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Perché il taglio Imu-Tasi non è una misura equa e non aiuterà il mercato della casa
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Il taglio dell’imposta sulla prima casa genererebbe uno stimolo modesto per il mercato della casa - circa lo 0,11% rispetto al valore medio d'acquisto - e uno sgravio altrettanto esiguo per i contribuenti. A dirlo è uno studio di Nomisma, secondo il quale - numeri alla mano - a beneficiarsi del provvedimento sarebbero ancora una volta le famiglie con un reddito medio- alto.

Secondo l'Ufficio Studi di Nomisma, la continua proposta relativa alla cancellazione della tassa Tasi -Imu sull'abitazione principale evidenzia la condivisibile volontà dell’Esecutivo di rivedere l’eccessiva pressione fiscale in Italia. Nonostante ciò il taglio dell’imposta sulla prima casa genererebbe uno stimolo per il mercato alquanto modesto,  circa lo 0,11% rispetto al valore medio di acquisto (circa 181mila euro) per il primo anno e comunque inferiore all’1% considerando i valori attualizzati su un orizzonte decennale.

Lo sgravio che verrebbe garantito ad oltre i due terzi delle famiglie italiane che vivono in una casa di proprietà risulterebbe in media altrettanto esiguo, stimabile in circa 17 euro al mese. "Evidenziata la scarsa capacità di stimolo, è necessario chiedersi se il provvedimento tuttavia persegua obiettivi di redistribuzione del carico fiscale nel senso di una maggiore equità”, ricorda Luca Dondi Consigliere Delegato di Nomisma.

"A nostro parere –sulla base dei dati dell’indagine delle famiglie italiane realizzata dalla Banca d’Italia – la risposta è anche in questo caso negativa, in quanto a beneficiare del provvedimento sarebbero le famiglie con disponibilità reddituali medie più elevate (si veda al proposito la tabella relativa al reddito del capofamiglia per titolo di godimento dell’abitazione). Emerge con un'evidenza degna di maggiore attenzione la sperequazione delle disponibilità economiche tra nuclei di proprietà e nuclei in affitto”, conclude Dondi.

Titolo di godimento dell'abitazione e reddito medio

                %            Reddito medio annuo (€)

Di proprietà       67,2       35.454

In affitto o subaffitto     21,8       17.766

A riscatto            0,3          28.866

In usufrutto       3,3          26.532

In uso gratuito  7,4          23.229

Nomisma ricorda che una puntuale identificazione delle caratteristiche economiche dei soggetti in proprietà beneficiari della misura, funzionale nelle intenzioni di taluni ad un’opzione mirata e selettiva del provvedimento, risulta pressoché impossibile.

Lo dimostra l’aleatorietà del rapporto tra basi imponibili e valore di mercato degli immobili tra le diverse città (e quasi sempre anche all’interno delle stesse). A tal proposito si riporta la tabella relativa all’articolazione del patrimonio abitativo per città e le differenze tra i riferimenti medi catastali e di mercato nelle principali realtà italiane.

Perché il taglio Imu-Tasi non è una misura equa e non aiuterà il mercato della casa

Se la caratterizzazione risulta oltremodo complessa, dal novero dei beneficiari si possono escludere con ragionevole certezza quasi sempre le famiglie con disponibilità economiche più contenute.

Occorre infatti ricordare come allo sgravio a favore di tali nuclei abbiano in molti casi già provveduto le Amministrazioni locali attraverso la discrezionalità impositiva a loro attribuita dalla normativa in essere.

“L’unica via affinché si possa giungere a un sistema impositivo più equo continua ad essere la riforma del Catasto”, ricorda Dondi. “Al Governo va riconosciuto il merito di essersi sottratto all’ennesima giro di roulette su aliquote e moltiplicatori per correggere le forti sperequazioni dell’attuale sistema, ma rimangono le perplessità sul progetto di riforma. Appare alquanto faticoso individuare la linea di politica economica che si intende perseguire”, conclude Dondi.

Categorie catastali

A1Abitazioni di tipo signorile
A2Abitazioni di tipo civile 
A3Abitazioni di tipo economico
A4Abitazioni di tipo popolari
A5Abitazioni di tipo ultrapopolari
A6Abitazioni di tipo rurale
A7Abitazioni in villini
A8Abitazione in villa
A9Castelli, abitazioni di eminenti pregi artistici o storici
A11Abitazioni o alloggi tipici dei luoghi

 

 

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2 Commenti:

pampa98
7 Settembre 2015, 13:46

La realtà è che per gli italiani la "crisi immobiliare" è una novità inattesa (per la loro ignoranza in campo finanziario e patrimoniale in generale).
È questo che ha ribaltato la visione della casa come bene rifugio che non perde mai valore.
Quello che conta è che il paese è povero ora: almeno per quanto concerne il ceto medio.
Quindi li immobili destinati a queste persone non trovano acquirenti.
E non li troveranno fintanto che o il reddito sale o il prezzo scende ancora.
Le banche nel 2008 hanno deciso di riportarsi ai rapporti reddito medio/prezzo degli anni precedenti il 2000 e quindi dalle 12/13 volte vogliono tornare alle 4/5.
Questo implica un ulteriore calo dei prezzi di determinati immobili.
Se si somma a questo la sfiducia generale, il sentiment negativo e i maggiori controlli sul denaro utilizzato per gli acquisti.....si capisce perché il mattone lo cercano all'estero se sono all'altezza di farlo.

Mauro
11 Settembre 2015, 22:09

Sono nel settore della casa da una vita, e personalmente ritengo che chi scrive questi bizzarri articoli parli guidato soprattutto da ragioni ideologiche. Il che, quand'anche si sia dotati di preparazione universitaria, è sempre fuorviante. Che l'intenzione dello scrivente sia ideologica anziché meramente tecnica lo dimostra la forzata minimizzazione dei vantaggi (i "17 euro al mese", ma avrebbe potuto dire 60 centesimi al giorno), il dato risibile sullo 0,11% del valore medio d'acquisto, l'enfasi sul favore al ceto medio-alto a discapito delle "famiglie con disponibilità economiche più contenute" e la consueta ossessione "delle caratteristiche economiche dei soggetti beneficiari della misura", il tutto peraltro basato su un'indagine della Banca d'Italia (!). Insomma, le solite argomentazioni POLITICHE di chi per anni in nome dell'ideologia ha avversato sistematicamente imprese e ceto medio (motori principali d'ogni economia) portandoci ai risultati noti a tutti. Meno che a loro.

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