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Solo 18 anni di differenza, ma un enorme divario di pressione fiscale e di qualità di vita. Gli italiani nati nel 1970, i cosiddetti forty-something (quarant'anni e qualcosa), nel corso della loro vita pagheranno il 50% di tasse in più rispetto a chi è nato nel 1952. E questo per percepire, alla fine della vita lavorativa, una pensione pari più o meno alla metà di quella dei loro genitori

L'impietosa analisi è contenuta in un articolo pubblicato dal wall street journal all'indomani dei risultati elettorali, che fa riferimento a uno studio condotto dalla banca d'Italia e dall'università di Verona. E che ha un titolo più che eloquente "in Italia un'intera generazione soffre la stretta fiscale". Nel suo articolo il wsj ha intervistato italiani appartenenti alla generazione dei quaranta e qualcosa, tra i quali Andrea bolla, amministratore delegatore della società vivigas, che definisce la sua come "una generazione perduta". Una generazione "incastrata a sandwich" tra due fasi cruciali della storia italiana, quella del boom post bellico e quella attuale della austerità imposta dall'europa

Secondo l'articolo, la generazione perduta si è trasformata nel principale bacino di voto del movimento 5 stelle. I quarantenni ricevono aiuto da parte dei genitori, che mettono a disposizione la propria casa. Chi non può contare su una casa di proprietà spesso è costretto ad accendere un mutuo trentennale con costi enormi in termini di qualità della vita

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28 Febbraio 2013, 12:10

Ormai mi son rassegnato: non pretendo piu' che un giornalista sia andato a scuola.
Ma almeno che usi il correttore ortografico prima di pubblicare un articolo.
Altro che generazione perduta.

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