C’è grande attenzione per l’ecobonus e il sismabonus. Di recente l’Agenzia delle Entrate ha aggiornato la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” con importanti novità proprio relative a interventi di riduzione del rischio sismico e all’acquisto di immobili nei comuni che si trovano in zone classificate a “rischio sismico 1”. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha poi fatto sapere che c’è la volontà di rendere stabili gli incentivi per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. E’ questo lo scenario nel quale si colloca il vademecum dell’Ance “Ecobonus e Sismabonus – Guida pratica alle agevolazioni”.
Si tratta di una guida che approfondisce e illustra la disciplina fiscale e le modalità operative per accedere ai benefici, aggiornata con le più recenti novità normative e di prassi.
Nel presentare la guida, il presidente dell’Ance, Giuliano Campana, ha sottolineato: “Sono 11 milioni gli edifici, residenziali e non, che sorgono in aree ad alto rischio sismico e 19 milioni le famiglie che abitano in queste zone”. E ha proposto, in vista della legge di Bilancio 2018, che il bonus venga “rimodulato, in funzione dell’immobile su cui si interviene, commisurando le premialità alla superficie e ammettendo anche la possibilità di cumulo tra sismabonus ed ecobonus”.
Campana ha poi affermato che “che occorre riconoscere la possibilità di utilizzo della cessione del credito anche per gli interventi su singole unità immobiliari e per edifici diversi da quelli condominiali, compresi quelli a destinazione produttiva”.
L’Ance ha poi ricordato che lo stock abitativo italiano è costituito da 12,2 milioni di edifici, dei quali il 70% è stato costruito prima del 1974, quando sono state emanate le norme antisismiche, e prima del 1976, anno di emanazione della normativa sull’efficienza energetica. Si tratta dunque di edifici – privati e pubblici – con un fabbisogno termico di quattro volte superiore a quelli di nuova costruzione.
Secondo una stima dell’Ance, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, e considerando il fabbisogno, ammonta a 33,5 miliardi di euro il costo per gli interventi di riqualificazione energetica potenzialmente attivabili su tutto il patrimonio edilizio italiano nei prossimi anni.
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