
L'Unione Europea ha approvato una risoluzione che vieta l'utilizzo dei gas fluorurati (F-gas) nei dispositivi come frigoriferi, condizionatori d'aria, pompe di calore e sistemi di protezione antincendio entro il 2035. Questa decisione rappresenta una svolta significativa per l'industria e la sostenibilità energetica, segnando un impegno concreto verso una futura sostenibilità ambientale: ecco cosa accadrà nei prossimi anni.
Cosa sono gli F-gas?
I gas fluorurati ad effetto serra, noti come F-gas, sono composti chimici fluorurati utilizzati in vari settori, inclusi i sistemi di condizionamento dell'aria e i refrigeranti. Questi gas includono idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) e solfuro di zolfo (SF6). Mentre i F-gas sono efficaci come refrigeranti, sono noti per contribuire al riscaldamento globale a causa del loro potenziale di ritenzione del calore nell'atmosfera.
Nei sistemi di condizionamento, i F-gas sono comunemente utilizzati come fluidi refrigeranti nei circuiti di climatizzazione. Tuttavia, a causa del loro impatto ambientale, ci sono crescenti preoccupazioni e regolamentazioni volte a limitarne l'uso. L'Unione Europea, ad esempio, ha introdotto il regolamento F-Gas, che stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni di gas fluorurati nell'ambiente.
Le alternative ai F-gas sono state sviluppate e promosse per ridurre l'impatto ambientale dei sistemi di condizionamento. Queste includono refrigeranti a basso potenziale di riscaldamento globale (GWP) e tecnologie più sostenibili.
La gestione responsabile dei F-gas comprende la corretta manutenzione dei sistemi, il riciclo e il recupero dei refrigeranti durante la manutenzione o lo smantellamento degli impianti. Queste pratiche sono cruciali per ridurre le emissioni di F-gas nell'atmosfera e mitigare il loro impatto sul cambiamento climatico. Gli operatori del settore e le aziende sono spesso tenuti a conformarsi a normative e regolamenti locali o regionali riguardanti l'uso e la gestione dei F-gas.

L’UE introduce un piano per l’eliminazione degli F-gas
Il piano strutturato dall’Unione Europea prevede una graduale riduzione della quota di consumo degli idrofluorocarburi (HFC) nell'UE dal 2024 al 2049. Introduce requisiti rigorosi che vietano la commercializzazione di prodotti contenenti F-gas e stabilisce date specifiche per l'eliminazione graduale dell'uso di tali gas nei settori in cui è tecnicamente ed economicamente fattibile adottare alternative prive di F-gas.
Le misure dettagliano una completa eliminazione degli HFC entro il 2050, inserendosi in un quadro più ampio di obiettivi climatici e sostenibilità ambientale. Il regolamento adottato stabilisce una tabella di marcia con scadenze differenziate a seconda del tipo di apparecchio, delineando una strategia chiara verso la totale eliminazione degli F-gas.
L’idea è di aprire le porte all’utilizzo di gas naturali per i sistemi di condizionamento presenti sul territorio europeo. Questo perché i prodotti attualmente disponibili, come per l’appunto i condizionatori a F-gas, sono estremamente inquinanti e danneggiano ogni giorno in modo irreversibile lo strato di ozono. Ponendo limiti tramite requisiti severi sui condizionatori si vuole promuovere la scelta verso soluzioni più sostenibili a livello ambientale.

Quali sono le nuove regole imposte dalla UE sugli F-gas?
Le nuove regole impongono requisiti stringenti che vietano l'ingresso sul mercato dell'UE di prodotti contenenti F-gas, comunemente utilizzati in:
- frigoriferi,
- condizionatori d'aria,
- pompe di calore,
- sistemi di protezione antincendio.
La normativa impatta direttamente sulle pratiche di installazione e manutenzione nel settore, richiedendo una revisione delle procedure per adeguarsi alle nuove norme. La manutenzione degli apparecchi già installati resterà possibile anche se potrebbe diventare costosa, dal momento che i modelli molto presto risulteranno “fuori mercato”, spingendo con ogni probabilità i consumatori a optare per una soluzione più green.
Inoltre, la normativa include misure specifiche per la riduzione delle emissioni di sostanze dannose per lo strato di ozono, con particolare attenzione al recupero e al riciclaggio di tali sostanze nei materiali da costruzione. Questo approccio include una focalizzazione specifica sulle schiume isolanti, identificate come una delle principali fonti di emissioni residue di sostanze dannose per lo strato di ozono nell'UE.
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