione del 3,3%, appare evidente la diminuzione dei valori delle case
Passata l'euforia che ha spinto all'acquisto fino al 2007, essendosi ridimensionata drasticamente l'erogazione di mutui, trovandosi il sistema paese in una recessione economica che riguarda soprattutto le famiglie, i giovani ed i piccoli risparmiatori, appare onestamente difficile che si possano creare i presupposti per una ripresa dei prezzi, almeno finché non si riuscirà a smaltire buona parte dell'invenduto.
Tuttavia persistono alcune piccole nicchie di mercato nelle quali sembra si vivano realtà del tutto differenti dal resto del paese; ci riferiamo in particolare ad alcune località note per il target di lusso ed a qualche microzona delle metropoli, come i centri storici, le strade più ricercate a bassissima densità abitativa ed edilizia. Qui, per ovvie ragioni, l'offerta si mantiene rarefatta, lasciando ai pochi venditori il coltello dalla parte del manico
Forse spinti dall'entusiasmo per i dati di queste piccole enclave, persistono nel loro costante lavoro di disinformazione alcuni soggetti che, incuranti delle proprie responsabilità, si ostinano a diffondere previsioni rosee di ripresa dei prezzi lungo tutto lo stivale
Le valutazioni
Arduo dunque è il compito di chi, ogni giorno, si trova a dover comunicare le proprie valutazioni a coloro che intendono conoscere il più probabile valore del proprio immobile.
Terminate le più accurate analisi che qualsiasi perito dovrebbe effettuare prima di pronunciarsi, inclusa quella della comparazione con immobili similari nella stessa micro area (onde evitare di basarsi esclusivamente su indicatori di prezzo/mq generici, scevri dunque dall'incidenza cruciale del rapporto tra domanda ed offerta), si arriva al fatidico momento: comunicare la propria valutazione ai proprietari
18 Commenti:
Alleluja!!
Sono mesi e mesi che scrivo su questo blog che analizzare il mercato immobiliare di un intero paese prendendolo tutto insieme e' assolutamente ridicolo oltre che assolutamente inutile.
Sono mesi che scrivo che, ad esempio a Milano, ci sono zone dove i prezzi sono diminuiti e di parecchio e dove comunque non si riesce a vendere nulla se non si e' miracolati, mentre ci sono molte altre zone del centro/semicentro dove si fa sempre fatica a vendere, ma quando poi si chiude il prezzo non e' diverso da quello di due anni fa.
A mio parere e' in corso un riequilibrio di una situazione che non aveva motivi razionali di essere. Sempre parlando di Milano, molte zone anche bruttine e decisamente periferiche hanno registrato, sull' onda dell' entusiasmo generale, un aumento dei prezzi ingiustificato che le ha molto avvicinate a zone centrali e di pregio che invece sono distanti anni luce per svariati motivi.
La stessa cosa sta capitando nell' hinterland. Ci sono paesi tipo rho e limitrofi, da sempre considerati piuttosto degradati e bruttini (non me ne vogliano gli abitanti) che solo per il fatto di aver ricevuto la metropolitana (aspetto certamente importante ma che non cambia la "qualita" della zona) hanno visto un aumento irragionevole dei prezzi che si sono avvicinati a paesi tipo segrate/peschiera borromeo che sono da sempre considerati hinterland di elite ed infatti sono ad esempio tra i comuni piu' ricchi d'Italia.
Ora, il proprietario di una casa in zone buone di citta' o in paesi buoni dell' hinterland non deve sacrificarsi piu' di tanto perche' in alcuni casi i prezzi tengono bene ed in altri si riposizionano leggermente al ribasso.
Il vero problema, per chi fa il nostro lavoro, sono i proprietari del secondo gruppo. Quelli che pensano che Milano sia tutta uguale e che quindi non ci siano grandi differenze. Questi sono quelli che bisogna convincere, anche in modo molto diretto, del fatto che i tempi sono cambiati e che un acquirente per il loro appartamento Sara' impossibile trovarlo se non accetteranno di venderlo per quello che vale. E' una battaglia molto dura, anche perche' molri di loro hanno comprato a prezzi assurdi.
Vi faccio un esempio pratico (per chi conosce Milano): due settimane fa vado a fare una valutazione di un appartamento in via Nicola D' Apulia (zona viale monza). Per 100 mq di appartamento da demolire, in uno stabile civile decisamente brutto, vista ponte della ferrovia, la signora pretenderebbe 380K euro. Le dico che, se va bene, ne puo' prendere 250K. La signora mi vuole convincere che la zona e' bella (in zona i negozi di italiani sono ormai un miraggio) ed e' abbastanza vicina la centro perche' ha vicino la fermata della metropolitana di viale monza. Mi rifiuto di prendere un incarico che non avrebbe alcun senso. La signora mi dice che "lei non ha voglia di lavorare". Ieri passo e c'e' un cartello di un noto franchising. Telefono e mi dicono che la richiesta e' 360K. A voi, colleghi e non, le conclusioni.
Ieri passo e c'e' un cartello di un noto franchising. Telefono e mi dicono che la richiesta e' 360k. A voi, colleghi e non, le conclusioni. Hai fatto bene Lascia che siano i galoppini del franchising a spendere tempo e denaro cercando un acquirente che non arriverà mai. Nella mia zona, chissà perché, hanno chiuso (o operano con nuova insegna privata) il 50% degli ai che qualche anno fa erano affiliati ad una nota catena di franchising. In compenso non ha chiuso nessuna agenzia privata di ai senza affiliazione alcuna.
Il vero problema, per chi fa il nostro lavoro, sono i proprietari del secondo gruppo. Quelli che pensano che Milano sia tutta uguale e che quindi non ci siano grandi differenze. Questi sono quelli che bisogna convincere, anche in modo molto diretto, del fatto che i tempi sono cambiati e che un acquirente per il loro appartamento Sara' impossibile trovarlo se non accetteranno di venderlo per quello che vale. E' una battaglia molto dura, anche perche' molri di loro hanno comprato a prezzi assurdi.
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Quindi un a.i. Ora ammette che i prezzi erano assurdi!
Meglio tardi che mai dunque.
PREMETTO CHE NON MI RIFERIRò aL SUO CASO CHE OVVIAMENTE NON CONOSCO!
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Peccato che per anni l'ai di turno ha sempre detto che i prezzi non erano gonfiati, che i costi di costruzione, che il prezzo dei terreni, che...
E i polli giù a comprare tuguri in periferia con 30 anni di mutuo...
Ma un po' di colpa per aver assecondato questa ignobile speculazione sulle spalle della classe più debole del paese, la categoria degli ai SE la vuole ASSUMERE finalmente?
La risposta è no mi spiace essere così diretto. LA COLPA è delle banche cari signori che hanno scommesso sul continuo aumento dei valori, prestando soldi a tutti ed innalzando così la richiesta.. L' agente immobiliare di prima che non fa parte di un noto marchio da quello che ho capito.... immagino che qualche tugurio fuori prezzo l'abbia venduto.
La categoria dovrebbe assumersi le sue responsabilità:
2 settimane fa acquisico un immobile fuori Latina, il proprietario ha comprato 2 anni fa pagandolo circa 165.000€, ma ha perso il lavoro ed è costretto a vendere. Un "collega" di un franchising di colore verde, 6 mesi fa, gli dice che secondo lui l'appartamento vale almeno 230.000€. Riceve una proposta a 170.000€ e la rifiuta, perchè il "collega" di cui sopra ha detto che valeva molto perchè la zona era in espansione(anche se spingeva per far accettare la proposta, ovviamente).
Morale della favola, scade l'esclusiva e ricevo mandato per 168.000€:poichè la situazione si è aggravata...
È colpa solo del proprietario?
Io dico di no, il problema delle valutazioni è serio. Troppo spesso con il nostro modo di fare condizioniamo le persone, non facciamo il mercato(questo è vero) ma possiamo comunque condizionarlo se tutti continuiamo a sparare supervalutazione per avere un'esclusiva e non facciamo effettivamente un filtro di quello su quello che abbiamo in agenzia.
Finalmente un articolo sensato che pone l'accento sul vero problema attuale e dei post educati e con contenuti!
Il metodo di valutazione si orienterà sempre più sugli standard internazionali visto che le banche ora per le perizie devono far usare quelli.
Si cambierà mentalità: il privato dovrà smettere di credere di poter far pagare al compratore il valore affettivo che lo lega alla casa (o all'auto) e le stime si omologheranno su valori omogenei....chi userà altri parametri dovrà essere sfuggito come la peste.
È colpa solo del proprietario? certo che lo è, affidarsi ad un ai è come affidare un gregge di pecore ad un lupo, bisogna essere matti per farlo.
Pareva una discussione intelligente, ed invece, eccco che il pirla di turno mette fuori la testolina
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