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Detrazione fiscale per condizionatori, cos’è e come funziona il bonus
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Con la conversione in legge del decreto crescita entrano in vigore anche agevolazioni che riguardano la casa. Tra queste, dal 1º luglio, la detrazione fiscale per i condizionatori.

L’agevolazione in questione, che riguarda gli impianti di climatizzazione nell’ottica di una politica di risparmio energetico, e per questo è stata ribattezzata anche bonus condizionatori. E in questo inizio d’estate, con le temperature torride, la detrazione fiscale rappresenta un ottimo incentivo per installare un impianto di climatizzazione.

Le opzioni sono diverse, dallo sconto al momento dell’acquisto alla classica detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi, con la possibilità di fruire del bonus anche senza lavori di ristrutturazione. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Per ottenere il bonus, infatti, non è necessario che l’acquisto del condizionatore sia legato a un intervento di ristrutturazione. La detrazione fiscale varia a seconda dell’acquisto effettuato. Chi compra un climatizzatore a pompa di calore, ad esempio, usufruisce di una detrazione al 50%. Stesso discorso (50% di detrazione) anche per i condizionatori a pompa di calore (seppure non ad alta efficienza) che mirano al risparmio energetico in occasione di ristrutturazioni edilizie.

Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale da cui risultino: la causale del versamento; il codice fiscale del beneficiario della detrazione; il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto in favore del quale è effettuato il bonifico.

È necessario, ma non determinante, ai fini della fruizione della detrazione, trasmettere all’Enea i dati relativi ai lavori effettuati, entro 90 giorni dal termine degli stessi interventi, sul portale online della stessa.

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