Non ha ancora compiuto un anno e già potrebbe essere modificata. La tanto odiata imu ha infatti il torto di non guardare in faccia i redditi degli italiani, per cui la casa di una famiglia ricca paga persino meno di quella di un pensionato umile. Stesso discorso per le imprese, vessate come mai in un momento già difficile
Nel corso del convegno di presentazione del quarto rapporto "gli immobili in Italia", nato dalla collaborazione tra il dipartimento delle finanze e l'agenzia del territorio, una grande attenzione è stata riservata al tema caldo dell'imposizione fiscale sulla proprietà. Tra i punti emersi, la necessità di accompagnare la revisione del catasto da una revisione del prelievo fiscale basata sull'isee dei contribuenti
Il direttore del dipartimento di finanza, fabrizia lapecorella, ha voluto ribadire che prima dell'introduzione dell'imposta, l'imposizione fiscale sulla proprietà era ben al disotto della media ocse, e si attestava allo 0,6% del pil. L'abolizione dell'ici rappresentava infatti un'anomalia tutta italiana. L'introduzione dell'imu, resa necessaria dalle condizioni economiche contigenti, presenta però delle criticità e dei punti bui alcuni dei quali sono già in discussione
Luci e ombre dell'imu
Per fornire ai comuni una forma di finanziamento costante, è necessario che l'intero gettito torni in mano ai sindaci e che l'imu recuperi la sua natura di imposta municipale. Ma dai dati resi disponibili dal tesoro e riguardanti il gettito della prima rata, sono emersi anche altri elementi di criticità
Il primo riguarda le detrazioni prima casa. Una detrazione di 200 euro è inutile se non tiene conto del reddito dei proprietari: perché è praticamente inifluente per chi ha un reddito alto, ma significa molto per chi ha un indice isee basso. Allo stesso modo l'imposta rischia di pesare maggiormente sulle persone anziane che non possono usufruire delle detrazioni di 50 euro per ciascun figlio sotto i 26 anni. Per questo è necessaria una revisione dell'imposta che tenga conto dell'indice isee dei contribuenti
Imu alle imprese
Sotto il focus anche l'imu alle imprese. Se infatti l'imposta accorpa l'irpef dovuta dalle persone fisiche, non accade la stessa cosa per l'irap. Le aziende si trovano quindi a dover sopportare il peso di un ulteriore aggravio che, insieme alla difficile congiuntura economica, può spingerle verso il fallimento. Con conseguente perdita di posti di lavoro. Senza contare che la facoltà lasciata ai sindaci di ridurre l'aliquota alle aziende, si scontra con la necessità di far quadrare i bilanci dei comuni. Da più voci si è quindi levata la proposta di una revisione dell'imposizione fiscale alle imprese, anche attraverso la costituzione di una vera e propria gestione separata della tassazione
Un catasto a saldo zero
Un punto a favore dell'imu è quello di aver contribuito a ridurre le differenze tra il valore catastale e il valore di mercato di un immobile, grazie all'aumento dei coefficienti. E il primo passo per la revisione della tassazione immobiliare passa proprio attraverso una revisione del catasto, basato non più sul vano, ma sul metro quadro. Questa rivisitazione non deve tradursi in un aggravio per i contribuenti anche se -ha affermato maurizio leo, presidente della commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria- "non ho mai visto fare una rivisitazione a saldo zero"
La delega fiscale, al momento al vaglio del senato, ha al centro proprio la revisione degli estimi catastali. Con la definizione di tre categorie di immobili: l'immobili a destinazione ordinaria (a, b,c), quelli a destinazione speciale e quelli di interesse storico e artistico. Proprio quest'ultimi oggetto di detrazioni particolari ici, sono stati un poco "trascurati" dall'imu
33 Commenti:
Leggere bene, prego non ha ancora compiuto un anno e già potrebbe essere modificata. La tanto odiata imu ha infatti il torto di non guardare in faccia i redditi degli italiani, per cui la casa di una famiglia ricca paga persino meno di quella di un pensionato umile. Stesso discorso per le imprese, vessate come mai in un momento già difficile
Ogni volta rimango annichilito dalla squallida spavalderia dei vecchiardi. Questa categoria di vecchi ci ha affamato, e con ignobile prepotenza vaneggia di diritti acquisiti, pretende servizi, invoca giustizia sociale. Ma quale giustizia, quella scritta per loro, i 30-40 enni di oggi lavorano esclusivamente per garantirgli la loro abbondante pensione, abbondanza che diviene manifesta nei loro corpi truculentemente obesi , e non voglio neanche parlare dei 20-30enni, che non riescono neanche a contribuire al sostentamento dei vecchiardi perchè non trovano lavoro. Con grande probabilità i 30enni di oggi una volta raggiunta l'età pensionabile dovranno fare ancora da badanti ai vecchiardi per potere sopravvivere, vecchiardi che con il loro diritto acquisito camperanno 120 anni. In questo paese di mentecatti hanno creato l'aristocrazia epocale, tanti piccoli nobili nati nell'immediato dopoguerra continueranno a mantenere privilegi fuori dal mondo sulle spalle dei loro stessi figli, i quali come supini sudditi molto spesso ringraziono anche il vecchiardo perchè li aiuta nel loro sostentamento. Signori i vecchiardi non vi regalano niente, vi portano solo via linfa vitale, io mi chiedo quale società possa permettere un tale delirante squilibrio tra generazioni, mi chiedo dove puo' arrivare un paese che continua ad alimentare le rendite di posizione combattendo il lavoro. BASTA AI DIRITTI ACQUISITI
2013/07/17
A tutti gli italiani di metterci assime di protstare queste inregolerita che il povero deve
Sempre pagare per il ricco la politica deve cambiare, e di non dare la forza hai comuni
Di fare cio che vogliono,anzi dovrebbero mandare la finanza a verificare tutti i cumuni
Che si fanno grande percentuale ci pressono come il limone,
Bisogna cacciare via la boragrazia che in Italia ce ne troppa coraggio
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