Le tubazioni esterne agli edifici rientrano tra i beni comuni di un condominio. Un condòmino che se ne appropri e ne alteri la destinazione d’uso, potrebbe non rispettare le norme del Codice civile e le regole condominiali. Situazioni di questo tipo potrebbero verificarsi nell'ipotesi in cui un condòmino colleghi il tubo di scarico del proprio condizionatore alla grondaia condominiale.
La pratica, che a prima vista potrebbe risultare del tutto lecita, in realtà necessita di chiarimenti perché chi la adotta potrebbe essere costretto a ripristinare le tubazioni allo stato originario e ad adottare soluzioni alternative per lo scarico della condensa del condizionatore nel pluviale condominiale.
Scarico condensa condizionatore nel pluviale: è legittimo
L’utilizzo dei condizionatori, in particolare nei periodi estivi, espone i proprietari al problema dello scarico della condensa e del rispetto della relativa normativa. Una pratica piuttosto diffusa consiste nell’inserire il tubo di scarico dell’impianto di climatizzazione nel pluviale condominiale. Per ritenere legittima una pratica di questo tipo è necessario rifarsi a quanto prevede il Codice civile. All’articolo 1102, infatti, si stabilisce che:
“Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare, a proprie spese, le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa. Il partecipante non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso”.
A tal proposito, si può considerare che l’utilizzo del pluviale è quello di consentire alle acque meteoriche di essere raccolte nella grondaia, convogliate e smaltite. Da questo punto di vista, l'introduzione di un tubo che immette l’acqua della condensa di un impianto di condizionatore rappresenta un utilizzo differente e, in alcuni casi, anche lesivo rispetto alla funzione originale del bene comune.
Cosa dice la giurisprudenza sull’uso della cosa condominiale
Questa interpretazione raccoglie i favori della giurisprudenza. In alcune sentenze, infatti, i giudici hanno sottolineato come l’alterazione della destinazione del bene comune sia potenzialmente lesiva e cagionevole di danni alla cosa comune.
Più nello specifico, nel caso dell’immissione del tubo di condensa del condizionatore nel pluviale delle acque meteoriche, il Tribunale di Padova, nella sentenza numero 352 del 22 febbraio 2011, ha concluso che l’alterazione dell’utilizzo del bene comune possa provocare danni quali intasamenti e corrosioni dettati proprio da un utilizzo differente rispetto a quello per il quale sia stato installato.
Pertanto, la giurisprudenza è concorde nel ritenere una pratica di questo tipo abusiva, senza il preventivo consenso da parte degli altri condomini. L'autorizzazione deve essere richiesta anche per interventi simili, come l'installazione della canalina del condizionatore sulla facciata condominiale.
Quali conseguenze in caso di uso non conforme
Secondo il parere dei giudici, affinché si verifichi l’abuso delle tubazioni condominiali non è necessario attendere il danno. La modifica della funzione dell’impianto e l’uso arbitrario ed esclusivo che ne faccia il condòmino che si appropri del canale per installare un tubo che colleghi il condizionatore al pluviale stesso, determinano già di per sé un abuso.
Di fronte a questa situazione, l’assemblea condominiale può deliberare legittimamente al condòmino inadempiente di rimuovere il tubo. Inoltre, gli altri condòmini possono riservarsi azioni legali nei suoi confronti anche in considerazione del fatto che l’impianto alternativo sia stato realizzato in violazione di norme relative all’igiene e alla sicurezza, nonché in assenza della previsione di un impianto di smaltimento.
Le azioni legali degli altri condòmini possono prevedere anche ulteriori sanzioni e la richiesta del risarcimento dei danni, qualora prodotti.
Dove deve scaricare la condensa del condizionatore
Lo smaltimento della condensa e dell'acqua stagnante, che se non adeguatamente drenata può creare problemi e cattivi odori al condizionatore, è un problema che riveste la moltitudine degli immobili italiani. Ingegnarsi in furbizie che infrangano le regole del condominio e dell’utilizzo delle parti comuni, come visto, può essere controproducente e comportare un’eventuale maggiore spesa che il condòmino deve sostenere per smontare tubi installati senza l’autorizzazione dell’assemblea condominiale e cercare un’altra soluzione.
Le alternative non mancano, anche se a volte possono apparire più dispendiose o richiedere una maggiore attenzione da parte del proprietario del condizionatore. Per esempio, ci si potrebbe ingegnare predisponendo degli appositi contenitori per raccogliere le acque della condensa dell’impianto. Oppure si potrebbe prevedere una tubazione che colleghi l’impianto a una rete di scarico, stavolta autorizzata.
L’evoluzione ingegneristica ha introdotto sul mercato anche degli appositi sistemi a pompa che portano l’acqua in un punto di scarico idoneo a essere smaltito efficacemente e in regola con quanto prevedono i regolamenti edilizi e comunali. A tal proposito, il primo passaggio da fare è sempre quello di consultare preventivamente il regolamento condominiale.
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