
Quest’anno sotto l’albero sono finiti molti regali che abbiamo apprezzato, ma sicuramente altri che non abbiamo affatto gradito. Vuoi perché doppi, o perché inutili, i regali di cui non sappiamo cosa fare rappresentano indubbiamente una scocciatura: inutile nasconderselo. Cosa fare allora, se ne dovessimo aver ricevuto qualcuno? Dati i tempi che corrono e la crescente consapevolezza green, la risposta non può che essere una.
Regali di Natale “sbagliati”
Secondo Codacons, se quest’anno abbigliamento, alimentari e giocattoli sono sul podio dei regali più graditi, è anche vero che una parte dei doni scambiati durante le festività finirà nel girone del “riciclo” almeno per il 25 per cento degli italiani, che “girerà” i doni non voluti ad amici e parenti. Il 33 per cento, però, proverà a rivenderli tramite le app, i social e i siti di e-commerce mentre il 17 per cento opterà, se possibile, per la restituzione in negozio.
Un’indagine eBay condotta da NielsenIQ, invece, evidenzia come a oltre 8 persone su 10 sia capitato di ricevere almeno una volta regali che non sono piaciuti o doppi. In particolare nel 2020 gli oggetti per la casa sono stati tra le “sorprese sbagliate” più diffuse (21%), seguiti dai prodotti per l’igiene personale (14%), gioielli (9%), libri (8%), articoli di piccola elettronica (5%), alimentari (4%) e giochi (1%).
Riciclare i regali di Natale: una scelta (anche) etica
Cosa fare, allora, di quello che riceviamo a Natale che non ci soddisfa o che, semplicemente, diventa obsoleto perché rimpiazzato dall’ultimo modello trovato sotto l’albero? La soluzione migliore, secondo eBay, si conferma la rivendita: per il 65% degli intervistati è anche una scelta etica che permette di evitare di buttare via degli oggetti, che consente che quello che non desideriamo più arrivi a chi lo apprezza veramente, secondo il 63%, ma allo stesso tempo un modo per finanziare l’acquisto di altri regali, per il 53%, e che fa sentire meglio perché permette di ottenere qualcosa anche da un regalo che ha deluso, per il 51%. Un’alternativa, insomma, anti-spreco e, per più di 1 persona su 2, un modo efficace, semplice e veloce per rimettere in circolo e far felice qualcun altro.
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