Come funziona l’assegnazione della casa coniugale in caso di divorzio o separazione? Di norma, l’immobile va al genitore con cui vanno a vivere i minori, decisione quest'ultima che spetta al giudice. Si tratta di una questione che riguarda sia le coppie in separazione che in comunione dei beni, sia quelle ove l’abitazione è in comproprietà che quelle in cui la titolarità è di uno solo dei due coniugi.
Il coniuge che ottiene l’assegnazione della casa deve pagare tutte le spese ordinarie di condominio, mentre le spese straordinarie spettano al proprietario. Il beneficiario deve far fronte anche a tutte le utenze della luce, dell’acqua e del gas. La Cassazione ha trattato spesso questo tema e di recente – con l’ordinanza n. 24254/18 – è tornata a spiegare quali sono le regole sull’assegnazione della casa coniugale.
Assegnazione casa coniugale in caso di divorzio con figli minorenni
In genere, quando si affronta un caso di separazione, nel momento in cui il tribunale dispone la collocazione del figlio presso l’uno o l’altro genitore, ha il potere di assegnare a quest’ultimo anche la casa familiare: a prescindere da chi ne sia l’intestatario, l’immobile viene attribuito in abitazione al genitore convivente con il figlio. E’ da sottolineare il fatto che decidendo sull’assegnazione della casa, il giudice non ne trasferisce la proprietà, che resta in capo al precedente titolare, ma solo il relativo diritto di abitazione.
Il proprietario della casa può rivolgersi al giudice e chiedere la revoca dell’assegnazione della casa familiare se i figli non convivono più o diventano economicamente indipendenti; se il coniuge assegnatario non abita più nella casa familiare o cessa di abitarvi stabilmente; se il coniuge assegnatario inizia una convivenza more uxorio nella casa assegnata o contrae nuovo matrimonio; se uno dei coniugi cambia la propria residenza o domicilio.
Assegnazione casa coniugale in caso di divorzio senza figli
In una separazione senza figli, il giudice non ha il potere di assegnare la casa all’uno o all’altro coniuge, ma questa resta nella disponibilità del titolare. Nel dettaglio, la casa di proprietà di uno solo dei due coniugi resta in capo a quest’ultimo; mentre la casa in comproprietà va divisa o, non potendosi procedere alla divisione in natura, andrà venduta e il ricavato spartito al 50% tra i due coniugi (uno dei due coniugi però può offrirsi di riscattare la metà dell’altro acquistandone il relativo valore e divenendo titolare dell’intero bene).
Assegnazione casa coniugale in caso di divorzio con figli maggiorenni
Nel caso di una famiglia con figli maggiorenni e autosufficienti, il tribunale non può decidere sull’assegnazione della casa che resta al suo proprietario.
Assegnazione casa coniugale divorzio, separazione consensuale e separazione giudiziale
Se la separazione è consensuale, i coniugi possono giungere a un’intesa sull’abitazione purché nell’interesse di eventuali figli; se la separazione è giudiziale, il tribunale ha il potere di stabilire a chi va a finire la casa.
Assegnazione casa coniugale in caso di divorzio, le rate del mutuo
Nel caso in cui l’acquisto della casa familiare sia stato contratto un mutuo, a dover rimborsare le rate sono entrambi i coniugi se il mutuo è stato contratto da entrambi i coniugi; se invece il mutuo è stato contratto da uno solo di essi, l’obbligo di rimborso grava in via esclusiva sul mutuatario.
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