Il commercialista non presenta la dichiarazione dei redditi? Obblighi, rischi fiscali e rimedi legali per il contribuente
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Per la compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi spesso ci si affida a un professionista, per evitare di sbagliare e rispettare le scadenze fiscali. È normale chiedersi quali siano le sue responsabilità e cosa succede in caso di errori o omissioni da parte sua. Il rapporto tra contribuente e professionista è regolato da specifici obblighi professionali e responsabilità legali. 

Cosa succede se il commercialista non presenta la dichiarazione dei redditi? Chi paga il suo errore e a chi rivolgersi per tutelarsi? Ecco la risposta a queste e ad altre importanti domande per capire quali sono le possibili conseguenze fiscali e le soluzioni per sanare la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi. 

Dichiarazione dei redditi: è responsabile il commercialista?

La dichiarazione dei redditi è sicuramente uno degli adempimenti fiscali più importanti per cittadini e imprese. Proprio per la complessità delle norme tributarie italiane, molti contribuenti decidono di affidarsi a un commercialista, delegandogli la compilazione e l’invio telematico dei modelli fiscali. A questo punto viene spontaneo chiedersi quale sia la responsabilità del professionista relativamente alla dichiarazione dei redditi. 

Già nel 2011 una sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che “il commercialista incaricato della compilazione delle denunce dei redditi deve redigere le dichiarazioni secondo le regole che presiedono alla corretta denuncia dei redditi del singolo dichiarante”. Si deve però fare una distinzione tra due piani di responsabilità: 

  • responsabilità tributaria: riguarda direttamente il contribuente, che resta il soggetto obbligato verso il fisco, anche se la dichiarazione viene predisposta dal commercialista. L’Agenzia delle Entrate, quindi, in caso di omissioni, errori o mancati versamenti si rivolge sempre al contribuente, che è tenuto anche a essere informato sulla conservazione della dichiarazione dei redditi, su come farla e per quanto.
  • responsabilità professionale e civile: relativa al rapporto tra contribuente e commercialista. Se l’errore o l’omissione derivano da negligenza, imperizia o mancata diligenza del professionista, quest’ultimo può essere chiamato a risarcire i danni subiti dal cliente.
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Che succede se il commercialista non invia la dichiarazione?

La mancata presentazione della dichiarazione dei redditi è una violazione grave che può comportare sanzioni amministrative e, nei casi più rilevanti, conseguenze penali. Se la dichiarazione è inviata entro 90 giorni dalla scadenza, le sanzioni sono ridotte e si possono sanare con il ravvedimento operoso. 

Si parla di omessa dichiarazione quando è presentata oltre i 90 giorni dalla scadenza e in questo caso le sanzioni sono più elevate. Il reato tributario diventa penale in caso di mancato invio della dichiarazione che implica il pagamento di imposte oltre i 50.000 euro. 

È importante sapere cosa succede se non si fa il 730, quali sono le sanzioni e i rimedi. Che accade se è il commercialista a non presentare la dichiarazione dei redditi? Anche in questo caso il contribuente è chiamato a fare i conti con il Fisco, visto che la sua responsabilità non è esclusa in caso di mancato invio della dichiarazione, malgrado sia stato affidato l’incarico al professionista. 

Su questo si è espressa molto chiaramente la Corte di Cassazione che, con l’ordinanza n. 22742/2025, ha chiarito che il contribuente non è automaticamente sollevato dalle sanzioni fiscali solo perché ha incaricato un commercialista di presentare la dichiarazione dei redditi.

Spetta infatti al contribuente controllare che il professionista scelto provveda correttamente all’invio della dichiarazione. La Corte precisa, inoltre, che dimostrare l’assenza di responsabilità è un onere che ricade sul contribuente: non è sufficiente dichiararsi estranei all’omissione, ma occorre provare di aver esercitato una reale attività di vigilanza sull’operato del commercialista.

Chi paga l’errore del commercialista?

Sulla scia del principio secondo cui è responsabilità del cliente verificare che il commercialista abbia provveduto in maniera corretta a presentare la dichiarazione dei redditi, l’orientamento della giurisprudenza è molto chiaro in merito agli errori commessi dal professionista. 

In presenza di un errore sostanziale, come la mancata indicazione di un reddito, l’omessa applicazione di un’imposta o il mancato invio della dichiarazione, il contribuente ne risponde in prima persona, ma non resta senza tutela, visto che può intentare una causa contro il commercialista per negligenza

Questo principio è stato reiterato di recente dalla Corte di Cassazione, Sezione tributaria, con l’ordinanza n. 13358 depositata il 20 maggio 2025, nella quale si legge che spetta al contribuente la verifica dell’operato del professionista cui è stato affidato l’incarico. 

Quando però l’azione del commercialista è caratterizzata da dolo o da un comportamento fraudolento, allora il cliente potrà essere sollevato dalla responsabilità, a patto di dimostrare di aver vigilato correttamente. Così facendo, il contribuente potrà chiedere un risarcimento al professionista, che sarà chiamato quindi al rimborso delle sanzioni al cliente e non già della maggiore imposta.

Quest’ultima dovrà essere corrisposta solo se “è effettivamente imputabile agli errori del professionista”, come stabilito dalla Suprema Corte con l’ordinanza n. 22855 del 2020, fermo restando che sarà a carico del contribuente l’onere della prova del rapporto contrattuale esistente, del danno subito e del legame causale tra l’operato del commercialista e le conseguenze negative subite.

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A chi rivolgersi se il commercialista sbaglia

Quando un commercialista sbaglia, il contribuente ha la possibilità di seguire diverse strade per tutelare i propri interessi e ottenere eventualmente un risarcimento del danno. Una prima opzione è quella di rivolgersi al professionista stesso, che potrà attivarsi in caso di errori minori e facilmente rimediabili.

Una seconda strada è quella di rivolgersi all’Ordine dei Commercialisti, per segnalare il comportamento del professionista e fare in modo che sia avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Se il contribuente non riesce a ottenere nulla, né tantomeno a farsi liquidare il danno dall’assicurazione del commercialista, allora potrà rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto tributario e chiedere il risarcimento per via giudiziale. 

Come sanare la mancata dichiarazione dei redditi?

Quando ci si accorge che la dichiarazione dei redditi non è stata presentata, è fondamentale agire tempestivamente, perché prima si interviene e minori saranno i rischi economici e legali cui si andrà incontro. Per sanare la mancata dichiarazioni dei redditi ci sono sostanzialmente due opzioni ain base al tempo trascorso dalla scadenza: 

  • entro 90 giorni: è possibile presentare la dichiarazione tardiva e grazie all’istituto del ravvedimento operoso si potrà ottenere una riduzione delle sanzioni;
  • oltre 90 giorni: in questo caso la dichiarazione si considera “omessa” e non si potrà più accedere al ravvedimento operoso, ma si andrà incontro a una sanzione che oscilla tra il 120% e il 240% delle imposte dovute, con un minimo di 250 euro, mentre quando non si devono pagare imposte, si va da un minimo di 250 a un massimo di 1.000 euro.
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