Qualcosa di buono sta accadendo al settore immobiliare. Il mercato sta mostrando segnali di ripresa. Ma è necessario far di più, in primis diminuire o eliminare la pressione fiscale sulla casa. E’ il bilancio fatto da Paolo Righi, presidente nazionale della Fiaip, all'assemblea provinciale degli associati a Torino
Commentando il contenuto del Def relativo all’ipotesi di dare vita ad un’unica tassa sulla casa prima della fine del 2015, il presidente nazionale Fimaa-Confcommercio Valerio Angeletti ha detto: “Fare chiarezza nella giungla delle tasse sul mattone, semplificando con un’imposta sulla casa unica e secca, vuol dire mettere ordine una volta per tutte al pasticcio della Iuc, ma per la vera ripresa del mercato delle compravendite immobiliari occorre ridurre la pressione fiscale sugli immobili"
"Tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno pagato 31,88 miliardi di tasse sugli immobili (+115,4%)", a renderlo noto uno studio confcommercio-cer su pressione fiscale e spesa pubblica. Una cifra che, secondo quanto sostenuto dall'associazione, non è destinata a scendere nel 2015
Solo 18 anni di differenza, ma un enorme divario di pressione fiscale e di qualità di vita. Gli italiani nati nel 1970, i cosiddetti forty-something (quarant'anni e qualcosa), nel corso della loro vita pagheranno il 50% di tasse in più rispetto a chi è nato nel 1952.
Nel 2013 gli italiani dovranno fare i conti con una pressione fiscale pari al 45,1% del pil. Ogni persona, che si tratti di un bimbo in fasce o di un ultra centenario, dovrà versare al fisco un carico di imposte, tasse e contributi di 11.735 euro. Ben il 125% in più di quanto corrisposto nel 1980.
Sarà il natale più difficile degli ultimi anni per le famiglie italiane che quest'anno avranno tredicesime sempre più ridotte a causa dell'aumento del Cuneo fiscale, particamente raddoppiato rispetto all'anno scorso.
Più della danimarca, della francia e della svezia. Per quanto riguarda la pressione effettiva o legale siamo noi italiani i più tassati, o tartassati, del mondo.
Mettere in sesto i conti dell'Italia è ogni giorno più caro e se sommiamo tutte le nuove tasse, imposte, accise e addizionali, c'è da mettersi le mani nei capelli.
La pressione fiscale nell'unione europea varia notevolmente. Si passa infatti dal 48,1% sul pil della danimarca, al 26% della lettonia. Ecco i buoni e i cattivi paesi europei secondo le tasse. L'Italia? tra i più alti nella classifica, preceduta solo dalla danimarca, la svezia e il belgio.
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