Torna lo Stato di emergenza in Italia. Ma questa volta non riguarda l'emergenza covid e l'uso del green pass (la cui proroga scade il 31 marzo), ma la guerra in Ucraina. Questo nuovo stato di emergenza sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022. Inoltre è stato approvato un apposito decreto
Stato di emergenza, cosa comporta
Lo stato di emergenza è stato deciso nel Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2022 per "l'esigenza di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto".
Ma cosa comporta questo nuovo stato di emergenza? Inanzitutto uno stanziamento di fondi per l'emergenza. Sono stati inoltre stanziati 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali.
Decreto Ucraina, le misure del testo
Inoltre sono state approvate misure, in un apposito decreto legge sullo stato di emergenza e gli aiuti all'Ucraina. Vediamo quali sono le principali misure
Armi all'Ucraina
Viene garantita la possibilità del Ministero della Difesa di adottare un decreto interministeriale per la cessione all'Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari.
Energia rinnovabile e non rinnovabile per l'Italia
Si autorizza l’anticipo, anche a scopo preventivo, dell’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza.
La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili.
Rifugiati Ucarina in Italia
Il provvedimento prevede il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri ucraini. Si dispone che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale.
Ricercatori e studenti
È istituito un apposito Fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani.
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