Ecco cosa sono i vani tecnici e in che modo sono utili agli edifici abitativi: definizione e norme urbanistiche da seguire
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Impianto idraulico di un edificio
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Da alcune pronunce della Giurisprudenza, si è arrivati a una nozione generale del vano tecnico, espressione utilizzata per indicare uno spazio destinato a contenere impianti essenziali per il funzionamento di un edificio, come quelli termici, idrici, ascensori ed elettrici. È questo il motivo principale per il quale questo spazio si esclude dal calcolo della volumetria totale, sul quale inciderebbe comunque in misura limitata. 

Inoltre, tra le caratteristiche riconosciute, locali di questo tipo non hanno autonomia funzionale e servono strettamente a far funzionare gli impianti, rispettando specifici requisiti di proporzionalità e accessibilità per la manutenzione. Di seguito, quindi, un approfondimento su cosa sono e come utilizzare i volumi tecnici

Che cos’è un volume tecnico

Dalla definizione principale, si intuisce che il volume tecnico rappresenti uno spazio occorrente per contenere gli impianti che servono a far funzionare un edificio. Già la circolare del Ministero dei Lavori pubblici numero 2474 del 31 gennaio 1973 riportava la richiesta, effettuata da alcuni Comuni, di definire i volumi tecnici e di escluderli dal calcolo della cubatura utile dell’edificio. A tal proposito, il ministero aveva identificato questi vani come 

"i volumi strettamente necessari a contenere e a consentire l'accesso di quelle parti degli impianti tecnici (idrico, termico, elevatorio, televisivo, di parafulmine, di ventilazione) che non possono per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo entro il corpo dell'edificio realizzabile nei limiti imposti dalle norme urbanistiche". 

I volumi tecnici nel D.p.r. 380/01

I volumi tecnici nel successivo Testo Unico dell'Edilizia sono spazi strettamente necessari a contener le apparecchiature di impianti. Al suo interno, dunque, vengono collocati gli impianti termici, idrici o di condizionamento. 

Anche il vano ascensore rappresenta un volume tecnico. Tra le caratteristiche riscontrabili nei volumi tecnici c’è la loro non abitabilità. Pertanto, questi spazi sono anche privi di autonomia. 

Persona che produce una bozza di progetto
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Quanto può essere grande un vano tecnico?

Sulle dimensioni di un vano tecnico è necessario far riferimento a misure sufficienti a garantire il corretto funzionamento e la manutenzione degli impianti. In genere, l’altezza minima di un vano tecnico è di due metri, mentre non esiste un'altezza massima

Per specifiche esigenze l'altezza minima può essere aumentata. Ciò avviene, di norma, per consentire un più agevole e comodo accesso agli operai incaricati di effettuare i lavori di manutenzione. Anche per questa ragione, non esistono dimensioni massime di un vano tecnico, ma misure che variano a seconda delle tipologie di impianti e di apparecchiature da collocare all'interno. 

Per esempio, l’impianto ascensore prevede una profondità e una larghezza di non meno di un metro e mezzo. Dimensioni precise dei volumi tecnici sono reperibili nella normativa edilizia locale, variabile a seconda di dove sia collocato l’edificio servito dal vano tecnico. 

Quando un locale tecnico non fa cubatura?

Le norme edilizie che regolano i volumi tecnici escludono questi spazi dagli obblighi richiesti per le altre costruzioni. Infatti, i lavori di realizzazione di un vano tecnico non richiedono preventivamente il permesso di costruire a patto che l’opera ottenuta mantenga la propria natura e non sia trasformata in uno spazio abitabile. In quest’ultima ipotesi è necessario procedere con la richiesta del permesso di costruire per non incorrere in ipotesi di abusi edilizi. 

Inoltre, il volume tecnico non necessita di accatastamento e non incide sulla cubatura, come avviene per le unità abitative immobiliari. In ogni modo, per una corretta gestione dal punto di vista catastale, è sempre utile verificare cosa prevedono le norme locali e come si integrano con l’edificio principale servito dal vano tecnico.

Volumi tecnici, serve l’autorizzazione paesaggistica

Se sono visibili e incidono sull’ambiente tutelato, i vani tecnici richiedono l’autorizzazione paesaggistica. Tuttavia, per vani tecnici emergenti entro i 30 metri cubi si adotta la procedura semplificata; in caso contrario si procede con la pratica ordinaria. 

Il vano tecnico può essere collocato anche all’esterno dell’edificio nel caso in cui non risultino disponibili dei locali interni. In tal caso, non muta la funzione che rimane sempre quella di ospitare impianti e attrezzature utili al funzionamento dell'immobile. 

Una particolare attenzione deve essere posta sulle previsioni dell’articolo 873 del Codice civile in merito ai volumi tecnici e alle distanze tra costruzioni. I tre metri, da applicare per ragioni di igiene e areazione, sono suscettibili di maggiorazione dalle normative locali che possono disporre, altresì, la deroga delle distanze dei volumi tecnici in presenza di specifiche condizioni. 

Impianti di un edificio condominiale
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Come trasformare un vano tecnico in abitazione

Di norma i volumi tecnici sono realizzati in edilizia libera e comportano la sola presentazione della Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA). Si può anche procedere col regolarizzare un vano tecnico. In questo caso, è necessario verificare se si tratti di un abuso marginale e, dunque, di una modifica non strutturale, oppure di un abuso di grossa entità, quale quella di trasformare il volume tecnico in un locale abitabile

Nel primo caso è sufficiente presentare la CILA in sanatoria; nei casi più complessi serve, invece, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) o il permesso di costruire. 

Per la trasformazione di un vano tecnico in abitazione, equiparabile a una nuova costruzione, occorre la presentazione del permesso di costruire presso il Comune dove sia situato l’immobile. In seguito, bisogna aggiornare la documentazione catastale presso l’Agenzia delle Entrate. 

La procedura, in ogni modo, richiede la conformità ai requisiti igienici, sanitari e strutturali, l'installazione di adeguati impianti e finestre, nonché il rispetto del piano urbanistico del Comune. 

Qual è la differenza tra cubatura e volumetria

Nell’ambito del vano tecnico può essere applicato il concetto di cubatura, non coincidente con quello di volumetria. Infatti, il primo poggia sulle norme tecniche ed edilizie per il calcolo del volume. Il suo utilizzo è dettato principalmente da finalità normative e urbanistiche al fine di definire i limiti di costruzione di un immobile. 

La volumetria, invece, fa riferimento all’insieme dei volumi e alla loro forma nello spazio, incidendo anche sui fattori estetici e qualitativi, oltre agli elementi quantitativi della cubatura. Pertanto, l’utilizzo di questo termine avviene soprattutto in architettura e nell’ambito della progettazione urbana per descrivere la forma del fabbricato, nonché il suo inserimento nel contesto urbano. 

Per il calcolo sia la cubatura che la volumetria utilizzano la stessa formula, consistente nel moltiplicare la superficie per l’altezza (lunghezza per larghezza per altezza). Tuttavia, nel caso della volumetria, possono essere inclusi elementi, come i sottotetti, che la cubatura normativa è portata a escludere. 

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