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Le ultime notizie sulla riforma delle pensioni 2022, non ci sono solo quota 102 e 104
Z RAINEY da Pixabay

Ne resterà soltanto una. La corsa a ostacoli per arrivare alla riforma delle pensioni 2022, dalle ultime notizie che arrivano, si arricchisce di almeno altri tre capitoli nelle ultime ore. Non solo quota 102 e 104 (con possibilità di inserire anche una quota 103), sul tavolo del governo c’è anche l’ipotesi di una terza via indicata dal presidente dell’Inps Tridico.

Sembra ormai defilarsi l’ipotesi di Ape sociale e quota 41 per tutti, anche se da giovedì molto probabilmente, con i lavori per la legge di Bilancio, sapremo di più sull’impianto definitivo della riforma delle pensioni 2022. Le ultime notizie, intanto, vorrebbero quota 102 (step iniziale per arrivare a quota 104, forse con l’intermezzo di 103) per scongiurare un ritorno alla Fornero. Ma cosa significa quota 102?

Quota 102

Nel caso si trovasse una convergenza d’intenti per la riforma delle pensioni da inserire in legge di Bilancio entro giovedì, le ultime notizie danno come soluzione più accreditata quella di quota 102, che andrebbe a sostituire quota 100 già dal prossimo anno. Potrebbero andare in pensione lavoratori e lavoratrici, in parte o totalmente retributivi, con 64 anni di età e 38 di contributi.

Ma perché si sente parlare anche di quota 104 per la riforma delle pensioni. Si parla di quota 104 perché a partire dal 2023, invece, la pensione anticipata spetterebbe a lavoratrici e lavoratori con 65 anni di età e 39 di contributi. Tuttavia, la consequenzialità tra quota 102 e quota 104 costituirebbe un sostanziale ritorno alla Fornero, impedendo per 5 anni la pensione anticipata. Da qui, l’ipotesi di una quota 103.

Pensione anticipata in due tempi

In questo contesto di lavori per la riforma delle pensioni 2022, le ultime notizie rilanciano la via indicata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, secondo cui la soluzione più flessibile e sostenibile economicamente sarebbe proprio quella della cosiddetta pensione in due tempi, ovvero la possibilità di lasciare il mondo del lavoro per chi abbia compiuto 63-64 anni.

Come? Lasciando solo la quota contributiva della pensione, rinviando l'assegno totale, con tanto di parte retributiva, una volta compiuti 67 anni. Una volta maturato il diritto alla pensione di vecchiaia, infatti, ai lavoratori e alle lavoratrici spetterà l'assegno pieno, completo di quota retributiva e contributiva.

Nel caso si puntasse sulla soluzione Tridico, per delineare la riforma delle pensioni 2022, va tenuto presente che oltre al requisito anagrafico bisogna aver maturato almeno 20 anni di contributi e una quota contributiva di pensione (al momento della scelta di uscire dal lavoro) pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

Elemento, questo, fondamentale perché la riforma delle pensioni 2022 deve anche evitare che il pensionamento anticipato generi assegni previdenziali “poveri”. Tanto che la proposta di Tridico prevede che la pensione ridotta (fino al raggiungimento di quella di vecchiaia) sia cumulabile con redditi da lavoro dipendente, autonomo e la possibilità di ancorare la prestazione a futuri meccanismi di staffetta generazionale, legati al part time mentre esclude categoricamente la possibilità di convivenza con il reddito di cittadinanza , l'ape sociale e l'indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

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