Una veranda abusiva comporta rischi penali e amministrativi: come funziona la prescrizione e la sanatoria nel Decreto Salva Casa.
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Veranda abusiva
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Negli ultimi tempi si discute sempre più spesso del problema della veranda abusiva e della sua prescrizione, a seguito dell’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Salva Casa. Grazie a questa misura, è davvero possibile regolarizzare una veranda costruita senza aver ottenuto i dovuti permessi?

Il Decreto Legge 69/2024, in vigore dallo scorso 30 maggio, nasce per incentivare la regolarizzazione di lievi difformità edilizie. Fra queste vi può rientrare la possibilità di mettere in regola una veranda abusiva, tuttavia non si può parlare di vera e propria prescrizione: si tratta, infatti, di una sanatoria. Questo perché la prescrizione di un abuso edilizio non avviene prima dei 5 anni dall’illecito e, fatto non meno importante, le relative sanzioni o l’ordine di demolizione e ripristino non hanno scadenze temporali.

I rischi della costruzione di una veranda abusiva

Non tutti ne sono al corrente, ma per costruire una grande varietà di tipologie di veranda, è necessario ottenere l’apposito permesso da parte del Comune di residenza. In particolare, ciò è vero quando si predispongono delle strutture che modificano la volumetria del proprio immobile. In linea generale, si può distinguere in:

  • verande senza permessi: sono le strutture richiudibili, e soprattutto rimovibili, che possono essere installate su balconi o logge rientranti dell’immobile, secondo quanto stabilito dal Decreto Legge 115/2022. Vengono chiamate anche verande VEPA;
  • verande con permessi: tutte le altre tipologie che modificano la volumetria dell’immobile, che rientrano nell’edilizia abitativa, così come previsto dal Testo Unico sull’Edilizia.

Ma cosa accade se si costruisce una veranda abusiva, ovvero senza ottenere i relativi permessi?

L’abuso edilizio della veranda: le misure penali

La predisposizione senza permessi di una veranda chiusa, che modifica la volumetria della casa, si configura a tutti gli effetti come un abuso edilizio. Secondo l’articolo 44 del DPR 380/2001, ovvero il già citato Testo Unico sull’Edilizia, i responsabili della costruzione edilizia rischiano:

  • un’ammenda fino a 10.329 euro per l’inosservanza di norme, prescrizioni e modalità esecutive previste dalla legge;
  • l’arresto fino a due anni e un’ammenda da 5.164 a 51.645 euro, quando la costruzione in difformità o senza permesso avviene nonostante un ordine di sospensione;
  • l’arresto fino a due anni e un’ammenda da 15.493 a 51.645 euro per la lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio o, ancora, di interventi in zone sottoposte a vincoli artistici, storici, archeologici e via dicendo.
Veranda in legno
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L’abuso edilizio è infatti sia un illecito amministrativo che un abuso edilizio, quindi può sfociare nel penale, ed è proprio per questo che le misure per contrastarlo sono così severe.

Ma quanti anni sono necessari affinché un abuso edilizio vada in prescrizione? In merito alla veranda abusiva, così come accennato in apertura, il tempo massimo è di circa un lustro. Per simili costruzioni, infatti:

  • la prescrizione breve è di 4 anni dal compimento dell’illecito;
  • la prescrizione lunga è di 5 anni dal compimento dell’illecito, ciò avviene quando vi sono atti che interrompono la prescrizione, come una citazione a giudizio oppure una sentenza di condanna.

Ancora, è utile sottolineare che non è possibile avvalersi dell’usucapione per la veranda abusiva: non è possibile approfittarne per un manufatto abusivo, anche al termine dei 20 anni previsti per legge.

Veranda abusiva e misure amministrative: quali sono

Oltre ai rischi penali, la costruzione di una veranda abusiva può comportare anche misure amministrative, tra le quali si elencano:

  • l’ordine di demolizione della struttura realizzata senza permessi;
  • una sanzione variabile, a seconda della natura della costruzione, se la demolizione non avviene entro i termini indicati o, per qualche ragione, non possa essere portata a termine;
  • una sanzione variabile per la mancata presentazione della SCIA edilizia.

A differenza del reato di abuso edilizio, sul fronte amministrativo per la veranda irregolare non esiste prescrizione. L’ordine di demolizione può giungere in qualsiasi momento, così come le relative sanzioni amministrative.

Quando la veranda abusiva diventa legittima?

Ciclicamente, vengono rese disponibili delle sanatorie per regolarizzare gli abusi edilizi minori, all’interno dei quali può ricadere anche una veranda costruita senza permessi.

Ad esempio, fino allo scorso maggio il Decreto Aiuti offriva la possibilità di sanare - previo il pagamento di una sanzione - gli abusi edilizi minori negli appartamenti, per una porzione pari al 2% della metratura quadrata dell’immobile. In questo caso, si parla più propriamente di sanatoria per tolleranza costruttiva.

Con la recente entrata in vigore del Decreto Salva Casa, tuttavia, le possibilità di regolarizzazione sono state modificate.

La sanatoria prevista dal Decreto Salva Casa

Come già accennato, il Decreto Legge 69/2024 - ovvero il Decreto Salva Casa - ha introdotto nuove misure per sanare le verande abusive. Queste prevedono la possibilità di approfittare:

  • del 5% per una superficie inferiore ai 100 metri quadri;
  • del 4% per una superficie tra 100 e 300 metri quadri;
  • del 3% per una superficie tra 300 e 500 metri quadri;
  • del 2% per una superficie superiore ai 500 metri quadri.
Costi per la sanatoria della veranda abusiva
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Per procedere con la sanatoria, è necessario depositare apposita domanda in Comune, accompagnata dalla relazione di un professionista che attesti la conformità della struttura rispetto alle norme - come quelle di sicurezza - vigenti.

Quanto costa sanare una veranda abusiva?

Ma quanto costa sanare una veranda abusiva? È difficile fornire una cifra che valga per ogni struttura realizzata senza ottenere i relativi permessi, perché molto dipende dalle dimensioni della veranda e all’aumento di valore che questa apporta all’immobile.

Il Decreto Salva Casa riporta sanzioni che possono variare da 1.032 a 30.984 euro, contestuali alla presentazione della SCIA o del permesso di costruire in sanatoria. A influire sulla somma potrebbero essere anche specifiche richieste del Comune, come ad esempio il rispetto di regole di sicurezza oppure l’eliminazione di eventuali barriere architettoniche.

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