"Pensare a un sistema per garantire la copertura integrale del costo dell’intervento"
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Efficienza energetica
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Anche la filiera delle costruzioni ha avanzato le sue proposte di modifica al nuovo ecobonus per la casa di cui si sta molto discutendo, in particolare in vista della direttiva europea sulle case green, che prevede per tutti gli immobili residenziali il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2033. Per permettere la transizione ecologica ed energetica del nostro Paese, gli incentivi a supporto degli interventi nell’edilizia sono fondamentali ed ecco dunque che diventa di estrema importanza capire quale strada intraprendere e quale forma dare al nuovo incentivo fiscale.

Il tema nei giorni scorsi è stato affrontato a più riprese, diverse sono state le proposte avanzate, e ha destato attenzione l’inserimento nel Pnrr del capitolo dedicato al RePowerEu, che include misure volte ad assicurare incentivi a imprese ed edilizia per la riqualificazione energetica. In particolare, per quanto riguarda proprio il nuovo ecobonus per la casa, si è parlato di uno sconto fiscale al 100%, ma solo per i redditi bassi. 

Nuovo ecobonus per il risparmio energetico, le linee guida della filiera delle costruzioni

Adesso anche le Associazioni della filiera delle costruzioni – Anaepa Confartigianato Edilizia, Cna Costruzioni, Rete Professioni Tecniche, Assocond Co.Na.F.i. – hanno avanzato le loro proposte di modifica del nuovo ecobonus per il risparmio energetico, considerando proprio quanto previsto dalla direttiva europea sulle case green e il fatto che il 76% dei 24 milioni di alloggi in Italia è in classe energetica E, F, G.

Programmazione pluriennale degli interventi incentivati

Come precisato da una nota, “fermo restando il mantenimento di tutte quelle misure ordinarie che hanno contribuito negli ultimi 20 anni alla riqualificazione e all’efficientamento energetico degli edifici, in ragione degli obiettivi di decarbonizzazione, risparmio e messa in sicurezza degli immobili, fissati dall’Unione Europea, è auspicabile una programmazione pluriennale degli interventi incentivati con un piano industriale di lungo periodo (20/30 anni) con garanzia della sua sostenibilità finanziaria nell’ambito del bilancio dello Stato. Il tutto legato al conseguimento di specifici obiettivi di efficientamento/messa in sicurezza (2 classi energetiche; 1 classe sismica, salvo revisione metrica) a prescindere dall’individuazione delle tipologie e tecnologie connesse agli interventi”.

Secondo quanto evidenziato dalle Associazioni della filiera delle costruzioni, “la normativa primaria dovrebbe limitarsi a fissare gli obiettivi generali come il miglioramento delle classi di efficienza e di rischio, demandando a normativa di carattere regolamentare la fissazione puntuale della tipologia di interventi e lasciando alla progettazione dei professionisti – sempre nel rispetto degli obiettivi generali della norma primaria – la possibilità di declinare soluzioni di natura tecnica, anche innovative visto il contesto tecnologico in divenire”.

Ridefinire la metrica di riferimento per la misurazione dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica

La filiera delle costruzioni ha posto l’accento sulla necessità di “una ridefinizione maggiormente efficace della metrica di riferimento per la misurazione dell’efficienza energetica e della sicurezza sismica, nonché della tassonomia di sostenibilità in corso di definizione a livello sovranazionale”, ma anche di rafforzare la funzione del Consulp (Consiglio Superiore Lavori Pubblici), “come riferimento cui demandare l’emissione di pareri, riconosciuti anche dal Mef, sulle problematiche tecnico-amministrative dell’esecuzione degli interventi e di applicazione dell’incentivo”.

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Consolidare le procedure di controllo e pensare a un sistema per garantire la copertura integrale del costo dell’intervento

Le Associazioni della filiera delle costruzioni hanno poi sottolineato la necessità di consolidare le procedure di controllo, “anche mediante il ricorso alle asseverazioni dei professionisti, che hanno dato prova di essere un elemento importante per contrastare illeciti e truffe”.

E come definire la misura dell’incentivo? La proposta della filiera delle costruzioni è quella di pensare a “un sistema che garantisca sempre la copertura integrale del costo dell’intervento, ripartita tra intervento pubblico diretto (% di copertura delle spese) e ricorso a mutui pluriennali a tasso agevolato per il finanziamento del residuo”, garantendo in ogni caso il finanziamento integrale dell’intervento agli incapienti e ai soggetti con capacità economica ridotta.

Sconto in fattura e cessione dei crediti

Ma, affinché l’intero sistema possa funzionare, secondo la filiera delle costruzioni è indispensabile associare le misure incentivanti con lo sconto in fattura e la cessione dei crediti, “previo consolidamento del sistema di verifiche e compliance degli interventi rispetto alle spese effettuate e scongiurando il ‘blocco’ della cessione per l’impossibilità del sistema bancario di assorbire, in modo massivo, i crediti, magari coinvolgendo soggetti di emanazione pubblica”. Le Associazioni della filiera delle costruzioni hanno quindi sottolineato la necessità di “ipotizzare una proroga per consentire la corretta conclusione dei lavori già avviati nonché trovare una rapida soluzione al problema dei crediti incagliati ancora pendente”.

Le norme da adottare

In conclusione, “dichiarandosi disponibile ad un confronto costruttivo con le parti governative”, la filiera delle costruzioni ha precisato di ritenere necessario adottare rapidamente norme per:

a) semplificare urbanistica ed edilizia, emanando un nuovo testo unico sulle costruzioni, che consenta anche di regolarizzare le lievi difformità degli edifici per evitare le problematiche già osservate per il superbonus;

b) censire lo stato degli edifici tramite il fascicolo del fabbricato per stimolare l’esecuzione delle opere di miglioramento, per l’ovvio impatto positivo sul valore degli immobili;

c) favorire la stipula di assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi e costi di polizza accessibili e inversamente proporzionali allo stato di sicurezza dei fabbricati.
 

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