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Arriva lo stop di Tria sull'ipotesi minibot
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È già tramontata l’ipotesi minibot. Dopo l’intervento di Draghi anche Tria ha fatto eco al presidente della Bce definendoli sostanzialmente illegali o dannosi. Vediamo perché.

Il ministro dell’Economia, infatti, ha spiegato chiaramente che, malgrado la proposta del leghista Claudio Borghi post elezioni europee, non sono allo studio misure finalizzate all'emissione dei minibot. La loro introduzione comporterebbe un aumento del debito pubblico o, in alternativa, sarebbe illegale “poiché in conflitto rispetto a quanto previsto dai trattati europei”, queste le parole di Giovanni Tria.

“Se utilizzati per far fronte ai debiti commerciali, connessi alle forniture di beni e servizi sarebbero considerati come passività finanziarie e, dunque, contabilizzati nel debito delle pubbliche amministrazioni, come previsto dal sistema europeo dei conti. Si avrebbe quindi un corrispondente aumento del fabbisogno e, per la parte utilizzata di debiti riferibili a spese in conto capitale, anche dell'indebitamento netto”.

Il ministro sottolinea, infine, che se i minibot “venissero utilizzati come mezzo di pagamento circolante, avente quindi una natura diversa da uno strumento di debito, sarebbero illegali poiché in conflitto rispetto a quanto previsto dai trattati europei”.

"Non sussistono motivi per liquidare i creditori della pubblica amministrazione con mezzi diversi dal denaro avente corso legale" aggiunge il ministro Tria. "I tempi pagamento delle pubbliche amministrazioni", sottolinea il ministro, "sono in constante miglioramento, come evidenzia la riduzione progressiva dello stock dei debiti commerciali".

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