
Con l’aumento dell’inflazione cambia anche il potere monetario, le banche centrali sono quindi generalmente chiamate a degli interventi. Scopriamo quali potrebbero essere le misure messe in campo dalla Bce.
Attualmente, la situazione complessiva della politica monetaria della Bce appare troppo accomodante rispetto allo scenario che si sta configurando. Una domanda ancora relativamente vivace permette una graduale riduzione dello stimolo monetario senza rischiare troppo in termini di frenata alla crescita e potere monetario.
Tuttavia, l’aumento del tasso di inflazione è un dato che mette sempre in guardia i banchieri. A maggior ragione se, come sta accadendo, l’indice cresce sulla spinta di prezzi che sfuggono al controllo della politica monetaria – energia, alimentari non lavorati – del 7,5% a marzo, con un'inflazione sottostante al 3,2%.
In Europa non c'è ancora un'inflazione ad ampio spettro come negli Usa, ma il numero dei settori interessati a rincari superiori all’obiettivo continua a crescere. Il rischio che salgano anche le aspettative di inflazione, e che tassi e rivendicazioni salariali puntino a recuperare il potere d'acquisto perduto, è concreto.
Non è da escludere che il continuo aggravarsi delle pressioni inflattive, in particolare dall’energia (e di quelle dovute al fatto che altre banche centrali stanno procedendo in maniera ben più aggressiva) possano determinare correzioni di rotta anche alla Bce.
Con un'inflazione che è quasi quattro volte superiore all'obiettivo di medio periodo, la Bce deve indicare con chiarezza la volontà di proseguire sulla strada della normalizzazione della politica monetaria pur stando attenta a non soffocare la ripresa post-pandemica per non correre il rischio di cadere nei vortici della stagflazione e perdere potere monetario.
Per questo i mercati guardano con interesse alle prossime riunioni per quanto riguarda possibili modifiche immediate dell'attuale risposta di politica monetaria. L’importanza della posta in gioco è massima, soprattutto è fondamentale cogliere segnali sulla strada che la Bce imboccherà già nella prossima riunione di giugno.
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